A CHRISTMAS CAROL, Canto di Natale – IL MUSICAL, ispirato al racconto di Charles Dickens, regia di Fabrizio Angelini, con Roberto Ciufoli
Al teatro Politeama Pratese, via G. Garibaldi 33/35 Prato - venerdì 27/12/2024 ore 21
Servizio di Silvia Tondelli
Un
grandissimo e meritato successo di pubblico, per lo spettacolo A Christmas
Carol, Canto di Natale, andato in scena a Prato, al Politeama Pratese,
venerdì 27 dicembre 2024, in piena atmosfera natalizia.
Da subito si
è compreso che quello della Compagnia dell’Alba è un vero grande musical, non solo perché cantato dal
vivo anche nelle parti corali, ma anche per la complessità della scenografia di
Gabriele Moreschi, per la numerosità e varietà dei costumi di Marcella
Zappatore, ispirati all’epoca vittoriana, per la ricchezza delle coreografie
di Fabrizio Angelini, che firma anche la regia, e la bravura dei
numerosi cantanti-attori-ballerini che hanno affiancato, a ritmi più che
serrati e con innumerevoli cambi di scena e d’abito, un magistrale Roberto
Ciufoli perfettamente a suo agio nei panni dell’anziano avido e avaro protagonista
della novella, Ebenezer Scroodge.
Tutto
ciò sulle scoppiettanti musiche del pluripremiato premio Oscar Alan Merkel (autore,
fra le altre, delle colonne sonore disneyane de La Bella e la Bestia, La
Sirenetta, Aladdin), sotto la
direzione musicale di Gabriele De Guglielmo. Un congegno
perfetto che ha saputo conquistare gli spettatori, adulti e piccini, trascinandoli
in un mondo da favola, la favola del Natale di Charles Dickens.
Il sipario
si apre introducendo gli spettatori in una corte londinese del 1843 dove, alle
grigie e tetre facciate delle abitazioni, fa da contrappunto una folla cenciosa
e brulicante, ma piena di allegria per l’imminente arrivo del Natale. Subito Ebenezer Scroodge, proprietario del
Royal Exchange, si rivela per quello che è: un avaro strozzino, che odia il
Natale (“sono tutte scemenze!”) perché
gli impedisce di lavorare, che rifiuta ogni forma di carità, vessa il proprio
contabile Bob Cratchit
costringendolo a orari di lavoro infiniti per una paga da fame, e respinge financo l’ennesimo
invito alla cena del Natale del nipote Fred
Anderson, unico superstite della sua famiglia. Ma anche nei momenti più
cupi, lui, inesorabilmente calvo, con il tormentone “ne ho fin sopra i capelli!...è una metafora!” riuscirà a strappare
una risata, rendendo simpatico anche quel’uomo burbero e insensibile.
Giunta la
sera della vigilia di Natale Ebenezer
Scroodge, dopo un pasto miserrimo si accinge ad andare a letto, ma riceve
la visita dello spettro del socio Jacob
Marley, deceduto anni prima, che, incatenato per l’eternità ad un
pesante forziere, in compagna di altri spettri prigionieri della loro avidità, lo
ammonisce a non fare la stessa fine, e gli preannuncia che nella notte riceverà
la visita di tre Spiriti: lo spirito del Natale
passato, quello del Natale presente, e quello del Natale futuro.
Lo spirito
del Natale passato, interpretato da una donna, una sorta di fata vestita di
bianco, fa rivedere a Ebenezer Scroodge i passi salienti
della sua vita, dagli ammonimenti del padre “crea la tua fortuna e conservala!”, alla perdita della madre, la
corrispondenza con la sorella Fanny in collegio, la morte di parto di
quest’ultima, ma anche il Sig. Fezziwig (interpretato dal regista
e coreografo Fabrizio Angelini), suo
primo benevolo datore di lavoro, con le meravigliose feste danzanti della
vigilia di Natale (“chi non balla da
Fezziwig non lo sa!”), Emily, il
suo unico amore, sacrificato alla sua smania di arricchimento, fino alla
realizzazione della propria attività con il socio Jacob, e l’improvvisa morte
di questo.
Profondamente
turbato da quello che si è lasciato alle spalle, riceve la visita dello spirito
del Natale Presente, interpretato da
Gabriele
De Guglielmo che firma anche la direzione musicale, una sorta di
principe vestito di un ampio mantello verde bordato di pelliccia, che gli svela
la purezza di cuore del nipote, che prega per un riavvicinamento dello zio in
un Natale futuro, e la ricchezza d’amore della famiglia del suo contabile, nonostante
la povertà e la grave malattia del figlio.
Infine, è la
volta dello spirito del Natale Futuro,
una donna che mostra ad un ormai terrorizzato Ebenezer Scroodge un cimitero in cui i becchini scavano le fosse,
che accoglieranno il piccolo Tim, il
figlio del suo contabile, e il funerale di un anonimo avaro disprezzato da
tutti, al punto da depredare i suoi beni, che si rivelerà essere proprio lui
stesso.
Al mattino
successivo, Ebenezer Scroodge è
profondamente cambiato: riuscirà a dare la mancia ad un ragazzo per acquistare
il tacchino più grosso per il suo contabile, cui aumenterà lo stipendio promettendogli anche di curare il figlio,
ringrazierà finalmente la governante che, sapendolo solo, era venuta a
portargli del cibo, e si presenterà alla porta del nipote scusandosi, e venendo
accolto dalla sua famiglia a braccia aperte.
E’ un Natale
di speranza quello su cui scendono dall’alto copiosi fiocchi di neve prima che
il sipario si chiuda: quello che ci vuole ricordare che c’è ancora tempo per
cambiare, se lo vogliamo: possiamo e dobbiamo abbandonare l’indifferenza e
l’avidità che, allora come ora, ci isolano dagli altri e ci rendono insensibili.
E dopo i meritati applausi, Roberto Ciufoli, che ha saputo
interpretare il vecchio avaro in modo magistrale, riuscendo a strappare
comunque un sorriso anche nei momenti più cupi, ha voluto rivolgere al pubblico
l’invito ad andare a teatro lasciando da parte i social, perché andare a vedere
gli spettacoli dal vivo è il vero social.
A CHRISTMAS
CAROL, Canto di Natale – IL MUSICAL ispirato al racconto di Charles Dickens con Roberto
Ciufoli
regia e coreografie Fabrizio Angelini
musiche Alan Menken
liriche Lynn Ahrens
libretto Mike Ockrent e Lynn Ahrens
direzione musicale Gabriele De Guglielmo
versione italiana Gianfranco Vergoni
scene Gabriele Moreschi
disegno luci Valerio Tiberi
costumi Marcella Zappatore
produzione Compagnia dell’Alba, Aurora Eventi
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