Al Teatro
Politeama Pratese - Via G. Garibaldi 33/35, PRATO – il 20 alle ore 21 aprile
2023.
Servizio di Cinzia Capristo
Al
Ridotto del Politeama di Prato è andata in scena un monologo, in un solo atto,
scritto da Stefano Santomauro e dal drammaturgo sceneggiatore Francesco
Niccolini. Non è la prima volta che i due toscani, uno livornese l’altro
aretino, collaborano ad una drammaturgia. Una musica anticipa la presenza in
scena di Stefano Santomauro, il monologo inizia affrontando la funzione
che hanno acquisito i telefonini nella vita quotidiana di tutti noi e di quanto
avere un telefonino scarico, ci spaventa. Il caricabatterie diventa fulcro
essenziale, quanto una presa di corrente per caricarlo.
L’evoluzione
avuta nel corso degli anni delle compagnie telefoniche e l’appartenenza ad una anziché ad un’altra, determinava con chi parlare, perché il costo
della telefonata pesava su chi frequentare, sino ad arrivare alla comparazione
delle tariffe, ai vari optional, a Google Maps, che ci indica la direzione del
nostro cammino.
Una
quantità di fake news, immagini porno, che appaiono inaspettate, ci invadono,
come le tante complicate password che confondono ulteriormente come una
“Successione di Fibonacci”.
Santomauro
confronta tutto ciò, con l’era prima e post telefonini, citando film di
fantascienza come Blade Runner del 1982, dove uno dei protagonisti asseriva: “ho
visto cose che voi umani non avete mai visto”. La vis comica di Santomauro è una comicità veloce
e tagliente, caratterizzata anche da simpatiche battute in vernacolo toscano, che
pesca nel vissuto tra passato e presente, tra tecnologia e un universo di
persone che deve ancora adattarsi ad una tecnologia che avanza troppo
velocemente. Il linguaggio si è evoluto e una miriade di termini sono entrati a
far parte del nostro quotidiano: like, smartphone, blog, social, web, ecc. Una
libertà distorta dai social ha annientato i rapporti sociali e quelli di coppia,
redendoli prevalentemente dipendenti da approcci virtuali.

In
definitiva, il monologo messo in scena da Santomauro, analizza la società dei
nostri tempi, una società liquida dove tutto scorre velocemente, tutto e subito.
Con l’avvento del telefono cellulare si è spostata la componente dell’esserci,
della presenza dell’altro. Una moltitudine di individui isolati marciano per un
fine comune, ma nulla viene fatto in comune. Come dice Jonathan Rowe: “I
cellulari consentono a chi se ne sta in disparte, di tenersi in contatto e a
chi si tiene in contatto, di restarsene in disparte”.
La
tempestività di un atto o di un fatto, così come la concezione dello spazio
inteso come distanza, viene percepita in maniera diversa, del resto era già nel
pensiero dei greci che le cose sono soggette al cambiamento e alla
trasformazione; ecco che lo spazio virtuale diventa la nuova agorà dove
incontrarsi, scambiare idee, pensieri, tenersi aggiornati su ciò che accade
intorno a noi.
Un
pubblico entusiasta ha applaudito la performance di Santomauro, segno evidente
che le tematiche trattate nello spettacolo, suscitano interesse e ilarità.
Attore Stefano Santomauro
Scritto da Stefano Santomauro e Francesco Niccolini
Regia di Daniela Marozzi
Produzioni Grande Giovi
Foto di Silvia Tondelli
© RIPRODUZIONE
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