UMANA testo e regia di Francesca Esposito
Al teatro Tram di Napoli, sabato 4 e domenica 5 novembre 2023
Servizio di Pino Cotarelli
Abbiamo rivolto alcune domande alla regista Francesca Esposito
Come è nato questo spettacolo?
E' sempre difficile
stabile dove nasce un'idea di messa in scena. Da un'immagine, da un’emozione,
da un pensiero? Sono sempre stata attratta dalle porte socchiuse. Quelle che
guardi dall'interno di una stanza ma che ti fanno immaginare un fuori, oppure
un altro dentro. La sensazione di un altrove indefinito e di un confine che si
dissolve, che mescola ciò che era separato. Questa semplice immagine, atavica,
infantile, è stata la scintilla che ha ispirato “Umana”. E' stata però la
lettura di “Carattere e Nevrosi” di Claudio Naranjo che ha nutrito la visione
alla base di questo e di altri miei lavori. Naranjo parla di una ferita
originaria data dalla separazione dell'individuo dalla propria natura
profonda. Mi sono chiesta “cosa accadrebbe se potessi incontrare la mia natura
profonda? Cosa accadrebbe? Saprei accoglierla, riconoscerla?” Questa domanda è
stato l'esordio di un vero e proprio viaggio tra cosciente e inconscio,
l'inizio di una riflessione sulle forze che si muovono sotto il livello della
coscienza e che si manifestano in azioni, emozioni, persino pensieri (incarnati
nei “Nascosti”) che impediscono il contatto con la verità di sé stessi finché
non vengono svelati, portati alla luce, integrati.
Notevole il lavoro di coordinamento delle scene, in
particolare per i movimenti?
La mia formazione
teatrale comincia con Michele Monetta, maestro di mimo corporeo. Negli anni non
mi sono mai discostata dall'attenzione all'azione scenica, alla centralità del
corpo. Anche nella scrittura tengo conto del corpo e dello spazio come elementi
che compongono la drammaturgia. Ogni scena è costruita sul principio della
ricerca attoriale. L'attore è creatore delle scene e quindi fondamentale. Con
attori diversi la messa in scena sarebbe stata completamente diversa perché
ogni attore ha portato e messo in gioco sé stesso nella sua unicità di artista
e di essere umano.
Un tema molto
attuale quello dello smarrimento della propria identità?
La domanda
"chi sono io?" è tra le più antiche di tutti. Nasce assieme ai
processi di autoconoscenza dell'umanità. Direi, quindi, che è un tema sempre
attuale.
Questa epoca di
stravolgimento che stiamo vivendo, è paradossalmente favorevole alla
ridefinizione di identità poiché mette in crisi abitudini, parametri di
giudizio, il concetto stesso di realtà. Ampliare la propria consapevolezza,
portare in luce parti dimenticate di noi, prenderci la responsabilità delle
nostre vite, sono processi fondamentali per capire chi veramente siamo e come
vogliamo vivere.
Diffuso
specialmente nei giovani, riferimento a qualche realtà vissuta?
Ho notato,
specialmente nei giovanissimi, ma non solo, la convinzione di essere ciò che i
social network rimandano. Si tende, quindi, a brandizzare sé stessi e confinare
l'autodefinizione all'immagine. I social si trasformano da mezzo di
comunicazione e condivisione a specchio fasullo dentro cui cercare sé stessi.
Questa visione di sé è limitante e compromette la pienezza di un'esperienza di
vita appagante, autentica.
Necessarie due
brave attrici gemelle per rendere il tema? Semplice l’individuazione?
La messa in scena
di due attrici dalle stesse sembianze ha rafforzato enormemente il tema
dandogli una carica irresistibile. In una prima fase del progetto non era
previsto. La prima a aderire al progetto è stata Anna con la quale avevo già
avuto modo di collaborare. Poi è arrivata Clara che stimavo molto da
lontano ma che non conoscevo personalmente. Benché gemelle molto somiglianti
hanno caratteri, personalità, energie totalmente diverse. Questa loro
somiglianza eppure enorme differenza ha dato ad "Umana" quello che
cercavo.
Una scelta
difficile per i ruoli di tutti gli attori?
"Umana" è
stata un processo organico durante il quale sono avvenuti degli incontri più
che delle scelte. Con Carmela Ioime e Adriana D'Agostino, che compongono con me
il direttivo di Teatro Nudo, c'è un rapporto di amicizia che precede
"Umana". Sin dall'inizio ho sentito che questo progetto per
funzionare aveva bisogno di un humus umano speciale, personale, intimo. Ho
avuto la sensazione di "riconoscere" gli attori più che sceglierli...
come se ci fossimo incontrati a metà strada.
Altre
programmazioni per questo spettacolo?
Le due date presso
il Teatro Tram hanno registrato il tutto esaurito. Molte persone che volevano
vedere lo spettacolo non sono riuscite ad entrare. Ci saranno presto
novità che comunicheremo a breve. Il mio sogno sarebbe quello di portare
"Umana" al Piccolo Bellini e al Campania Teatro Festival perché penso
che non ci sia niente di meglio per un artista che sentirsi accolto nella
propria città di origine.
Abbiamo già
cominciato a lavorare a "Human Zoo-m, mostra digitale di umani in
cattività" un progetto che sarà sviluppato in varie fasi. Il tema
principale è l'identificazione delle persone con la propria immagine sui social
network. L'ispirazione è il mito della caverna di Platone: come gli uomini
incatenati chiamavano verità le ombre proiettate sul fondo della caverna, così
gli ospiti dello Zoo-m chiamano verità la propria immagine sullo schermo.
Il primo movimento
è andato in scena in forma di corto teatrale con il titolo "Cage 47"
con Adriana D'Agostino nel ruolo dell'influencer Birdy_vi e la voce di Taras
Nakonechnyi nel ruolo dell'assistente digitale Rabdo.
Nei prossimi
movimenti prevedo di coinvolgere altri attori della compagnia nel ruolo di
ospiti digitali di Human Zoo-m.
Spettacolo
vincitore del Premio Regista con la A
Produzione Teatro Nudo
Con Anna Bocchino, Clara Bocchino, Lucio De Cicco, Carmela Ioime, Taras Nakonechnyi
aiuto regia Adriana D'Agostino
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