È SEMPE ’A STESSA STORIA… da testi e canzoni di Enzo Balzano, regia di Cristina Gentile.
Al Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli il 16, 17 e 18 febbraio 2024.
Servizio di Daniela Ricci
“Napule
è ’nu paese curioso: è ’nu teatro antico, sempre apierto.” Diceva Eduardo. “Ce
nasce gente ca senza cuncierto scenne p’ ’e strate e sape recità.”. Quante
volte ci è capitato a noi napoletani, di andare a casa di un nonno o di un
amico, o alle poste, al supermercato, in qualunque altro luogo e dire:” Sembra
un teatrino!” Abbastanza spesso direi.
Poi c’è Enzo Balzano che porta questo inconsapevole teatro in un teatro di finzione, nel senso letterale del termine: fingere ciò che è, ciò che a Napoli esiste veramente.
Con
E’ sempe ’a stessa storia…, spettacolo
in due atti rappresentato il 16, 17 e 18 febbraio al Nuovo Teatro Sancarluccio
di Napoli dalla compagnia teatrale Mastacanà,
non c’è stato uno spettatore che non abbia riconosciuto in ognuno dei
personaggi rappresentati un’amica, la mamma, lo zio, se non addirittura se stesso,
ridendoci su con ironia e autoironia.
Ho
scritto C’E’ Enzo Balzano, nonostante la messa in scena di questo
spettacolo sia un tributo che la compagnia gli regala dopo tre anni dalla sua
scomparsa, e non l’ho fatto volutamente. La sua presenza c’è e si sente per
tutta la durata dello stesso ma soprattutto nel primo atto, dedicato
interamente al pezzo teatrale Così nacqui
io in cui la voce narrante è quella originale di Enzo, estrapolata da
vecchie registrazioni. Si palesa quella corrispondenza
d’amorosi sensi a cui fa riferimento Ugo Foscolo nei Sepolcri e quella eredità d’affetti che fa sì che la vita
di chi lascia questo mondo continui nei vivi per l’eternità grazie alla religione del ricordo. Sentire la sua
voce, echeggiare tra le pareti di quel palcoscenico, tra le poltrone, i
palchetti, ha suscitato un nodo in gola anche in chi a Enzo non lo ha mai
conosciuto, generando un forte senso di suggestione e commozione.
Come
a sfogliare un album di fotografie in bianco e nero, Così nacqui io racconta la vita di un uomo, figlio d’arte, che
nasce si potrebbe dire, sulle tavole di un palcoscenico, e da quel piccolo
mondo intimo, vedi Napoli. Così come nel secondo atto, collage di estratti di
altri spettacoli scritti da Enzo Balzano, La fiaba di Petrosinella, I parenti
di San Gennaro, i pezzi musicali Carmela e la Dignità tratti da Libertà ‘e murì
nman, anche qui, vedi Napoli. Napoli città, ‘a città ‘e Pullecenella, fatta di
cultura e tradizioni storiche e millenarie, Napoli città d’arte e di bellezza,
fatta anche di persone che vivono applicando le regole del senso civico
come la civiltà insegna, e non soltanto di chi vive a modo proprio, autorizzando
qualche giornalista di turno a sostenere che Napoli non è una città, ma un modo
di vivere. Affermazione che si trasforma in un alibi che non vogliamo più
accettare sul quale si appoggia chi dovrebbe investire in un popolo straordinario,
solo per giustificarne il degrado. Napoli città, fatta di persone che apprezzano
e si fanno vanto del patrimonio artistico e culturale partenopeo. Persone come Paolo Bassano, Pia Castiello, Gaetano
Continillo, Cristina Gentile, Daniela Iannaccone, Paolo Labrano, Caterina
Magno, Lino Ruggiero, Raffaele Russo e Salvatore Vitrone, attori della
compagnia, che con grande carisma, professionalità, artisticità, hanno fatto sì
che un insieme di persone entrassero in un teatro per vedere uno spettacolo e
ne uscissero al termine più belle.
Potere dell’arte! Con il loro teatro sperimentale,
che unisce tradizione e innovazione, o meglio che apprende dalla tradizione per
proporre pezzi originali e di alta qualità, i Mastacanà ci hanno proposto due
atti brillanti, vivaci e divertenti, e raffinati allo stesso tempo, per un
pubblico vasto, di ogni età. Alle doti nella recitazione da cui si evince uno
studio approfondito dell’arte teatrale, si uniscono le capacità canore visibili
nei recitativi e nei canti, oltre che un uso ad hoc dello spazio scenico, in
cui simmetrie e asimmetrie hanno giocato un ruolo fondamentale nel viaggio che
l’immagine compie dall’occhio al cuore, come anche l’aver saputo ben calibrare
pesi e misure. Emerge infine un forte spirito di gruppo, un forte affiatamento.
“Grazie!” ho detto ad una delle attrici, “ci siamo divertiti tantissimo”.
“Anche noi ci siamo divertiti”, mi ha risposto. Non sono mancati difatti i
ringraziamenti da parte della regista Cristina Gentile al pubblico in sala per
averli onorati della sua presenza, e con affetto ricambiamo, con un grazie
particolare ad una persona speciale, per la quale tutto questo è stato
realizzato: Enzo Balzano.
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