LA ZATTERA DI GERICAULT di Carlo Longo, regia Piero Maccarinelli

Teatro San Ferdinando di Napoli dal 27 ottobre al 6 novembre 2022

Servizio di Pino Cotarelli

Napoli – Théodore Géricault esponente del Romanticismo francese dalla formazione accademica, preferiva utilizzare nelle sue opere, soggetti appartenenti alla contemporaneità. A soli ventotto anni espone al Salon di Parigi, un gigantesco dipinto dal titolo La zattera della Medusa, un’opera che raffigurava i naufraghi abbandonati su una zattera, al largo delle coste del Senegal, dal vigliacco e incompetente comandante della nave, messo a capo della “Meduse” solo per la passata fedeltà alla monarchia appena restaurata. Una capacità pittorica, dalle preminenti tinte grigie, con figure di disperati protesi verso la speranza di una salvezza, corpi senza vita, corpi consumati, corpi annegati nel mare in tempesta, chiarori alla Caravaggio che accentuano la tridimensionalità; una intensità che evoca i momenti drammatici vissuti dalle centoquarantasette persone abbandonate in mare, delle quali solo quindici si salvarono, dopo episodi di cannibalismo, disperazione, pazzia e annegamenti. 

Appare subito evidente il significato di denuncia dell’inefficienza della monarchia appena restaurata; un segnale-presagio che non sfuggi neanche al re Louis XVII. Una ricostruzione storica a rebours della vita di Théodore Géricault, concepita dell’autore Carlo Longo, che l’oculata regia di Piero Maccarinelli realizza con tecnica di flashback col susseguirsi di scene che partono dall’esposizione dell’opera terminata e risale al periodo della giovinezza dell’artista Géricault, con i suoi amori, i rapporti difficili con gli zii; ma anche la ricostruzione del percorso di composizione dell’opera, con l’aiuto della testimonianza di un sopravvissuto; l’individuazione dei colori, la maniacale perfezione che richiede l’utilizzo di parti del corpo umano come modelli. Una ottima resa attoriale di tutta la compagnia, con Lorenzo Gleijeses nel ruolo di Théodore Géricault, Francesco Roccasecca in quello di Louis Alexis Jamar, Claudio Di Palma, Alexandre Corréard, Nello Mascia Jean Baptiste Caruel, Anna Ammirati Alexandrine Caruel. Le scene e luci di Gianni Carluccio e i costumi di Zaira de Vincentiis, risultano ben adeguate alla contestualizzazione storica. Un lavoro che ribadisce in ogni rappresentazione la sua validità.

 

Note di regia

Al Louvre di fronte alla Zattera della Medusa di Géricault c’è sempre una gran fila. Il naufragio della nave Meduse si deve all’imperizia del suo capitano. A bordo della zattera c’erano all’inizio 147 persone. Il giorno del salvataggio erano rimasti vivi in 15. Uno di loro pubblicò un resoconto della loro odissea denunciando inefficienze e incompetenze. Ne nacque un affaire politico tale da mettere in imbarazzo la monarchia francese appena risalita al trono dopo la disfatta napoleonica nel 1815. Tre anni impiegò Géricault a completare il quadro che venne mostrato al pubblico per la prima volta al Salon di Parigi nel 1819, svelando misfatti e ipocrisie. Il re LOUIS XVII intuì che il naufragio dipinto non sarebbe certo stato quello di Géricault. Il testo di Longo segue il percorso dell’artista ma al contrario. Dall’esposizione dell’opera terminata si risale alla sua giovinezza ai complicati rapporti con gli zii in un percorso esistenziale e artistico di grande fascino. Rabbia, delusione amorosa, indignazione civile e politica, totale incertezza del proprio destino, ci accompagnano in questo percorso che per molti versi sfiora la contemporaneità quando la zattera si fa emblema delle navi dei migranti nel nostro mediterraneo. Ma fortissima è la centralità del percorso dell’artista fra amici e nemici complici e no. Un viaggio a rebours nella complessità della creazione artistica che si fa specchio deformante della società.

 

LA ZATTERA DI GERICAULT di Carlo Longo
regia Piero Maccarinelli
con (in ordine di apparizione) Lorenzo Gleijeses, Francesco Roccasecca, Claudio Di Palma, Nello Mascia, Anna Ammirati
scene e luci Gianni Carluccio
costumi Zaira de Vincentiis
assistente alla regia Manuel Di Martino
assistente alle scene Sebastiana Di Gesù
assistente ai costumi Rosario Martone
direttore di scena Teresa Cibelli
macchinisti Marco Di Napoli, Vincenzo Punzo
datore luci Fulvio Mascolo 
fonico Daniele Piscicelli
sarta Roberta Mattera
foto di scena Ivan Nocera
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale

Durata: 1 ora e 40 minuti (atto unico)


 © RIPRODUZIONE RISERVATA  

 

Post più popolari