COEFORE, con Alessandra D’Elia, Caterina Pontrandolfo, Valentina Martiniello, Paolo Aguzzi e Andrea Palladino, regia di Laura Angiulli

Alla Galleria Toledo – per Campania Teatro Festival, il 3 luglio 2025, alle ore 21

Servizio di Cinzia Capristo

La kermesse andata in scena alla Galleria Toledo è una tragedia greca frutto di una trilogia di Eschilo. L’attenta regia di Laura Angiulli va per sottrazioni, l’intreccio degli eventi e dei personaggi rimane invariato, ma l’Angiulli con una narratologia sfronda il testo rendendolo più accessibile e riscopre radici antiche, rendendo il tutto a noi più vicino. Un remake che, come una prolessi, potrebbe cominciare direttamente dall’ultima scena finale dello spettacolo che ci fa rivivere, con il canto di una Coefora, interpretata da una bravissima Caterina Pontrandolfo, il dolore di una madre che ha perso una figlia, intonando un canto nel dialetto dell’abisso del mare Ionio, antica culla greca, per ricordarci che quel canto disperato a noi vicino, proviene da lontano. Una drammaturgia quella dell’Angiuli che unisce armonia e sensibilità, con una linea interpretativa che valorizza la duplicità della figura di Clitennestra, donna forte e combattente, ma al contempo seduttiva.

Come un’analessi l’inizio della pièce comincia con una madre che piange una figlia, ma siamo nell’antica Grecia abitata da Dei. Agamennone capo della spedizione greca contro Troia per placare l’ira degli Dei decide di sacrificare la vergine Ifigenia. Agamennone sacrifica la figlia per diventare Re. La sconfitta di Troia è opera del disegno divino di Zeus, ma tutto ciò provocherà situazioni dolorose a cascata. Clitennestra, una donna giovane e seduttiva, tradisce Agamennone con Egisto che usurpa, in sua assenza, il regno di Micene. Dopo dieci anni, finita la guerra di Troia, Agamennone torna vincitore, ma l’odio che la Regina Clitennestra cova per suo marito ha radici lontane. 

Accecata da un odio e un sentimento di rancore agisce per vendicare la morte della figlia Ifigenia. Egisto uccide Agamennone con la complicità di Clitennestra. Oreste, suo figlio, in gran segreto, su volere del Dio Apollo, torna per vendicare la morte di Agamennone suo padre. In un sogno premonitore Clitennestra anticipa l’evento della sua morte. Oreste ucciderà Egisto e con la stessa spada insanguinata si macchierà di matricidio. Una uscita di scena quella di Clitennestra conforme al suo personaggio, una donna altera e dignitosa, che anche in punto di morte non perde di contegno. In Coefore tutti i personaggi sembrano essere investiti di una tensione palpabile. Il tutto è accompagnato dal canto di lacrime per i morti delle Coefore che gridano vendetta, auspicando che il demone lasci quella casa e vada a infliggere tormenti altrove. Vi è la volontà di liberarsi dal demone e da un passato di uccisioni e vendette per salvare la stirpe.

Tutti gli attori in questa pièce sono stati impegnati nei loro ruoli dando prova di una grande e intensa interpretazione. Alessandra D’Elia ha saputo ben interpretare la duplicità del personaggio di Clitennestra, sul suo volto traspariva l’odio e la vendetta di una donna ferita, ma all’occorrenza le sue movenze del corpo parlavano anche di una donna seduttiva. Bravi e intensi nei loro personaggi anche Caterina Potrandolfo Valentina Martinello, Paolo Aguzzi e Andrea Palladino.

La scenografia è scarna, dei pannelli sul fondo, due colonne doriche, una pietra che rappresenta la tomba di Agamennone, e delle rovine ad indicare le rovine di una casa, ma anche di un regno, Il tutto lasciato alla bravura degli attori.

Una bella e coesa compagnia ci ha fatto rivivere la tragedia dell’antica Grecia. I canti delle Coefore affidati ad una bravissima e struggente Caterina Potrandolfo hanno dato enfasi e quel giusto pathos che appartiene alla tragedia greca, facendoci scendere negli inferi dell’Ade con un ritmo agonale, soprattutto nella scena del matricidio che ci ha condotto in una prospettiva diversa di pietas non nel senso greco del termine, ma latino, di sofferenza per l’inquietudine e il terrore della sopraggiunta morte di Clitennestra. Uno spettacolo veramente ben strutturato, una narrazione frutto di uno studio approfondito e scandito da un ritmo incessante anche grazie al supporto di validi attori.

 

COEFORE DA ESCHILO
DRAMMATURGIA E REGIA LAURA ANGIULLI
CON ALESSANDRA D’ELIA, CATERINA PONTRANDOLFO, VALENTINA MARTINIELLO, PAOLO AGUZZI, ANDREA PALLADINO
AMBIENTAZIONE ROSARIO SQUILLACE
LUCI CESARE ACCETTA
ELABORAZIONE MUSICALE MARIO GABOLA
DIREZIONE TECNICA LUCIO SABATINO
ASSISTENTE REGIA LUCA CRISTIANO
BEST BOY MUNASINHA MUDIYANSEL SAMANTHA
PRODUZIONE IL TEATRO COOPERATIVA STABILE D’INNOVAZIONE GALLERIA TOLEDO

 

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