“Il Teatro delle Persone” al Trianon Viviani
Il 30 settembre il via al progetto curato da Davide Iodice, con la residenza di una neonata compagnia interculturale
Quindi, fino al 31 maggio 2024, varî laboratorî e un festival di presentazione del lavoro svolto
di Rita Felerico
Si riconferma quest’anno - anche se con pochi finanziamenti, come dichiarato dal Presidente della Fondazione Trianon Viviani Gianni Pinto – Il teatro delle Persone , un progetto di inclusione sociale aperto alla comunità e al territorio ideato e curato dal regista e pedagogista Davide Iodice.
Laboratori, residenze che attraverso l’interculturalità cura l’educazione e la formazione delle fasce più sensibili ed esposte, una sfida a cui ha aperto le porte il Teatro Trianon Viviani, sottolinea Antonio Lucidi, membro del cda, che pone attenzione nella sua mission “Al risanamento urbano e sociale, legando la sua azione al territorio collaborando anche con le altre Associazioni attive nel terzo settore”. Una realtà che si dovrebbe trasformare in un “ progetto stabile, utile e positivo per la città, il territorio, il teatro” ha appassionatamente detto in conferenza stampa Igina di Napoli.
Infatti, sostiene Davide Iodice, non esite un tentativo di connessione fra le varie iniziative che si svolgono sul territorio, né un progetto strutturale che dia unità alle tante attività che abbracciano il terzo settore, nel quale è complicato muoversi e ottenere risultati. La scuola elementare del teatro - della quale a breve si festeggeranno i dieci anni e della quale si parlerà più approfonditamente – è stata una fucina che ha visto nascere veri professionisti. Occorre dire basta ad un volontariato senza volto, ha tenuto a precisare Iodice, il teatro che apre alle disabilità e ai progetti di inclusione è un presidio civico che ha bisogno di essere riconosciuto e formalizzato nel suo valore, qualitativo e quantitativo ( pensiamo ai ragazzi che sono stati coinvolti, poco più di trecento solo lo scorso anno ).
Speriamo si rafforzi anche il sostegno finanziario – c’è la collaborazione per ora del nostro Teatro Nazionale – e che l’educazione alle meraviglie delle differenze diventi non eccezionalità ma un naturale umano approccio alla vita.
n.b. Si inoltra l’intera cartella stampa, leggendola si potranno meglio conoscere i vari programmi laboratoriali, tutti interessanti i cui esiti apprezzeremo durante la seconda edizione del festival Teatro delle Persone che si svolgerà dal 21 al 31 maggio.
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Con l’apertura al pubblico di una residenza
teatrale riprende, dal 30 settembre prossimo,
“il
Teatro delle Persone”, il progetto della fondazione
Trianon Viviani di arte, partecipazione e socialità aperto
alla comunità e al territorio, ideato e diretto dal regista e pedagogista Davide
Iodice.
Pedagogia e prossimità alle fasce più sensibili ed
esposte; cura per le nuove generazioni; pluralità di culture e linguaggi. Sono
gli assi portanti di questa azione permanente con la quale la fondazione
teatrale di Forcella intende consolidare sempre più la propria vocazione
sociale e il proprio ruolo di presidio culturale, aggregativo e formativo,
attivando, attraverso la pratica dell’arte, quella relazione d’aiuto così
necessaria per la crescita personale e civica delle fasce più svantaggiate e
fragili del nostro tessuto sociale.
Il programma delle attività partirà a fine mese con
la residenza teatrale “L’ora in cui non sapevamo niente l’uno dell’altro”, che
inaugura il nuovo percorso della neonata compagnia interculturale, nata dal
laboratorio omonimo “Tutto il mondo è paese”.
L’iniziativa è sostenuta da Trianon Viviani, Dedalus /
Officine Gomitoli, in collaborazione con Manovalanza
Teatro e
la Scuola
elementare del Teatro, per la regia di Adriana
Follieri.
I laboratorî, che si terranno ogni martedì e
giovedì, sono dedicati a diversi àmbiti espressivi: “Orchestrìa”, per la
musica d’insieme, a cura di Forgat, parte
del progetto didattico della Scuola elementare del Teatro; i cicli “Officina” e “Ricerca e
Creazione”,
per la drammaturgia, regia e composizione scenica, sempre parte dell’offerta
formativa della Scuola elementare del Teatro; “Segui la
voce/dentro Forcella”, per la pedagogia, ricerca e creazione, dedicato
ai più giovani e curato da Putéca
Celidònia; e
le attività della Compagnia, con
attori e attrici con diversa abilità della Scuola elementare del Teatro.
Il programma si concluderà con la seconda edizione
del festival
il Teatro delle Persone, in cui, dal 21 al 31 maggio 2024, verranno
presentati gli esiti dei laboratorî.
Il Trianon Viviani si avvale del sostegno del ministero
della Cultura e della Regione
Campania (Poc
2014-2020), con il patrocinio di Rai Campania.
La Scuola elementare del Teatro / conservatorio popolare per le Arti della scena nasce nel 2013, dall’incontro tra Giuseppe Cafarella, presidente dell’associazione Forgat, e il regista Davide Iodice, che condividono il bisogno di realizzare un progetto di pedagogia sociale in grado di offrire opportunità di inclusione e di crescita personale a fasce svantaggiate. Nel 2020 gli allievi storici del progetto si sono costituiti in associazione di promozione sociale, assumendosi la responsabilità diretta della cura e degli sviluppi dell’intero progetto e della titolarità della metodologia su cui si sono formati. La Scuola è sostenuta e accolta dal Teatro di Napoli –Teatro Nazionale, Trianon Viviani, Forgat, l’Asilo – Comunità di lavoratori e lavoratrici dell’arte, della cultura e dello spettacolo e da Interno 5. Il suo lavoro si sviluppa in diversi luoghi della città, moltiplicando le sue pratiche di formazione, creatività, cooperazione, socialità.
Attività
Orchestrìa
la
musica d’insieme come relazione sociale
progetto speciale Forgat per i dieci anni della Scuola elementare del Teatro
In occasione dei dieci anni di attività della Scuola
elementare del Teatro, Forgat intende
favorire l’ampliamento dell’offerta formativa del Conservatorio popolare,
ideando, promuovendo e finanziando un progetto sperimentale dedicato alla
musica, da sempre uno dei campi d’elezione dell’associazione partner della
Scuola.
Obiettivi del progetto sono l’alta formazione
aperta a tutte e tutti, su musica, ritmo e voce, e la creazione di un’orchestra
eterogenea volta ad incoraggiare l’aggregazione e la solidarietà. Dedicato
prioritariamente a persone con disabilità fisica e intellettiva, e a soggetti
socialmente fragili, accoglie chiunque abbia una vocazione musicale: chi è alla
prima esperienza, chi ha una competenza di base, musiciste e musicisti
(professionisti e non) con il desiderio di sperimentarsi.
È a cura di Francesco Paolo Manna e Antonio Fraioli, insieme a maestri esperti nel campo della musica e della vocalità, affiancati dall'équipe pedagogica della Scuola.
Officina
il
teatro come artigianato totale e costruzione di comunità
La pratica laboratoriale accompagna il processo
creativo sia sul piano drammaturgico che compositivo; mette in relazione
lavoratori e lavoratrici delle arti della scena ponendo le basi per la
costruzione di una rete. È aperto a gruppi informali o compagnie che intendono
sviluppare un proprio progetto teatrale e a artisti che desiderano approfondire
la loro conoscenza nel campo della drammaturgia, della scrittura scenica e
della regia teatrale.
La supervisione è di Davide Iodice e la guida drammaturgica di Fabio Pisano, con la cura del percorso delle guide e dei tutor della Scuola elementare del Teatro.
Le richieste di partecipazione ai laboratorî sono
di anno in anno sempre più numerose. Arrivata al decimo anno di attività, la
Scuola sente la necessità di aprirsi a nuove presenze senza perdere la
relazione con chi frequenta da tanto tempo e desidera ancora seguire i
laboratorî, far parte del processo comunitario.
Per questo motivo nasce “Compagnia”, un progetto speciale finalizzato alla messinscena, che coinvolge allieve e allievi storici e le persone più presenti nel percorso della Scuola. Dopo una prima sperimentazione del gruppo di Vocazione – con 1, 10, 100 Pasolini, per la regia di Antonio Grimaldi – Pinocchio, che cos’è una Persona? studio n.1, con la regia di Davide Iodice, andato in scena per il Campania teatro festival 2023, sancisce di fatto la nascita della Compagnia, che, quest’anno, inizierà un nuovo percorso guidato dalla regista Annalisa D’Amato, coadiuvata dall’équipe della Scuola.
a
cura di Adriana Follieri e Davide
Iodice
progetto
sostenuto da Trianon Viviani, Dedalus /
Officine Gomitoli
in collaborazione con Manovalanza Teatro e Scuola elementare del Teatro
Il laboratorio teatrale multiculturale prevede un percorso approfondito di formazione teatrale rivolto principalmente a giovani e adolescenti abitanti a Napoli e provincia, stranieri di seconda generazione, senza alcuna limitazione di età, provenienza, istruzione, condizione economica e sociale, secondo i princìpi condivisi di integrazione e contro ogni tipo di discriminazione. Il percorso sviluppa una formazione trasversale mirata a valorizzare le competenze, le capacità e le qualità umane e artistiche di ciascun partecipante nel gruppo, e del gruppo nel suo insieme, utilizzando metodi e strumenti specifici del teatro sociale e di comunità, con approfondimenti che spazieranno dal gioco scenico alla recitazione, alla scrittura drammaturgica, al canto solista e corale, al movimento scenico e alla danza, alle tecniche di improvvisazione e composizione scenica, per edificare il modo necessario del “farsi teatro” insieme.
Dal progetto di laboratorio teatrale ideato
da Dedalus
/ Officine Gomitoli, rivolto ad adolescenti stranieri residenti a
Napoli, nasce con entusiasmo nel 2022 l’idea della compagnia
interculturale Tutto il mondo è paese,
composta da venti giovanissimi partecipanti, originarî di oltre una decina di
paesi.
Al centro del suo lavoro l’indagine non solo della
pratica attiva dello stare in scena, ma anche di tutte le diverse competenze
afferenti all’arte e ai mestieri del palcoscenico.
Fortemente voluta dalla fondazione teatrale di Forcella, la residenza si terrà al Trianon Viviani dal 28 al 30 settembre prossimi. L’ultimo giorno, alle 21, sarà aperta al pubblico per condividere e inaugurare con le famiglie dei partecipanti e con il quartiere il nuovo percorso artistico che vedrà i suoi esiti con il nuovo spettacolo della compagnia nella prima metà del 2024.
Volar
uno
spettacolo della compagnia interculturale Tutto il
mondo è paese
a
cura di Manovalanza Teatro
in
collaborazione con Dedalus / Officine Gomitoli, Scuola
elementare del Teatro, Trianon
Viviani
drammaturgia Andrea
Nicole Hernandez Medrano
regia Adriana
Follieri
disegno
luci Davide
Scognamiglio
e
con Silvio
Lin
musiche
a cura di Thilina Kavinda Silva
elementi
di scena Ibrahim Muhammed
costumi Cheick
Syll
aiuto
regia Federica Di Gianni
assistenti
alla regia Francesca Capasso, Giulio
Pastore
assistente
alle luci Sebastiano Cautiero
collaborazione
artistica e tutor Corrado De Luca, Alessio
Nunneri, Ruwani
Perera
curatela
e organizzazione Rosa Di Sarno, Ismahan
Hassen, Fatima
Ouazri
foto
di scena Kristel Pisani Massamormile
produzione Manovalanza Teatro, in partenariato con la Scuola elementare del Teatro diretta da Davide Iodice
«Cosa
vuol dire cittadinanza attiva? Quale pratica dell’abitare è capace di nutrire
il presente attraverso la cura del passato e la premura per il futuro con
linguaggi poetici oltre che politici? E se si dilatasse questa tensione felice,
oltre che in lunghezza, anche in larghezza e in profondità? Cosa è adesso
migrare, accogliere, crescere insieme? Può il teatro essere la casa ideale per
accogliere e nutrire tutte queste tracce? In questi anni a Napoli ci siamo
incontrati e uniti, adulti e ragazzi, diversi i paesi di provenienza e le
storie; ci siamo abbracciati e riconosciuti, con l’entusiasmo che connota tutte
le rivoluzioni: così è nato il progetto della giovane compagnia teatrale Tutto
il mondo è paese, che già traccia segni di necessaria presenza e che merita di
essere osservata, accompagnata, riconosciuta.»
Manovalanza Teatro, la Scuola Elementare del Teatro
diretta da Davide Iodice, Dedalus / Officine Gomitoli e il Trianon Viviani
curano la nascita e gli sviluppi della Compagnia fino alla direzione e
produzione dello spettacolo Volar.
Venti gli interpreti, più di dieci i paesi
d’origine: questa la ricca trama di possibilità che lo spettacolo intreccia,
indagando il tema della memoria con lettura insolita e trasversale,
soffermandosi sul semplice inconosciuto, lasciando spazio alla forza motrice di
ogni incontro.
Nominata in lingue diverse, appare sempre con
chiarezza la stessa parola-matrice: «amore», che muove il sole e le
altre stelle.
«Ricordiamo in veglia da dove veniamo, custodiamo
le tradizioni e talvolta le narrazioni, facce care e voci amiche, ma anche
paure e cicatrici, memoria di luoghi dove la nostra storia personale si è
mescolata alla storia di paesi e popoli interi; ma solo in sogno ricordiamo ciò
che non si vede, la memoria del prima, di quando eravamo uccelli capaci del
virtuosismo del volo, di quando le radici erano alberi e i pensieri fronde.»
«In un’isola che c’è si costituisce la cittadinanza
dei singoli felicemente accolti nella collettività, le storie sono il
lasciapassare dalla veglia al sonno, in un flusso ininterrotto di sogno
condiviso che non scompare al risveglio. Tra i ricordi d’infanzia e gli slanci
d’adolescenza ragazzi e ragazze si salvano dal mondo e così lo salvano,
spiccando oltre il limite-frontiera, personaggi di confine in una casa/isola
che è innanzitutto il teatro.»
«Il teatro è luci, ombre, imbarazzo, coraggio. Musica, silenzio. Azione, pausa. Attenzione, libertà. Il teatro è cibo, acqua, prove e memoria. È fiducia, amore, disciplina, dedizione. Facendo teatro si fanno nuove amicizie, nascono amori, si impara a conoscersi e a conoscere le proprie emozioni e la propria natura esprimendola con pathos, fantasia, passione ed empatia. Per questo lo ringraziamo. Il teatro non ha tempo. Per il palco, lo spettacolo, il pubblico, il tempo da dedicare non è mai abbastanza. Serve provare, giocare, divertirsi. È bello costruire le scenografie, indossare i costumi, danzare e cantare. È mezzanotte e con questa bella luna i due innamorati si incontrano e dividono un mazzo di fiori.»
a
cura di Putéca Celidònia
primo
movimento
gennaio- maggio 2024
Putéca
Celidònia vive
attivamente il rione Sanità dal 2018 lavorando con le persone del luogo,
offrendo corsi di teatro gratuiti e costruendo progetti di spettacolo
alternativi che vedono recitare i ragazzi insieme agli attori della compagnia.
Con il laboratorio “Segui la
voce” si
proverà a raccogliere, insieme ai ragazzi, materiale propedeutico alla
realizzazione del progetto finale che vedrà, in un secondo momento,
l’installazione di codici qr in ambienti limitrofi al teatro
Trianon Viviani e che ne comporranno la passeggiata/performance.
Il tema della memoria è il filo
rosso che unisce il lavoro che prevede il laboratorio: dove finiscono i ricordi
quando i ricordi smettono di essere ricordi? E se quell’ultimo ricordo fosse
davvero l’ultimo, una volta scordato, che cosa resta? Come ci può aiutare la
memoria adesso, nel nostro contemporaneo?
Il processo didattico è diviso in tre fasi: una
prima propedeutica, una seconda di raccolta e una terza di scrittura.
L’obiettivo iniziale è la creazione di un gruppo in grado di ascoltarsi,
guardarsi, avere fiducia nell’altro e riconoscersi. La didattica iniziale sarà
improntata sul gioco teatrale e sulla relazione in modo da creare un gruppo
solido. Quindi, insieme ai ragazzi si proverà a fare una ricostruzione del
quartiere che ci ospita, chiedendo informazioni alle persone del posto,
raccogliendo interviste, materiali in genere, racconti di genitori, nonni e
parenti per accumulare materiale propedeutico alla scrittura.
Dopo aver raccolto i materiali “storici”, si
passerà con i ragazzi alla fase di scrittura vera e propria: attraverso piccoli
esercizi di drammaturgia si proverà a dare una propria visione dei "fatti
reali", trasformando lentamente la memoria storica in artigianato
fantasioso al punto da arrivare poi a chiedersi quale sia la realtà e quale la
finzione, ma senza cercare una risposta!