SANGHENAPULE. Vita straordinaria di San Gennaro di e con Mimmo Borrelli e Roberto Saviano

Al Teatro Bellini Di Napoli dal 13 al 22 ottobre 2023

Servizio di Rita Felerico

Sanghenapule ha inaugurato con grande attesa di pubblico, venerdì 13 ottobre, la stagione del Teatro Bellini; lo spettacolo aveva debuttato al Piccolo Teatro Grassi a Milano il 5 aprile 2016 e finalmente viene rappresentato nella sua città. Si parla di Napoli, infatti, rivelandone storie anche poco conosciute osservandola da un punto di vista del tutto particolare. 

La trama è un intreccio di linguaggi – quello poetico e quello teatrale – volti ad unire storie con logica, sentimento e calibro drammaturgico per raccontare di Napoli e di vicende di storia spesso dimenticate. Storie che non si sovrappongono, ma dialogando in un avvincente contraltare immergono in una atmosfera di affabulazione aprendo a nuovi orizzonti che richiamano delle forti note della realtà. “Ci sono alcuni passaggi che risultano più efficaci nella sua interpretazione – dichiara Roberto Saviano riferendosi a Mimmo Borrelli nella bellissima intervista di Eleonora  Vasta - se a me occorrono alcuni minuti per costruire e comunicare un concetto, Mimmo, in una manciata di versi, restituisce immediatamente una emozione”. Ed è questo che rende lo spettacolo - grazie alla maestria dei protagonisti – una pagina di teatro destinata a restare nella memoria.

Si snodano, nelle visioni immaginifiche suggerite dalle parole, il susseguirsi nel tempo delle dominazioni che hanno occupato con il loro potere la città, lo sguardo del suo Santo protettore, Gennaro, un Santo sui generis, perfettamente in linea con la contraddittoria natura di un luogo nato dalla bellezza maledetta di un angelo ribelle. Si amalgama il rosso della tiara di Januarius e dei rubini incastonati insieme ad altre preziose gemme nel pesante copricapo vescovile, con il rosso del sangue del Santo, del cui prodigio in fondo ancora nulla si conosce, con il fuoco del vulcano, presenza ingombrante e invasiva. Sanghenapule abbraccia così al sangue di Gennaro, quello dei martiri, laici e cristiani, degli immigrati, della camorra e delle tante ferite mai rimarginate che rendono sanguinante questa città. “Ecco perché Napoli diventa un laboratorio rivoluzionario. Napoli non costruisce mai idee di bieco nazionalismo da opporre ai governi stranieri, anzi, Napoli risponde con principi universali che possono essere utilizzati e riconosciuti anche dai popoli i cui governi hanno conquistato Napoli”. E’ una affermazione di Saviano, presente nell’intervista a cui si è accennato, che ci fa comprendere meglio il lungo e appassionato richiamo alla Rivoluzione partenopea del 1799, unica rivoluzione italiana, che con poco orgoglio forse si ricorda, si richiama e riconosce.

Ma Napoli è così; anche dei suoi lati oscuri se ne parla con ondeggiante convinzione, con quel tanto di ironico tono utile antidoto alle sofferenze, se ne parla a volte quasi sussurrando, con ritmo basso e cadenzato così come sono state concepite le note delle musiche -mai invasive- di Gianluca Catuogno e Antonio Della Ragione che sottolineano i passaggi dello spettacolo. Efficaci a creare la giusta atmosfera si aggiunge il gioco delle luci di Salvatore Palladino, come di grande effetto sono le scene di Luigi Ferrigno che anche con oggetti simbolo – maschere, il bastone pastorale, il fuoco - accompagnano il testo e la drammaturgia di Roberto Saviano e Mimmo Borrelli. 

I due protagonisti spiccano sulle assi del palcoscenico con personalità ben definite, un mutuo accordo fra loro lega le varie scene e le loro voci definiscono il racconto e i fatti che fanno il racconto. Se Saviano si impone con un tono pacato e fluido pur narrando e denunciando lati oscuri e drammatici della sua città, che definisce ferita a morte, Borrelli prorompe con la sua grande energia nel divorare il palco, soprattutto al termine dello spettacolo quando irrompe con il suo bellissimo monologo, Napucalisse. Dice nell’intervista che abbiamo citato: “Lo spettacolo termina con una poesia che è anche una sorta di invettiva, un pezzo che scrissi per fare l’esperimento linguistico di portare sulla pagina scritta qualcosa che evocasse una colata lavica e che poi ha interpretato le mille anime di Napoli, i suoi innumerevoli ostacoli, cassetti nascosti, vicoli, in cui si celano ombre, da cui scaturiscono luci, affermazione e negazione, bene e male..”.

Come un file rouge San Gennaro è presente, a sovrastare e proteggere, ad accogliere e osservare, a tenere unite le due anime della città nella sua stessa contraddizione: ……Napule senza Ddie,  Napule senza a’ Maronna, Napule addo’ Maria i’ sanghe se ‘nfonne…..  Napule senz’ anema, Napule r’ ammore.

 

Sanghenapule
Vita straordinaria di San Gennaro 

testo e drammaturgia Roberto Saviano e Mimmo Borrelli
con Roberto Saviano e Mimmo Borrelli

musiche, esecuzione ed elettronica Gianluca Catuogno e Antonio Della Ragione
scene Luigi Ferrigno
costumi Enzo Pirozzi
luci Salvatore Palladino
sound design Alessio Foglia

regia Mimmo Borrelli

produzione Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini
in collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa

 

 

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