MY FAIR LADY di Lerner e Loewe, regia di A.J. Weissbard, adattamento di Vincenzo Incenzo, con Serena Autieri.
Al teatro Augusteo di Napoli dal 1° al 10 marzo 2024
Servizio di Pino Cotarelli
Napoli
– Con la coraggiosa produzione di Enrico Griselli, MY FAIR LADY, il musical che ha
fatto storia prima al teatro e poi al cinema, vincendo anche otto premi oscar, con
il particolare adattamento di Vincenzo Incenzo, dal 1° al 10 marzo 2024, approda al teatro Augusteo di
Napoli. Una rappresentazione molto attesa, preceduta da una
partecipata conferenza stampa, presente l’intera compagnia, in cui è apparso evidente
il grande impegno profuso nel comporre un coeso gruppo di lavoro, che avesse, accanto
alle necessarie caratteristiche artistiche di recitazione, ballo e canto, un
affiatamento tale, da rendere naturali i dialoghi fra gli attori nei rispettivi
ruoli. È quanto è risaltato alla prima del 1° marzo, accolta da un numeroso e
caloroso pubblico, dove i ritmi intensi fra i vari personaggi, hanno reso lo
spettacolo leggero e piacevole, facendo scorrere la storia in maniera gradevole,
nonostante la lunga durata del lavoro. Un valore aggiunto, la notevole resa
attoriale di Serena Autieri nei panni di Eliza
Doolittle, fioraia ambulante che riesce a scuotere e ridestare i sentimenti
del professor Henry Higgins, interpretato, con una bella e intensa prova
attoriale e un discreto cantato, da Ivan Castiglione, risultato in piena
forma.
La capacità della Autieri di alternare agevolmente canto lirico,
canto pop, danza e recitazione, rappresenta la giusta misura dell’impegno
attoriale necessario per aspirare al successo di questo grande e impegnativo
musical e provare a reggere anche il confronto con le diverse precedenti rappresentazioni
storiche. Apprezzata la simpatica recitazione
di Manlio Dovi, che ha saputo riproporre la verve del Colonnello Pickering
e la poliedricità di Gianfranco Phino, nel ruolo di uno scalmanato Alfred
Doolittle. Il cast usufruisce anche della preziosa partecipazione di Fioretta
Mari, nei panni dell’esilarante Mrs. Higgins, la cui resa eccellente
del personaggio, era prevedibile, di Clara Galante in quelli di Mrs.
Pearce e di Luca Bacci, che interpreta un giovane Freddy Eynsford-Hill,
facendo notare la sua bella tonalità vocale.
Particolare
l’utilizzo da parte dii Vincenzo
Incenzo, in questo suo adattamento, di un
dialetto tipico delle popolazioni dell’appennino centrosettentrionale, fra il
romanesco e l’abruzzese, che esalta, sia le differenze con il linguaggio
forbito delle classi nobili e borghesi, sia il duro lavoro del professor Henry
Higgins, nell’ingentilire la povera fioraia Eliza. Belle le coreografie
fra il classico ed il
moderno, di Gianni Santucci che hanno ulteriormente accentuato il
carattere quasi da favola del musical. Ottima la meticolosa ricostruzione dei
costumi di Silvia Frattolillo. Il maestro Enzo Campagnoli ha ben riprodotto
le notissime musiche del tema. Nel corso delle rappresentazioni, la naturale
ottimizzazione della durata e delle eventuali ridondanze, determinerà l’ulteriore
successo di questa bella opera, appartenente alla grande epopea di Broadway, che
ripropone particolari riflessioni anche sul riscatto sociale, sul diritto ad
amare, e sulla capacità di superare le barriere sociali.
La
storia che ha attraversato il tempo, vede Il professor Higgins, glottologo britannico di
fama internazionale, scommettere con l'amico colonnello Pickering, esperto di dialetti indiani,
di riuscire a
trasformare, in sei mesi, in una dama di alta classe, la povera fioraia Eliza
Doolittle, di cui disprezza i modi e il linguaggio del tutto volgari. Alternando
estenuanti tentativi e temuti fallimenti, dopo sei mesi, Eliza viene apprezzata
all'ippodromo per i suoi modi e per la sua eleganza, dall'alta società londinese.
Intanto Alfred Doolittle, padre di Eliza, si presenta da Higgins e lo accusa di
intenzioni poco oneste con la figlia, ma chiude un occhio dopo l’offerta di
cinque sterline. Ospiti della madre del professore, Eliza fa un figurone, ma poi si
distrae e torna inconsapevolmente ai suoi modi volgari. Higgins la trascina via;
Eliza però fa breccia nel cuore di Freddy Eynsford-Hill, che respinto, resta
fuori dalla sua porta a professare incessantemente il suo amore.
La sera del
ballo all’ambasciata è un successo: Eliza è raffinata, impeccabile e la Regina
di Transilvania la fa danzare con il figlio. Tornati a casa, Higgins e
Pickering si congratulano del successo e ridono alle spalle di Karpathy, il
fonetista ungherese, ex studente di Higgins, che ha creduto che Eliza fosse una
principessa ungherese. Higgins è anche sollevato
dal fatto che l’esperimento è finalmente finito. Solo dopo aver vinto la scommessa concluso
l'esperimento, Eliza non si sente apprezzata da Higgins e Pickering, che si congratulano
a vicenda senza riconoscere nulla alla ragazza. A seguito di una discussione con
Higgins, Eliza lascia la casa e si reca nel suo quartiere, rendendosi conto che
ormai non viene riconosciuta dalle persone del luogo. Higgins ormai ha una irrequietudine
che non sa spiegarsi, si reca dalla madre per chiederle consiglio ma vi trova
Eliza. Mrs Higgins lascia che i due i due si confrontino. Eliza ormai afferma
che non ha più bisogno di lui, Higgins, colpito dal suo cambiamento, gli chiede
di tornare da a casa ma la ragazza si rifiuta. Higgins realizza quindi di
nutrire profondi sentimenti per Eliza e arrivato a casa, riascolta con
commozione il disco che ha registrato con la voce di Eliza. Ma improvvisamente Eliza
entra nella stanza e finisce la frase lasciata a metà nell’incisione con il suo
vecchio accento volgare. Il finale lascia aperti più scenari per la gioia degli
spettatori più esigenti.
MY FAIR LADY di Lerner e Loewe, regia di A.J. Weissbard.
con Serena Autieri, Ivan
Castiglione, Manlio Dovi’, Gianfranco Phino, Clara Galante, Luca Bacci e la
partecipazione straordinaria di Fioretta Mari.
Adattamento italiano di Vincenzo
Incenzo.
Coreografia di Gianni Santucci.
Costumi di Silvia Frattolillo.
Musiche di Enzo Campagnoli.
Produzione di Enrico Griselli.
Libretto e liriche di Alan Jay Lerner
Musiche di Frederick
Loewe, adattato da “PIGMALIONE” di George Bernard Shaw e dal film di Gabriel Pascal.
Produzione originale di Moss Hart
Video2 conferenza stampa
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