LE DONNE DI MALAMORE, con Lucrezia Lante della Rovere, regia di Francesco Zecca

Al Teatro Politeama Pratese - Via G. Garibaldi 33/35, PRATO – il 24 novembre 2023. alle ore 21.00.

Servizio di Cinzia Capristo 

Al Politeama di Prato è andata in scena un monologo, tratto dal libro di Concita De Gregorio “Malamore”, interpretato da una poliedrica e giunonica Lucrezia Lante della Rovere. La pièce di Prato arriva in un momento delicato a ridosso della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, ufficializzata dalle Nazioni Unite nel 1999, per commemorare il coraggio delle tre sorelle Mirabel denominate “mariposas”.  Sul palco tre leggii e sulle note della canzone “Feeling Good” fa la sua entrata in scena una donna felina, ruggente, che domina il palco al suono delle parole della canzone che risuonano come un inno a cui tutte le donne anelano: it’s a new dawn, it’s a new day, it’s a new life for me, and I’m feeling good”. La musica fa da sfondo e da collante a situazioni diverse e diversificate, così la donna ruggente Lucrezia racconta di se, dei suoi inizi e di quanto sia stato difficile da madre, intraprendere il lavoro di attrice; delle difficoltà incontrate, del giudizio altrui, che come spesso accade, ti fa sentire inopportuna. Donne moderne che si barcamenano nel ruolo di madre, moglie e lavoratrice. Racconta il difficile rapporto tra madre e figlia, le aspettative deluse, tutto al grido di “Io mi sento male”, perché chi ha provato il male si sente male per il male altrui. 

Una donna che racconta il dolore di altre donne, che fa rivivere i personaggi che racconta, li interpreta, gli da voce e visibilità. Racconta le fragilità femminili sin dalla nascita, dell’infanzia violata, bambine vendute e stuprate, donne che sopportano e giustificano la violenza fino ad essere uccise; della disuguaglianza tra uomo e donna, sembrando fuori-sincrono, di donne che hanno ricreato nella loro arte la violenza per dimenticare la violenza, come Louise Bourgeois fotografata con un organo maschile sottobraccio per enfatizzare i comportamenti di suo padre e il silenzio di sua madre. Donne come ragni che tessono e ricompongono tele sfilacciate di vite abusate, di dolori mai sopiti. Donne che hanno più confidenza col dolore sin dal parto, ma il dolore può essere trasformato in forza. Cita il testo Barba-blu di Chiara Carrer dove a vincere è chi trova il coraggio, ma anche il racconto popolare catalano di “la rateta que escombrava l’escaleta”, per parlare della violenza domestica, sia fisica che psicologica.

Si affronta il problema delle donne che vendono il proprio corpo come una merce. Fa riflettere il pensiero di Concita quando sostiene che a volte invertendo le parti, il giudizio può cambiare e si può parlare di “una disfunzione di sistema”, poiché non è la donna ad avere bisogno nel cannibalismo dei corpi, ma è l’uomo. Racconta di Dora Maar, artista di talento e della sua invisibilità in quanto musa e compagna di Picasso, ma anche di tante bambine cinesi uccise per una questione di mentalità.

Cambiare per vincere il destino si può e come dice Concita De Gregorio: “Il Malamore è gramigna, cresce nei vasi dei nostri balconi. Sradicarlo costa più che tenerselo. Dargli acqua ogni giorno, alzare l’asticella della resistenza al dolore è una folle tentazione che può costare la vita”. Testo dal linguaggio semplice quello di Concita De Gregorio, ma non semplice da far rivivere a teatro in un monologo, Lucrezia Lante della Rovere ha avuto il merito di aver messo tutta la sua forza e la sua versatilità, per dare colore e forma ai personaggi di Concita. Il Pubblico ha apprezzato la performance dell’artista tributando lunghi applausi.

 

 LE DONNE DI MALAMORE tratto da Malamore di Concita De Gregorio

con Lucrezia Lante Della Rovere
regia di Francesco Zecca

produzione Argot Produzioni

Foto iniziale di Flavio Lovino

Altre foto di Silvia Tondelli

 




















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