NINFA PLEBEA - Favola in Musica, liberamente tratto da “Ninfa Plebea” di Domenico Rea, adattamento e regia Rosalba Di Girolamo

Alla Sala Assoli il 10 luglio 2025 per il Campania Teatro Festival 2025

Servizio di Rita Felerico

Rimane nella memoria e fermo nell’anima con le sensazioni provate della prima lettura Ninfa Plebea, l’ultimo testo di Domenico Rea chiacchierato Premio Strega 1993 per la sua ‘lingua’ aspra, sfacciata e ardita che riesce a graffiare e scorticare per svelare le verità nascoste o che si vorrebbero silenziare. Ninfa Plebea – favola in musica, nel testo adattato da Rosalba Di Girolamo che cura anche la regia dello spettacolo andato in scena il 10 luglio alla Sala Assoli per il Campania Teatro Festival, ho ritrovato intatte quelle sensazioni provate quando scoprii la forza del linguaggio di Rea, che evoca quello di Basile – che tanto amò - magico, pauroso, raccapricciante, gotico, oscuro. Una favola che non abbandona la modalità della paura, le azioni premeditate di orchi e streghe e uno spiraglio di luce possibile aldilà del destino ineluttabile a cui ci si deve assoggettare.

La fiaba che il ‘nonno’ – un magnifico Antonello Cossia che veste con disinvoltura, caratterizzandoli con incisività, vari personaggi / orchi della storianarra all’ingenua Miluzza, quella di Catuccia, è pervasa di sensualità e dello sconcertante e fiducioso abbandono di una adolescente che si affaccia alla vita verso gli ‘adulti’, orchi e streghe che approfittano di lei, della sua bellezza e della sua ingenuità. Miluzza, interpretata da una straordinaria Luna Fusco, versatile e capace di molteplici espressività, vive una situazione di incosciente, perenne abuso, in una surreale Nofi, città specchio di una realtà meridionale, abbandonata alla sua ignoranza e alla sua retrograda sporcizia, mentale e reale, dove le fogne a vista confondono le puzze e i profumi dei luoghi.

Cosa sia cambiato dal 1993 anno di scrittura del romanzo ad oggi è poca cosa; rimane ancora il potere di un patriarcato violento che domina e ferisce sulle esistenze delle persone e soprattutto sulla vita e il corpo delle donne. Dice Lucia Rea, figlia dello scrittore e consulente alla sceneggiatura: “Domenico Rea è stato un uomo libero, dallo spirito profondamente democratico e con una grande compassione verso gli ultimi. Sentiva da quell’accanito fumatore e divoratore di vita che era, che se ne sarebbe andato presto, e “Ninfa plebea”, l’ultimo libro che ha scritto, è stato un testamento spirituale, forse antropologico. E’ un’opera sospesa tra realismo ed elaborazione fantastica, ma molti si sono soffermati più all’apparenza pruriginosa della narrazione, che al vero aspetto politico e sociale che la sostanzia, ovvero una cruda riflessione intorno al tema dell’abuso sulle donne, in particolare sulle donne giovanissime”. Brava quindi a Rosalba Di Girolamo che ha colto senza stravolgerne il senso il messaggio dello scrittore; lei sul palcoscenico è la Miluzza che cresce, la madre / donna che cerca senza riuscire a trovarla una forma di ‘salvezza’, che insieme all’altro alter ego di Miluzza, la cantante interpretata da Annalisa Madonna, danno ragione di una adolescente persa nel caos dei suoi desideri e sogni in un mondo buio e orrifico, senza spiragli.
Ogni volta che si consuma l’abuso, l’uomo – sia esso il prete o il ricco commerciante – mormora sempre le stesse parole: che manelle fresche ca’ tiene, Minuzzè, si nu fiato ‘e ddio. ‘O vuò, ‘e pigliatillo! È d'argiento. E mò vattenne e nun dicere niente a mammate si no chella chi ‘o sa che se penza”. Una chiara denuncia di colpa, quel comprare per poco, con una catenina d’oro, una collana d’argento, un vestito l’innocenza e il corpo di quella bimba. La chitarra e le percussioni di Jenna’ Romano ritmano le scelte di regia, costruita come tanti quadri colorati di forte emotività che includono canti, preghiere, invocazioni, movimenti di danza liberatori, che sciolgono i nodi.

Potremmo così dire insieme al nonno a Miluzza:Questa è una favola, vero? È solo una favola…e adesso scriviamo un altro finale”. Miracoli che solo il teatro è capace di produrre, rifiutando il silenzio e un destino senza amore.  

 

NINFA PLEBEA Favola In Musica

Liberamente tratto da “Ninfa Plebea” di Domenico Rea
Adattamento e regia Rosalba Di Girolamo
Consulenza alla sceneggiatura Lucia Rea
Con Antonello Cossia, Rosalba Di Girolamo, Annalisa Madonna (Voce), Jenna’ Romano (Musiche dal vivo) e la giovane Luna Fusco
Assistente alla regia Mattia Tammaro
Costumi e oggetti di scena Rosa Ferrara
Disegno luci Angela Grimaldi
Progetto fotografico Nunzia Esposito
Consulenza al progetto Roberta D’agostino
Direzione tecnica e video Carmine Giordano
Direzione di produzione Flavio Di Fiore
Produzione Babayaga Teatro
Con il patrocinio di Fondazione Premio Napoli, Comitato Centenario Domenico Rea,
Con il supporto di Uil Pari Opportunità
Si ringraziano Casa Del Contemporaneo Peppe Zarbo Sala Assoli

 

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