GOLEM del regista israeliano AMOS GITAI POMPEII THEATRUM MUNDI prima italiana
Al Pompei, Teatro Grande del Parco Archeologico venerdì 20 e sabato 21 giugno 2025
Servizio di Rita Felerico
Come vivere o meglio
sopravvivere in un mondo dove la violenza e la guerra hanno sopraffatto la
nostra umanità e la nostra capacità di provare veri sentimenti e persino il
desiderio dei sentimenti?
Paesaggi di grandi macerie:
del cuore, della terra, delle città, dei suoi nuclei e luoghi vitali per la
vita e per la sopravvivenza. Immagini dalle quali è difficile distaccarsi, se
non con un moto di ribellione e di scelta di amore che indichi percorsi di
recupero e di dialogo. Rivolgersi alla storia,
perché finalmente parli per insegnare, per educare a futuri migliori dove la
dignità venga coltivata, rispettata, è un modo per azzerare il tempo e
ricominciare.
Amos Gitai ha inaugurato nel
magico spazio del Teatro Grande del Parco Archeologico di Pompei la stagione
del Pompeii Theatrum Mundi con GOLEM, spettacolo in prima sui
palcoscenici italiani. L’idea è proprio questa, rivedere il passato, capire il
presente e guardare con occhio rinnovatore al dopo. Abbiamo bisogno di un
Golem.
Golem ha le sue radici
nei testi della Cabala, è nato dalle leggende che lo descrivono come una
creatura di argilla creata magicamente per proteggere la comunità ebraica dalle
persecuzioni, un protettore, che rimanda alla custodia dei valori, dei
sentimenti filiali, della comunità di un popolo, un po' come i Lari, i Penati,
ricorda lo spirito della bella mbriana, portatrice di benessere in
famiglia e quindi di riflesso nella società.
Regista di linguaggio
raffinato, architetto firmato nelle scuole importanti dell’epoca d’oro
dell’architettura del secolo scorso, dichiara che oggi il teatro è il luogo
dove più ci si può esprimere, non solo più liberamente, senza legami di
particolare influenza, ma con strumenti efficaci di comunicazione, quelli che
si creano fra gli attori e il pubblico.
L’arte, in genere, è un luogo di resistenza lo spazio della denuncia,
della lotta senza violenza, lotta quella vera fra i pensieri, le idee, i
confronti, le parole. In Golem la sua professionale regia lega la pratica della
semiotica filmica alle sorprendenti trovate sceniche proprie del teatro, dove
la musica – linguaggio universale – è filo conduttore di tutto il racconto.
Dalla meravigliosa arpa
che apre lo spettacolo, alla voce di un baritono, al coro di I Lie di
David Lang ne La Grande Bellezza di Sorrentino, ai magnifici suoni di un
violino, di un pianoforte, di un oud, di delicate percussioni. E’ alla musica e ai canti – intonati in varie
lingue - che esprimono sapienza
popolare e veggenza futura che Aimos affida il compito di commentare ciò che
accade nella cavea pompeiana. Proiezioni di video che rimandano alla
deportazione, ai racconti di Singer, Roth, Shapiro, alla messa in scena di
giudizi di tribunali ‘venduti al potere’, alla polvere sollevata dalla povertà
e dall’emarginazione, dal sangue delle deportazioni, che scava fra gli stracci
e l’odore del sudiciume lasciato dai bombardamenti, dalle armi, dalle stragi
delle bombe.
Attori bravissimi,
calati perfettamente nei ruoli, palestinesi, israeliani, tedeschi, spagnoli,
tedeschi, francesi che con la loro lingua, nelle singole diversità, danno vita
ad una sola armonica parola. E’ questo il messaggio più forte, che segna tutto
Golem, che unisce la storia e la cultura dei popoli verso orizzonti di pace,
perché gli uomini, le donne, i bambini desiderano e vogliono la pace, vogliono
costruirla. E’ così, nei monologhi finali,
dalle singole storie di ognuno, che viene alla luce chi siamo, sono le storie
dei singoli uomini e delle singole donne che formano la STORIA, è questo che
unisce, una spiritualità unica, pur provenendo da diversi Paesi e luoghi, pur
nascendo in varie latitudini del mondo siamo uniti dal nostro senso di umanità.
Nessuno vuole le guerre,
tutti desideriamo vivere in un mondo nuovo, né oriente né occidente come
recita l’ultimo libro della studiosa Renata Pepicelli, occorre un nuovo
progetto politico/economico, scrive Anna Foa nel suo ultimo saggio Il
suicidio di Israele premiato all’ultimo Strega.
Grazie al Teatro
Mercadante, Teatro Nazionale, per farci vivere e godere della bellezza di
Pompei e tenerci sempre in guardia, come sentinelle, sugli orizzonti dell’arte
del presente con spettacoli come Golem.
LO SPETTACOLO DEBUTTA NELL’AMBITO DI POMPEII THEATRUM MUNDI, UN PROGETTO DEL TEATRO DI NAPOLI – TEATRO NAZIONALE E DEL PARCO ARCHEOLOGICO DI POMPEI
IN COLLABORAZIONE CON CAMPANIA TEATRO FESTIVAL –
FONDAZIONE CAMPANIA DEI FESTIVAL
TESTO AMOS
GITAI E MARIE-JOSÉ
SANSELME
REGIA AMOS
GITAI
CON BAHIRA
ABLASSI, IRÈNE JACOB, MICHA LESCOT, LAURENT NAOURI, MENASHE NOY, MINAS
QARAWANY, ANNE-LAURE SÉGLA
MUSICISTI ALEXEY
KOCHETKOV, KIOOMARS MUSAYYEBI, FLORIAN PICHLBAUER
CANTANTI AMANDINE BONTEMPS, ZOÉ FOURAY, SOPHIE LELEU
RICERCA RIVKA
MARKOVITSKI GITAI
ASSISTENTI ALLA REGIA CÉLINE
BODIS, ANAT GOLAN, KELLY CLAUDETTE
LUCI JEAN
KALMAN ASSISTENTE JULIETTE DE CHARNACÉ
SUONO ÉRIC
NEVEUX
SCENE AMOS GITAI ASSISTENTE SARA
ARNEBERG GITAI
TRUCCO E PARRUCCO CÉCILE
KRETSCHMAR
COSTUMI FANNY BROUSTE ASSISTENTI ISABELLE
FLOSI E EMMANUELLE
SANVOISIN
VIDEO LAURENT
TRUCHOT
CONSULENTE MUSICALE E DIRETTORE DEL CORO RICHARD WILBERFORCE
PREPARAZIONE E GESTIONE SOVRATITOLI KATHARINA
BADER
CONSULENTE YIDDISH SHAHAR
FINEBERG
REALIZZAZIONE ACCESSORI, COSTUMI E SCENOGRAFIA ATELIERS DE LA COLLINE
PRODUZIONE LA
COLLINE – THÉÂTRE NATIONAL
DIRETTORE TECNICO LAURENT
MATHIAS
LUCI GILLES THOMAIN/ JACQUES GRISLIN
SUONO ALEXANDRE
BORGIA
VIDEO ALEXIS
COHEN
DIRETTORE DI SCENA MORGANE
BULLET
SARTA ANGÈLE
GASPAR
TRUCCO E PARRUCCO IN
TOUR JEAN RITZ
PRODUZIONE DELLA TOURNÈE INTERNAZIONALE SORCIÈRES&CIE
CAPO DELLA PRODUZIONE VÉERONIQUE
FELENBOK
GESTIONE TOUR ONDINE
BUVAT
SI RINGRAZIA IL THÉÂTRE DU CHÂTELET E
CÉCILE TRÉMOLIÈRES
IN COLLABORAZIONE CON FONDAZIONE CAMPANIA DEI FESTIVAL –
CAMPANIA TEATRO FESTIVAL
SPETTACOLO IN TEDESCO, INGLESE, ARABO, SPAGNOLO, FRANCESE,
EBRAICO, RUSSO, YIDDISH
SOVRATITOLATO IN ITALIANO
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