REGINA MADRE di Manlio Santanelli - regia Carlo Cerciello
Napoli Teatro Festival - Teatro Nuovo di Napoli - dall’8 al 10 giugno
Servizio di Rita Felerico

Si materializza nella lettura di Carlo Cerciello anche la figura di Lisa, la sorella più volte nominata nel testo originario dalla madre che, fino ad ora, non aveva mai avuto una voce. Si inserisce nel dialogo madre/figlio a conferma di un lessico familiare posto come coazione a ripetere, un gioco al massacro ripetuto nel tempo, che non scardinando i meccanismi / topos dei rapporti di relazione – l’incapacità di crescere, la dimestichezza e il fascino della gestione del potere - portano i protagonisti a scandagliare se stessi attraverso un gioco di parola che scorre sul filo della bugia, del travestimento, dello smascheramento intuito, disatteso, rivelato. Due simbolici manichini al lato del grande letto, un Pinocchio ed una Fata Turchina, rimandano alla fatica dell’essere umani, all’atteggiamento spavaldo e rituale del burattino nazionale che tanto nasconde e narra la situazione dell’oggi. Bisogna “uccidere la Madre” e ribaltare il concetto freudiano o è meglio porsi nell’ottica di ripensare ad un diverso concetto di ‘grande madre’? E’ probabile che sia più ‘utile’ superare la lettura tradizionale che ne ha fatto soprattutto la storia del pensiero occidentale, relegandola nei confini della contraddittoria immagine materna donatrice di vita e di morte.
Platone insegna. Il nostro destino è nella caverna , una caverna- corpo dalla quale liberarci e nella quale ritornare per liberare chi ne è rimasto imbrigliato. Questa è una delle funzioni del teatro.
con Fausto Russo Alesi e Imma Villa
regia Carlo Cerciello
scene Roberto Crea
costumi Daniela Ciancio
musiche Paolo Coletta-
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