LA LUPA di Giovanni Verga, regia Donatella Finocchiaro
Al Teatro San Ferdinando dal 5 al 10 marzo 2024
Servizio di Rita Felerico
La
lupa,
in scena al Teatro San Ferdinando dal 5 al 10 marzo, ripropone la passione
trascinante e oscura di Gnà Pina e Nanni, di verghiana memoria, attraversata
però in modo trasversale dall’atmosfera trasgressiva degli anni ’50 - ’60 del
secolo scorso. Donatella Finocchiaro, interprete e regista, e la
drammaturga, Luana Rondinelli, intersecano infatti, con proiezioni quasi
da sogno, alle immagini e alle descrizioni degli ambienti e delle atmosfere contadine
di Vita dei campi (titolo del libro dal quale è tratta la novella) i
riflessi di una modernità che non è riuscita, nonostante lo scorrere del tempo,
a rompere gli archetipi che sembrano essere ancora fortemente incardinati nella
vita dell’oggi.
E’ la
musica – curata da Vincenzo Gangi -
a rompere il tempo ottocentesco:
canzoni, balli a rappresentare quel grido di libertà espresso dai movimenti
giovanili durante gli anni della liberazione sessuale. E’ la costruzione delle
scene, con quei movimenti aritmici dei personaggi, ad interpretare il caos
che avvolge lo spazio del palcoscenico, specchio di quello presente all’interno
dei personaggi. Si confondono i sentimenti oscuri che non si possono confessare
con gli istinti di una sessualità repressa, si confondono le finte verità, le ipocrisie, il
conformismo religioso con i limiti dell’esistenza, limiti che sembrano
sbucare, nel gioco teatrale, dalle trame di luci. Festoni di processioni, lo sfolgorio del sole
e del fieno, il bianco delle stoffe, il buio delle anguste mura delle
abitazioni, dentro le quali si radicano modi di pensare e approcciare le
relazioni con gli altri e con se stessi avviluppati nei pregiudizi, che ancor
oggi restano.
Le
diversità, tutte le diversità – e la lupa è diversa - allora come ora, fanno
paura, sono un pericolo, rompono quell’ armonia bugiarda del tranquillo vivere
di chi non desidera mettersi in
discussione, prendere posizione. "La mia Lupa - sottolinea Finocchiaro in una
intervista - è una donna che non si vergogna della sua sensualità e viene
per questo additata dal contesto sociale perché libera, strana, diversa. Lei,
che di quella tentazione amorosa e carnale per il giovane Nanni si considerava
la vittima”.
E la
donna, lo sguardo femminile della Finocchiaro e della Rondinelli, in questa lupa
tutta siciliana / italiana, raccontano in questa pagina di teatro come filo
conduttore, segnano i temi - quanto mai attuali - posti da Verga e che nell’oggi
l’interprete / regista ritrova ancora. Il tabù del sesso, il concetto di amore come
possesso, la donna vista come un diavolo tentatore, il femminicidio: uccidere,
per liberarsi con violenza, prepotenza e in nome di un potere, del diavolo
che anche il confessore di Nanni dice essere nelle nostre teste e non fuori di
noi.
Bravissima
Donatella Finocchiaro nei panni della intraprendente e inquieta Gnà
Pina; riesce a trascinare nel suo rischioso gioco tutti gli altri personaggi e
finanche il sonnacchioso, pettegolo paese, usando anche qualche punta di
ilarità e di autoironia. Le sta dietro con convinta presenza scenica Nanni, Bruno
Di Chiara e con giusta timidezza la figlia, Mara, interpretata da Chiara
Stassi. E bravi tutti gli altri
personaggi, che interpretano con corale convinzione, esprimendo una reale
condivisione di intenti e resa.
In una
intervista – facilmente rintracciabile sulle reti – Donatella Finocchiaro si
dichiara soddisfatta di questa sua prima esperienza da regista, che le ha
consentito di scoprire nuovi lati della sua professionalità e racconta che a
spingerla a cimentarsi in questo ruolo è stata Emma Dante, alla quale aveva
chiesto di fare la regia. Visto il successo, positiva è stata questa femminile
‘ complicità’.
LA LUPA
di Giovanni Verga
regia Donatella Finocchiaro
progetto drammaturgico e collaborazione alla regia Luana Rondinelli
con Donatella Finocchiaro, Bruno Di Chiara, Chiara
Stassi
e con Ivan Giambirtone, Cosimo Coltraro, Alice Ferlito, Laura
Giordani, Raniela Ragonese, Luana Rondinelli, Federica D’Amore, Roberta Amato,
Giuseppe Innocente, Gianmarco Arcadipane
movimenti di scena Sabino Civilleri
scene e costumi Vincenzo La Mendola
musiche Vincenzo Gangi
disegno luci Gaetano La Mela
Fotografie di Antonio Parrinello
produzione Teatro Stabile di Catania |Teatro
della Città – Catania
RIPRODUZIONE
RISERVATA