LA MIA VITA RACCONTATA MALE, testo di Francesco Piccolo, regia di Giorgio Gallione
Al Teatro La Pergola di Firenze dal 19 al 24 marzo 2024.
Servizio di Claudia Magini
In questo spettacolo,
rappresentato da Claudio Bisio e tratto dal testo di Francesco
Piccolo dal titolo “La mia vita raccontata male”, si sorride fin
dalla prima scena d’apertura.
L’attore intreccia
ricordi, aneddoti e persone in un racconto in cui, la musica, come le parole,
riveste un ruolo da comprimaria sul palcoscenico. Questo dualismo ricorda un
precedente spettacolo di Bisio, Father and Son – ispirato ai testi di
Michele Serra, con la stessa regia di Giorgio Gallione, nel quale, così come in
questo, appaiono, nel fondo della scena, due musicisti che accompagnano l’attore durante tutto il monologo.
Condividono il palco anche
una quindicina di schermi della televisione, di varie dimensioni, tutti
rigorosamente a tubo catodico, che partecipando attivamente alla narrazione,
alternano accensione e spegnimento, in alcuni momenti salienti evocati
dall’attore.
Un racconto biografico,
divertente, che procede a tratti in maniera lineare e a tratti in flashback
fino all’infanzia, anticipando la presenza in scena di alcune persone, delle
quali il pubblico comprenderà la rilevanza nella vita del protagonista, via via
che la storia si dipana.
Un po’ è come un bildungsroman
sui generis, nel quale i sentimenti trainano e trascinano la storia,
collegando l’affetto per i genitori e le sensazioni che richiamano l’infanzia,
l’amore, la carriera, la politica e i figli.
Bisio gioca con sketch ben
riusciti ed apprezzati dal pubblico, sapientemente li reitera a varie riprese,
nel corso della narrazione, anche quando emerge il ricordo della simpatica
disapprovazione paterna nei confronti dell’impegno politico del figlio o nel
caso della pragmatica “superficialità” – che però è più joie de vivre -
della fidanzata, che diventerà poi la moglie.
In equilibrio tra analisi
ponderata del ricordo e leggerezza, Bisio fa – negli 85 minuti di narrazione –
frequente utilizzo di pause calcolate, per far riflettere il pubblico su un
determinate situazioni o su un vivido ricordo di una scelta ben precisa; poi
prosegue il racconto in un susseguirsi di botta e risposta tra il protagonista
che è l’io narrante e gli altri personaggi – che lo stesso
protagonista recupera dalla propria memoria -senza quasi riprendere fiato tra
una battuta e l’altra.
Tutto questo a voler
significare che la vita “non la vivi come vuoi tu, ma come vuole lei”
e probabilmente gran parte del suo valore risiede in come, ognuno di noi la
ricorda e la racconta.
Bella, infine, la
scenografia essenziale, che ricorda il salotto di casa, scaldato dalle luci di
diversi colori che aiuta il visone, a adattarsi al cambio repentino del
ricordo. Bisio movimenta, scompone e ricompone l’arredo.
LA MIA VITA RACCONTATA MALE
da Francesco Piccolo
con Claudio Bisio
regia Giorgio Gallione
musicisti Marco
Bianchi e Pietro Guarracino
musiche Paolo
Silvestri
scena e
costumi Guido Fiorato
luci Aldo
Mantovani
Foto Marina Alessi
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