LA PRINCIPESSA DI LAMPEDUSA, con Sonia Bergamasco

Al Teatro Sannazaro – per Campania Teatro Festival il 20 alle ore 21, 21 alle ore 19, Giugno 2025.

Servizio di Cinzia Capristo

La kermesse andata in scena il 20 Giugno al teatro San Nazzaro prende spunto dal romanzo storico “La principessa di Lampedusa” di Ruggero Cappuccio, libro pubblicato nel 2024 da Feltrinelli. Cappuccio uomo di cultura ha avuto la possibilità di leggere e attingere ai diari della principessa di Lampedusa, madre di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, donna moderna e complessa. Figura che si staglia tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. In questa pièce, diretta e interpretata da Sonia Bergamasco, gli avvenimenti storici fanno da cornice a un ritratto a pennellate energiche, dove l’invenzione letteraria e la realtà si confondono dando quelle giuste sfumature in un tocco di leggiadria. Una donna, Beatrice Mastrogiovanni Tasca di Cutò, ormai al tramonto dei suoi anni guarda al passato, ma è proiettata verso il futuro che non le sarà, purtroppo, fausto. Muore nel 1946 senza vedere la ricostruzione di una Italia e della sua amata Sicilia, ridotta a pezzi dai bombardamenti di una guerra mondiale.

Lo scenario si apre e si vedono spighe di grano, rovine di palazzi e un’altalena; sullo sfondo un pannello con colori cangianti, il frinire di grilli ne completa il quadro, sembra una musica che fa presagire una quiete prima della tempesta. In questa ambientazione con incedere sognante entra la protagonista, Beatrice Mastrogiovanni Tasca di Cutò, impersonata da una poliedrica e brava Sonia Bergamasco, si adagia sull’altalena voltando le spalle al pubblico e in un effetto scenico, chinando la testa, sembra un corpo con la testa mozzata; l’altalena diventa un patibolo, un sacrario dove mondo reale e onirico si incontrano.

In un racconto portato agli estremi Sonia Bergamasco tocca le corde intime e sensuali della donna Beatrice che ha desiderato e che non vuole rinunciare a desiderare anche quando tutto sembra ormai giunto a fine, e come su un crinale di una montagna tocca i punti di una vita terrena vissuta intensamente. Una donna colta che parlava tre lingue, ma che non ha rinunciato al suo idioma siciliano, e la Bergamasco, in un siciliano stretto, dà forza a questo amore di Beatrice per la Sicilia e per il suo popolo.

Un monologo fatto di ricordi, di rimembranze, una figlia perduta, Stefania, che abita tutti i suoi sogni, il figlio Giuseppe che diventerà scrittore e a cui lei affida la narrazione della sua Sicilia bloccando i suoi pensieri nel suo romanzo segreto l’Eclissi. Eclissi di una Sicilia che non sarà più la stessa, non più il waltz “Gounod di Faust, ma bombe e sogni infranti. Caronte l’ha traghettata nell’ade, ma Beatrice è ancora legata alla vita terrena, si rivede giovane, elegante, ballare nei grandi saloni tra cristalli e quadri, piena di corteggiatori, ma si rivede anche quando nel 1943 attraversando le strade di una Palermo distrutta da 1456 bombe sganciate sui tetti e sulle cupole cammina come un fantasma che vaga in cerca di un passato che si è sgretolato.

Il palazzo di famiglia, tra soffitti sfondati e librerie crollate, riaccende ricordi dei giorni in cui la città era meta di viaggiatori stranieri, un passato glorioso di sogni e speranze, ma come dice la protagonista: “I siciliani non perdono il sonno onirico, il desiderio dell’oblio”. Ad osservarla segretamente da una finestra c'è Eugenia, una giovane ragazza soffocata da un padre che la vorrebbe sposa per interesse, in quell’immagine di giovane donna rivede se stessa e come proiettare i suoi sogni infranti, mentre la sua mente di donna libera continua ancora a vagare tra mille pensieri sfidando il tempo.

Tra le rovine di una città distrutta un ultimo ballo, con l’aiuto della gente del quartiere per omaggiare una città e un popolo, invitando il bel mondo palermitano, dai Lanza di Trabia ai Florio, dai Valguarnera ai Moncada. Beatrice, Principessa di Lampedusa, in una girandola di personaggi fa rivivere il palazzo di famiglia che troverà riscontro nei racconti di suo figlio Giuseppe Tomasi di Lampedusa nel romanzo “Il Gattopardo”, e a renderlo imperituro nel tempo da Luchino Visconti con le musiche di Giuseppe Verdi nel brano il Brilliant Waltz orchestrato per l’occasione da Nino Rota. Una drammaturgia quella di Sonia Bergamasco dove spazio e tempo si confondono. Nel personaggio interpretato da Sonia Bergamasco tutto viene immaginato senza limiti, uscire da se stessi per incontrare se stessi, in una regressione temporale di ricordi. Come sostiene l’autrice questo è “un teatro delle emozioni e del pensiero”.

Il ricavato della Sezione Osservatorio devoluto all’Associazione Gazzella

DI RUGGERO CAPPUCCIO

DIRETTO E INTERPRETATO DA SONIA BERGAMASCO

MUSICHE MARCO BETTA

ELABORAZIONI SONORE IVO PARLATI

SUONO MARCO D’AMBROSIO

CONSULENZA AL SUONO GUP ALCARO

SCENA PAOLO IAMMARRONE, VINCENZO FIORILLO

COSTUME CARLO POGGIOLI

LUCI CESARE ACCETTA

OPERATORE LUCI FRANCESCO ADINOLFI

AIUTO REGIA UMBERTO SALVATO

SARTA DANIELA GUIDA

DIRETTORE DI SCENA GIULIANO GARGIULO

MACCHINISTA ROSS CROCE

ELETTRICISTA SIMONE NAPPO

PRODUZIONE CAMPANIA TEATRO FESTIVAL – FONDAZIONE CAMPANIA DEI FESTIVAL E TEATRO DI ROMA – TEATRO NAZIONALE

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA