Al Teatro
Sannazaro 26 giugno 2025, ore 21:00, 27 giugno 2025, ore 19:00 durata 1h e 50
minuti – Per il Campania Teatro Festival 2025.
Servizio di Pino Cotarelli

Napoli – Preceduto dalla presentazione di Adrée
Rooth Shammah, presidente del Teatro Franco
Parenti, che ha ringraziato per l’invito rivoltogli da
Ruggiero Cappuccio al Campania Teatro Festival per rappresentare questa
importante storia tratta dall’omonimo libro di Elsa Morante e ha sottolineato
la grande stima dei milanesi per gli autori teatrali napoletani che spesso
approdano a Milano con le loro rappresentazioni; “Eduardo ebbe la sua
consacrazione proprio a Milano”, afferma, e ancora “per una volta sono i milanesi che vengono
a Napoli”, felice ed emozionata per la forte aspettativa sull’esito del
gradimento del pubblico per il lavoro prodotto, prossimo alla rappresentazione.
Infatti, notiamo la particolare lettura della storia nella drammaturgia di Marco
Archetti e nella regia di Fausto Cabra, che mette al centro della
rappresentazione il lettore ovvero ciò che il racconto suscita nella
sua mente e le riflessioni conseguenti, ovvero quello che susciterà nel
pubblico stesso.
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L’inizio mostra una sala d’attesa dove un tabellone avverte di
uno sciopero in corso; una
signora (
Franca
Penone) prende posto, dopo aver rassicurato al telefono i suoi due
figli che attenderà la fine dello sciopero. Si sistema su una poltrona e si
accinge a leggere un libro dal titolo
La Storia e
man
mano che va avanti nella lettura, questa si materializza e le singole vicende
vengono rappresentate sulla scena. Siamo nel gennaio del 1941
Gunther (
Francesco
Sferrazza Papa) giovanissimo militare del
Reich ormai ubriaco, vaga per le strade romane e incontra una donna, una
maestra trentasettenne Ida Ramundo (Franca Penone), che
nasconde la sua origine ebrea per parte di madre, vedova Mancuso e madre di un
turbolento ragazzo quindicenne di nome Antonio Mancuso (Alberto
Onofrietti) soprannominato Nino.

Il soldato violenta la donna, lasciandola
incinta. Dalla gravidanza nasce
Giuseppe (
Francesco Sferrazza Papa),
chiamato "
Useppe" da suo fratello Nino. La madre dirà
che ha trovato il bambino per la strada e di lui non si dovrà far parola,
infatti, il bambino vivrò da recluso ed avrà i suoi limiti evolutivi. Di
Gunther si saprà che è morto su di un convoglio aereo destinato al trasporto
delle truppe tedesche in Africa. Ida è la figlia di Giuseppe Ramundo
(Alberto
Onofrietti), di fede anarchica, e della madre Eleonora
"Noruzza" Almagià (
Franca Penone) di origine ebrea, la quale prima
delle
leggi
razziali l’aveva fatta battezzare nella Chiesa cattolica per proteggerla. Al termine della prima
guerra mondiale,
Ida (Franca Penone) conosce un commesso
viaggiatore di origine siciliana, Alfio Mancuso (Alberto Onofrietti),
col quale si sposa, andando a vivere a Roma
e da cui avrà Nino; questi reduce dalla guerra d'Etiopia, malato
di cancro morirà
lasciando Ida e il figlio soli.

Ma adesso Ida e i suoi figli Nino e Useppe, vivono
in una casa di San Lorenzo, il primogenito Nino spaccone e fervente fascista pur
non avendo alcuna idea di cosa sia il fascismo, utilizza un linguaggio scurrile
di borgata ed è spavaldo e sfrontato. Nel 1943 parte con un battaglione di camicie
nere per il nord Italia, ma al ritorno non è più camicia nera ma
partigiano comunista;
il suo soprannome è partigiano Assodicuori. Intanto un bombardamento ha
distrutto la casa di San Lorenzo uccidendo il cane Blitz che Nino aveva
regalato a Useppe. La storia prosegue con le tante vicende che si contorcono e
si avvitano su se stesse in un periodo molto complesso; prima il regime
fascista, le guerre coloniali, poi la seconda guerra mondiale, poi la
liberazione con gli americani che appare più una occupazione.

Ma la famiglia di
Ida sembra non trovare pace, fra coinvolgimento in vicende di contrabbando di Nino
e la malattia di Useppe, la morte si affaccia in quella martoriata famiglia
portando via entrambi i figli. Ida in preda alla disperazione viene rinchiusa
in un ospedale psichiatrico dove morirà nove anni dopo. Ed ecco che la
storia riparte dall’inizio, la donna seduta a leggere, chiude il libro, prende
il treno e arriva nella stazione dove incontra i suoi due figli che sono Nino e
Giuseppe che l’aspettavano dall’inizio. E riparte tutto d’accapo?
Nelle note di regia, si afferma che Elsa Morante
nel suo libro La storia, non sembra abbia voluto dare un messaggio, né tantomeno
una morale, la rappresentazione invece, accenna, attraverso il personaggio Nino,
con la sua eccentrica personalità che può apparire banale e superficiale,
una possibile via, una pseudo-rivoluzione collettiva-globale che possa mettere
al centro l’umano con il suo valore universale. Potrebbe essere il
desiderio di una ulteriore ultima speranza? Un via di uscita? L’uomo cercherà
sempre una speranza per alimentare il suo amore per la vita. La storia si
ripete sempre e ogni storia è contenuta in un’altra ancora più grande.
Una rappresentazione dalla durata
forse eccessiva che comporta la necessità per gli attori di ricoprire più
ruoli, di entrare e uscire dai vari personaggi, può risultare quindi spezzettata
e ostica ad un pubblico non abituato alle innovazioni. Di certo si è assistito
ad una prova attoriale di elevatissimo livello per capacità recitative e per i movimenti
scenici, in particolare per il ruolo di Nino e non solo, che è raro vedere
nelle rappresentazioni, un notevole dispendio di energia e la capacità per gli
attori di comporre e scomporre insieme alla recitazione, la scenografia. Complimenti
quindi all’intera compagnia per l’estenuante impegno profuso con rara bravura
attoriale e recitativa.
LA STORIA - Uno Scandalo Che Dura Da Diecimila
Anni
Liberamente Ispirato A La Storia Di Elsa Morante, Edito In
Italia Da Giulio Einaudi Editore
By Arrangement With The Italian Literary Agency
Drammaturgia Marco Archetti
Regia Fausto Cabra
Con Franca Penone, Alberto Onofrietti, Francesco Sferrazza
Papa
Scene E Costumi Roberta Monopoli
Drammaturgia del Suono Mimosa Campironi
Luci Marco Renica, Fausto Cabra
Video Giulio Cavallini
Regista Assistente Anna Leopaldo
Direttore di Scena Riccardo Scanarotti
Elettricista Gabriele Pensieri
Sarta Alessia Di Meo
Produzione Teatro Franco Parenti / Centro
Teatrale Bresciano
In co-produzione con Campania Teatro
Festival – Fondazione Campania Dei Festival
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