LA TRAVIATA SONO IO, testo Filippo Arriva, musica da Giuseppe Verdi di Marco Salvio, voce recitante Alessio Boni.

Cortile Delle Carrozze di Palazzo Reale di Napoli (Accesso Da Piazza Del Plebiscito) 15 giugno 2025, ore 21:30 durata 1h

Servizio di Rita Felerico

La musica dei due pianoforti magistralmente interpretata dalle esperte dita del Duo Miroirs -Antonello D’Onofrio  Claudio  Soviero – è in perfetta sintonia e sorprendente dialogo, sfoglia la partitura de La Traviata, opera amatissima di Giuseppe Verdi,  impressa con partecipata emozionalità nella mente e nel cuore di tutti. I Maestri accompagnano la caleidoscopica voce, ricca di timbri e svariate sfumature,  di Alessio Boni che narra, leggendo il carteggio fra Verdi e l’affascinante soprano Giuseppina Strepponi, non solo la storia  di un amore, ma l’amore che vive fra i principali protagonisti dell’opera, Violetta e Alfredo, nei quali ci si identifica e ci si riconosce, come Verdi e Peppina. Sì, perché nel suo evolversi la storia incarna i classici tòpoi dell’amore e rispecchia nella sua singolarità e anticonformismo i caratteri di un’epoca e non solo di quella del tardo Ottocento.

L’opera, fischiata alla prima de la Fenice di Venezia, vuoi per la debole prova degli interpreti, vuoi per quella vena di scandalo che emerge e vuole imporsi, è stata poi accolta nel mondo, con il sostegno entusiasta  del pubblico e della critica. Verdi ritrovava nelle pagine di Traviata ( fonte è La dame aux camélias di Alexandre Dumas ) richiami autobiografici, la sua storia d’amore con Peppina, non proprio rispettosa dei canoni sociali dell’epoca e quindi bersaglio dell’opposizione di antiquate convenzioni e pregiudizi sociali che spinsero Verdi e Peppina ad allontanarsi da Busseto e infine a  sposarsi dopo ben 10 anni di convivenza.

Peppina aveva già due figli, nati da una relazione irregolare, viveva fra Parigi, l’Italia e le capitali europee o meglio nei teatri dove si esibiva con successo. Dopo due anni dalla conoscenza con  Verdi, nel 1844, Peppina lascia le scene per sopraggiunte difficoltà con la voce, non più al massimo del suo valore, e segue il Maestro, si dedica a lui, ne segue gli affari, lo ascolta, suggerisce battute e scene in ogni opera, perché il Maestro tiene e richiede il suo parere. E’ con lui fino alla fine della sua vita: muore nella loro tenuta di Sant’Agata  a pochi chilometri da Busseto nel 1897, precedendo di  qualche anno quella del Maestro, 1901.

Avevano, i due amanti e poi sposi, l’abitudine di appellarsi con nomi come ‘pasticcio’ , ‘mostro’, ma Peppina  nel salutarlo lo bacia sempre sul cuore, come a ricordare il loro patto, la loro intima complicità. Quell’amore proibito  aveva ‘educato’ Verdi alle passioni, al linguaggio dei sentimenti e per questo pretendeva dal suo librettista, il fascinoso Piave, per la sua Traviata parole che rispondessero ai veri sentimenti, non quelli che un comune linguaggio richiede. Le parole dovevano scavare, andare a far rilucere le verità nascoste, quello che come umanità siamo e cosa possiamo ricavare di buono da essa. Il loro amore comunque trionfa, nonostante tutto : riposano insieme in piazza Buonarotti a Milano nella Casa di Riposo per Musicisti, voluta dallo stesso Verdi, così come voleva e desiderava il  Maestro.

Conoscere cosa si nasconde dietro un’opera come Traviata, rivela ancora di più il perché del suo successo,  proprio oggi, in tempi di cupa violenza femminicida, di cupo diniego all’espressività femminile, in tutti i  Paesi seppure in diverse forme.

Ascoltando Alessio Boni e  Antonello e Claudio che ci hanno condotto in un sensibile e continuo crescendo verso la fine della musica e del testo, del bravissimo Filippo Arriva,  si comprende come le fragilità e i desideri umani sono la solida struttura degli uomini e delle donne che sanno attraversare i propri limiti e le proprie debolezze per esaudire desideri di bellezza e amore che appartengono e sono di tutti.          Lasciano qualche nota sospesa ed anche il vuoto di qualche parola i bravissimi artisti,  non a caso penso, ma  per dare agli spettatori, a noi la possibilità di riempire in prima persona quei vuoti di note e parole per continuare Traviata e poter dire anche noi traviata sono io.   

LA TRAVIATA SONO IO
voce recitante  Alessio  Boni
duo Miroirs (Antonello D’Onofrio – Claudio  Soviero)
testo Filippo Arriva
musica da Giuseppe Verdi  di  Marco Salvio
coordinamento artistico  Elena Marazzita
distribuzione esclusiva   Aidastudioproduzioni

                                                                                                    

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