METADIETRO di Flavia Mastrella e Antonio Rezza con Antonio Rezza e con Daniele Cavaioli habitat Flavia Mastrella.

Al teatro Trianon Viviani il 21 giugno 2025 – Per il Campania Teatro Festival 2025
 
Servizio di Rita Felerico
 
Antonio Rezza:
 la capacità, in una babele di parole, colori, panneggi scenici, grandi palloni colorati e gesti fisici quasi ginnici, di condurci con l’immaginazione in un mondo surreale e al tempo stesso terribilmente reale, che oltrepassa nella sua teatralità ogni racconto possibile dei fatti. “Come la forma sovrasta la persona, la parola sovrasta persone e forme, in un continuo sovrastarsi” afferma Antonio Rezza.  Siamo noi l’ammiraglio, il capitano di poche e incomprensibili parole che aderisce fisicamente con movimenti poco armonici ai voleri del capo della nave, il quale -tutto sommato- è indifferente quasi irresponsabile a ciò che accade durante le tempeste, sia ai bambini che cadono in mare e rischiano di affogare che ai genitori, i quali non sanno educare e tenere a bada i loro figli.
Metadietro, egoico e centrato su se stesso grida l’incapacità di stare nel mondo e nella realtà, che sappiamo abitare solo se la edulcoriamo con l’IA, con le finzioni di un video game, guardandola passare dietro lo sguardo velato dai video: la vita può ridursi ad un gioco?  oltretutto poco partecipato? A queste atmosfere internet si ispira l’habitat ideato da Flavia Mastrella: “Per gli spazi mi sono ispirata a quelli del web, alla fascinazione. Lo spazio sovrasta la persona e anche l'accadimento. E' un pentagono che diventa nave, astronave e altro, viaggiando nel mondo dell'informazione”.
 
C’è un momento in cui il pubblico sale – invitato da Rezza– sul palcoscenico, imitando, scimmiottando i salti del protagonista, che pontifica un cambiamento che non avverrà mai. Sappiamo ammutinaci, dissentire ancora? abbiamo ancora il senso delle cose?  Una vena ironica e comica attraversa il racconto, ma è senza colore, senza tonalità, non è tanto forte da farci scuotere nei corpi e nella mente. La si acquisisce come un dato di fatto. Si aspetta. Ci è data. Al capitano quasi amorfo e senza parole è affidato il finale.
Un successo da parte del pubblico, che ha accolto con ampio consenso – a mio avviso – anche battute e provocazioni poco eleganti; siamo diventati robot senza cervello? Spero sia solo una passeggera pigrizia. Il teatro e un teatro come quello di Rezza nasce forse con questo intento, scuoterci da un sonno che senza un brivido di paura e di desiderio non potrà abbandonarci.

 

METADIETRO DI FLAVIA MASTRELLA E ANTONIO REZZA
CON ANTONIO REZZA
E CON DANIELE CAVAIOLI
HABITAT FLAVIA MASTRELLA
(MAI) SCRITTO DA ANTONIO REZZA
ASSISTENTE ALLA CREAZIONE MASSIMO CAMILLI
LUCI E TECNICA  ALICE MOLLICA
VOCI FUORI CAMPO NOEMI PIRASTRU E MAURO RANUCCI
MONTAGGIO TRACCIA SONORA BARBARA FAONIO
MIX TRACCIA SONORA STEFANO FALCONE
MACCHINISTA EUGHENIJ RAZZECA
ORGANIZZAZIONE GENERALE TAMARA VIOLA, STEFANIA SALTARELLI
METALLI CISALL

FOTO ANNALISA GONNELLA, GIULIO MAZZI E FLAVIA MASTRELLA
PRODUZIONE LA FABBRICA DELL’ATTORE CENTRO DI PRODUZIONE TEATRALE – TEATRO VASCELLO E REZZA MASTRELLA
UFFICIO STAMPA ARTINCONNESSIONE
 

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