L’empireo (The Welkin) di Lucy Kirkwood traduzione di Monica Capuani e Francesco Bianchi, regia di Serena Sinigaglia - con l’apporto del dramaturg Monica Capuani.

Al Teatro Bellini dal 4 al 9 novembre 2025

Servizio di Rita Felerico

E’ stupefacente come fin dalla entrata in scena delle protagoniste, lo spettatore si senta proiettato in una realtà slegata da qualsiasi desiderio di immaginazione che possa andare oltre il confine del palcoscenico; le protagoniste, infatti,  con un solo attore maschio, poste a semicerchio accanto a delle sedie, sono come un muro. Un muro parlante però : l’assenza di una scenografia complessa, porta alla visione dello spazio, occupato dai corpi e dalle voci emergenti dal nero delle vesti e dello sfondo, strutturato su una ferma atmosfera, collegato ad un cielo che, seppur attraversato dalla cometa di Halley, non scalfisce e non muta il vissuto e la realtà delle protagoniste. Come a dire che neppure il movimento rivoluzionario di un astro scalfisce la fissità della vita di una remota comunità rurale dell’Inghilterra del 1759 e in particolare quella delle donne. 


L’Empireo
di Lucy Kirkwood, giovane, originale drammaturga britannica capace di coniugare e intrecciare con incisività l’impegno politico e sociale con il linguaggio teatrale, è un cielo ancora ben lontano e distante, nonostante le rivoluzionarie scoperte scientifiche, dai bisogni, dai dolori, dai pregiudizi, dalle vessazioni che tutto un ‘mondo femminile’ vive nella vita di tutti i giorni. Siamo nel settecento, ma l’attualità delle situazioni narrate da ogni singolo personaggio, da ogni singola donna sembra specchiare la contemporaneità e tutto quel parlare, rivelare, scoprire che si snocciola nei dialoghi è il riconoscersi delle donne, allora come oggi, in sembianti e situazioni che solo apparentemente sembrano essere state superate nella loro negatività.

“Da questo microcosmo femminile, emergono le questioni fondamentali e intramontabili della vita delle donne di qualsiasi epoca. Primo tra tutti, il trattamento iniquo che la legge scritta dagli uomini esercita ancora oggi sulle donne e sul loro corpo”.

 

Così riporta Monica Capuani, la traduttrice del testo, in una intervista, che ha reso felicemente l’intento della scrittura della Kirkwood in ogni piega di significato. Così come bravissima è stata Serena Sinigaglia che riporta in una regia asciutta e vigorosa la verità della parola, dei gesti di recitazione, della coralità, coordinando, moderando con istinto e passione, sottolineando i punti di forza del testo.
Bravissime le interpreti, capaci di immedesimarsi in diversi sentimenti, ruoli, sfumature dell’animo femminile, senza sfociare nella consuetudine di assodati e consueti immagini ideologiche, anzi ripercorrendo l’essere della donna strega, della donna maga, della donna assassina, della donna moglie, della donna bigotta, della donna madre con assoluta naturalezza. Citiamo qui la protagonista / la levatrice del paese, Arianna Scommegna, ma tutte le matrone chiamate a giudicare l’assassina, la Sally di Viola Marietti, meritano una parola di bravura.

L’ unico uomo in scena, Alvise Camozzi, chiamato ad interpretare diversi ruoli maschili, dal dottore a mister Coombs, entra nella coralità del femminile, con il suo essere ‘maschio’ , violento o grande fingitore di sentimenti, legato fortemente al denaro.

Un dramma che può apparire per la sua semplicità di messa inscena un prova generale prima della prima di uno spettacolo, ed anche questo elemento affascina. Infine, grazie alla bravura della regista e dei protagonisti viene esplicitata la sottile vena ironica ed anche comica che attraversa il testo, detto e recitato da donne che in qualche modo – anche inconsciamente - si vogliono rendere consapevoli, mentre il mondo, fuori da quella stanza di giudizio, continua a gracchiare o belare senza nessun senso, trasportato da superficialità e tristemente omologato.
 

L’EMPIREO” (The Welkin)
di Lucy Kirkwood
Traduzione Monica Capuani e Francesco Bianchi
Elisabeth Arianna Scommegna
Sally Viola Marietti
Helen Anahì Traversi
Peg Carter Arianna Verzeletti
Sarah Smith Matilde Facheris
Charlotte Maria Pilar Perez Aspa
Ann Virginia Zini
Kitty Giulia Agosta
Hannah Marika Pensa
Mary Francesca Muscatello
Judith Chiara Stoppa
Sara Hollis Sandra Zoccolan
Emma Valeria Perdono
Mr. Coombs Alvise Camozzi
Regia Serena Sinigaglia
Dramaturg Monica Capuano
Scene Maria Spazzi

Costumi Martina Ciccarelli
Disegno luci Christian LaFace
Sound design Sandra Zoccolan
Produzione Teatro Carcano, Teatro Nazionale di Genova, Teatro Stabile di Bolzano, LAC – Lugano Arte Cultura, Teatro Bellini di Napoli

 

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