LA RAGAZZA SUL DIVANO di Jon Fosse, regia Valerio Binasco

Al Teatro Mercadante dal 7 maggio 2024 al 12 maggio 2024

Servizio di Rita Felerico

Frequentare il teatro è sempre una esperienza unica e provare diverse e nuove emozioni è la meraviglia che ti regala ogni spettacolo. Per godere al meglio di questo piacere è necessario – sempre – lasciarsi andare, senza preconcetti, e lasciarsi guidare fin dentro lo spettacolo.

La riflessione è nata spontanea ascoltando i commenti del pubblico alla fine della prima rappresentazione che - con mio gran dispiacere – non credo abbiano colto il giusto senso de La ragazza sul divano, il testo di Jon Fosse per la regia di Valerio Binasco che, da tempo, insegue le tracce del drammaturgo norvegese. Premio Nobel per la letteratura nel 2023.

L’attenzione Di Binasco, che da anni mette in scena i testi di Fosse, è attratta dal modo con il quale l’autore dice e narra della nullità della vita della quale non si riesce mai ad afferrarne il motivo, un descrivere l’impermanenza che ci tocca di vivere con l’occhio di chi osserva piuttosto che con lo sguardo tormentato di chi non sa allontanarsi dal suo fine.

La ragazza che è sul divano siamo noi che osserviamo ciò che accade senza mai prendere il coraggio di alzarci ed affrontare le cose; la donna che la guarda è lei che anche ‘da grande’ rimane irrisolta nel suo esprimersi. Si guarda e si guarda agire senza nessuna convinzione.  Ha provato ad essere un’artista, ma i suoi quadri non piacciono neppure a lei. E qui le scene di Pamela Villoresi alle prese con i pennelli e i colori sono veramente forti e assai coinvolgenti.

I colori, già, la sua vita non si è mai colorata, neppure quando voleva opporsi alla figura materna (la brava Isabella Ferrari), la osservava senza agire, pur giudicando infelici e tristi le sue scelte di vita e rimane in una nuvola grigia anche il desiderio di presenza del padre, fuggito in mare da buon marinaio e che da ‘maschio’ torna pensando di ritrovare tutto come quando era partito.

Una tristezza dello sguardo che sottende anche il giudizio verso la sorella che, per sfuggire alla follia familiare, va in giro di notte incontrando gli uomini. Da grande la ragazza non riesce neppure ad amare fino in fondo il suo uomo.

Le verità delle esistenze si mascherano ed è qui che l’ironia di Fosse si manifesta, riusciamo a guardarci così come siamo, anche con ironia?   perché non siamo capaci né tanto forti di guardare la realtà, di accoglierci? incapaci di portare se non a termine ma a colorare un po’ il quadro che vogliamo tessere di noi stessi?

Ad esprimere questo Valerio Binasco non solo ci prova, ma ci riesce, riesce a mantenere in equilibrio il ritmo del racconto, come se anche i momenti di rottura dovessero confluire il quel fiume di omogeneità che è lo scorrere del tempo. Siamo proprio così tanto immersi in questo tempo che non esprime giudizi e non vuole impegnarsi né a lottare per superare né a rattoppare le ferite?  

Dice Binasco in una intervista ad Annalena Benini: “Questo autore costringe gli attori a non parlare con il piccolo io, quello con cui si chiacchiera, ma con il grande io che non mente mai. Prima di parlare devi ascoltare dentro di te qual’ è la sensazione che stai provando”. Non a caso i ruoli non hanno un nome identificativo, sono una donna, una madre, una ragazza, una sorella, un uomo, uno zio, un padre e tutto bene o male ruota intorno ai rapporti familiari, quelli che lasciano il segno, dai quali parte e si muove il viaggio delle nostre esistenze.

E gli attori chiamati a dare vita a La ragazza sul divano sono nomi di prestigio, tutti bravi a leggersi dentro e a trasferire al pubblico questo gioco fra ciò che è dentro e ciò che è fuori di noi. Non poteva essere altrimenti, scelti da Binasco proprio per rivestire questi ruoli / non ruoli.

Fosse – afferma Binasco nelle note ad un altro lavoro, Sonno – è un autore che guarda al teatro da ritrattista, un teatro da innamorato dei volti delle persone, dei loro occhi, del loro silenzioso e spesso inutile fluire attraverso la vita. Chi non lo apprezza dice che mette in scena storie e personaggi qualunque, ritenendolo un difetto, mentre è vero il contrario. Infatti, è un’idea di teatro e di mondo quella che “siamo tutti qualunque”, sotto il sole e nel buio, e nella luce bianca del nord e del sud, siamo tutti qualunque, ma lo siamo poeticamente”.

 

LA RAGAZZA SUL DIVANO
di Jon Fosse
traduzione Graziella Perin
regia Valerio Binasco
con Pamela Villoresi, Valerio Binasco, Michele Di Mauro, Giordana Faggiano, Fabrizio Contri, Giulia Chiaramonte
e con Isabella Ferrari
scene e luci Nicolas Bovey
costumi Alessio Rosati
suono Filippo Conti
video Simone Rosset
foto Virginia Mingolla
assistente regia Eleonora Bentivoglio
assistente scene Eleonora De Leo
assistente costumi Rosa Mariotti

produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro Biondo Palermo

 

 

RIPRODUZIONE RISERVATA