“Il Trovatore” di Giuseppe Verdi regia di Michal Znanieck
Al Teatro San Carlo di Napoli dal 12 al 20 dicembre
Servizio di Pino Cotarelli
Napoli - Questo dramma in quattro parti che Giuseppe Verdi fece scrivere da Salvatore Cammarano, e fece rettificare successivamente da Leone Emanuele Baldare nelle parti che non preferiva, rappresenta una discontinuità col passato per la forza con cui storia e musica riescono a materializzare le emozioni che accompagnano l’intera opera. - “Prende tutto, ma dà anche molto” - l’impegno senza risparmio per musicisti, cori e cantanti che richiede quest’opera, viene così sintetizzato da Nicola Luisotti acclamato Direttore Musicale del Teatro San Carlo che, anche se recentemente ha annunciato la rinuncia all’incarico per sopravvenuti impegni, non ha voluto mancare al grande appuntamento con Giuseppe Verdi, autore che considera innovatore della storia della musica e del teatro. Il pubblico ha voluto dimostrare gratitudine per la familiarità e la complicità che il musicista ha saputo creare nel Tempio della lirica napoletano, in questi due anni e mezzo di sua permanenza; “siete la nostra linfa, senza di voi non siamo nessuno” ha affermato mentre gli applausi coprivano ancora il suo invito a Manrico e Leonora a girarsi verso il pubblico. Grande la magia del teatro…a Napoli.
Il soprano Anna Pirozzi ha reso magnificamente il personaggio di Leonora, con i suoi virtuosismi vocali richiesti in molti passaggi, facendo apprezzare i suoi acuti senza mai estraniarsi dal trasporto recitativo.
Il tenore Alfred Kim, nel personaggio di Manrico, abbastanza incisivo e ben impostato sia nei canti dalle quinte sia in scena, come per gli acuti richiesti dal passaggio più noto “Di quella pira….”, non è sembrato però allineato alla bravura di Leonora.

Azucena la zingara, personaggio molto amato da Giuseppe Verdi che le regala dei passaggi molto intensi. La considera il vero personaggio principale dell’opera. Il difficile ruolo ricoperto da Enkelejda Shkosa è sembrato un po’ al di sopra delle possibilità della pur brava cantante.
Buona la scenografia con colori tenui, ombre, fuochi, mura di castello e celle; proiezioni su telo di foreste e paesaggi. D’effetto la scena finale della vendetta compiuta con la strega madre che si intravede sul telo nella foresta. Meno bella l’attesa del telo che scende lento mentre taglia la scena reale. Per i costumi meglio il classico, visto che il contemporaneo delle uniformi strideva con le vicende dell’epoca. Nel complesso uno spettacolo godibile.

Manrico: Alfred Kim
Leonora : Anna Pirozzi
Azucena: Enkelejda Shkosa
Ferrando: Carlo Cigni
Direttore Nicola Luisotti
Regia: Michal Znanieck (con la partecipazione attraverso una opera unica dell’artista Michal Rovner) Lorenzo Mariani
Scene: Luigi Scoglio
Scene: Luigi Scoglio
Luci: Bogumil Palewicz
Coreografia: Sandhja Nagaraja
Orchestra, Coro e ballo del Teatro San Carlo
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