Cortile Delle Carrozze di Palazzo Reale di Napoli
(Accesso Da Piazza Del Plebiscito) 15 giugno 2025, ore 21:30 durata 1h
Servizio
di Rita
Felerico
La musica dei due
pianoforti magistralmente interpretata dalle esperte dita del Duo Miroirs
-Antonello D’Onofrio Claudio Soviero – è in perfetta sintonia e
sorprendente dialogo, sfoglia la partitura de La Traviata, opera
amatissima di Giuseppe Verdi, impressa con partecipata emozionalità nella
mente e nel cuore di tutti. I Maestri accompagnano la caleidoscopica voce,
ricca di timbri e svariate sfumature, di
Alessio Boni che narra, leggendo il carteggio fra Verdi e l’affascinante
soprano Giuseppina Strepponi, non solo la storia di un amore, ma l’amore che vive fra i
principali protagonisti dell’opera, Violetta e Alfredo, nei quali ci si
identifica e ci si riconosce, come Verdi e Peppina. Sì, perché nel suo evolversi
la storia incarna i classici tòpoi dell’amore e rispecchia nella sua
singolarità e anticonformismo i caratteri di un’epoca e non solo di quella del
tardo Ottocento.
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L’opera, fischiata alla
prima de la Fenice di Venezia, vuoi per la debole prova degli interpreti, vuoi
per quella vena di scandalo che emerge e vuole imporsi, è stata poi accolta nel
mondo, con il sostegno entusiasta del
pubblico e della critica. Verdi ritrovava nelle pagine di Traviata ( fonte è
La dame aux camélias di Alexandre Dumas ) richiami autobiografici, la sua
storia d’amore con Peppina, non proprio rispettosa dei canoni sociali
dell’epoca e quindi bersaglio dell’opposizione di antiquate convenzioni e
pregiudizi sociali che spinsero Verdi e Peppina ad allontanarsi da
Busseto e infine a sposarsi dopo ben 10
anni di convivenza.
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Peppina aveva già due
figli, nati da una relazione irregolare, viveva fra Parigi, l’Italia e le
capitali europee o meglio nei teatri dove si esibiva con successo. Dopo due
anni dalla conoscenza con Verdi, nel
1844, Peppina lascia le scene per sopraggiunte difficoltà con la voce, non più
al massimo del suo valore, e segue il Maestro, si dedica a lui, ne segue gli
affari, lo ascolta, suggerisce battute e scene in ogni opera, perché il Maestro
tiene e richiede il suo parere. E’ con lui fino alla fine della sua vita: muore
nella loro tenuta di Sant’Agata a pochi
chilometri da Busseto nel 1897, precedendo di
qualche anno quella del Maestro, 1901.

Avevano, i due amanti e
poi sposi, l’abitudine di appellarsi con nomi come ‘pasticcio’ , ‘mostro’, ma
Peppina nel salutarlo lo bacia sempre
sul cuore, come a ricordare il loro patto, la loro intima complicità. Quell’amore
proibito aveva ‘educato’ Verdi alle passioni,
al linguaggio dei sentimenti e per questo pretendeva dal suo librettista, il
fascinoso Piave, per la sua Traviata parole che rispondessero ai veri
sentimenti, non quelli che un comune linguaggio richiede. Le parole dovevano
scavare, andare a far rilucere le verità nascoste, quello che come umanità
siamo e cosa possiamo ricavare di buono da essa. Il loro amore comunque
trionfa, nonostante tutto : riposano insieme in
piazza Buonarotti a Milano nella Casa di
Riposo per Musicisti, voluta dallo stesso Verdi, così come voleva e desiderava
il Maestro.
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Conoscere cosa si
nasconde dietro un’opera come Traviata, rivela ancora di più il perché del suo
successo, proprio oggi, in tempi di cupa
violenza femminicida, di cupo diniego all’espressività femminile, in tutti i Paesi seppure in diverse forme.
Ascoltando
Alessio Boni e Antonello e Claudio che
ci hanno condotto in un sensibile e continuo crescendo verso la fine della
musica e del testo, del bravissimo Filippo Arriva, si comprende come le fragilità e i
desideri umani sono la solida struttura degli uomini e delle donne che sanno
attraversare i propri limiti e le proprie debolezze per esaudire desideri di
bellezza e amore che appartengono e sono di tutti. Lasciano qualche nota sospesa ed anche il vuoto di qualche
parola i bravissimi artisti, non a caso
penso, ma per dare agli spettatori, a
noi la possibilità di riempire in prima persona quei vuoti di note e parole per
continuare Traviata e poter dire anche noi traviata sono io.
LA
TRAVIATA SONO IO
voce
recitante Alessio
Boni
duo
Miroirs (Antonello D’Onofrio – Claudio
Soviero)
testo Filippo Arriva
musica
da
Giuseppe Verdi di Marco Salvio
coordinamento
artistico Elena Marazzita
distribuzione
esclusiva Aidastudioproduzioni
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RISERVATA