L’ACQUA CHETA, SANDRO QUERCI e La COMPAGNIA del BUONO, regia di Sandro Querci

Al Teatro Politeama Pratese - Via G. Garibaldi 33/35, PRATO – il 16 alle ore 21 maggio 2024.

Servizio di Cinzia Capristo

Al teatro Politeama Pratese è andata in scena la commedia musicale “L'acqua cheta” in vernacolo fiorentino, scritta da Augusto Novelli, in tre atti, e rappresentata per la prima volta al Teatro Alfieri di Firenze nel 1908, dalla Compagnia del Teatro fiorentino diretta da Andrea Niccoli; è questa la versione che Sandro Querci porta in scena in prima nazionale a Prato in due atti. Nel 1920 la commedia di Novelli, con l’aggiunta di un adattamento musicale di Giuseppe Pietri, diventa operetta e va in scena al Teatro Drammatico Nazionale di Roma con la scenografia di Aldo Molinari. Nel 1933 vi è anche una versione cinematografica diretta da Gero Zambuto. L’operetta riadattata nella prosa e non solo, è stata rappresentata innumerevoli volte da centinaia di compagnie in tutto il mondo.

Tuttavia, molti spettatori sono legati alla versione televisiva andata in onda nel 1974 con la regia di Vito Molinari con un cast d’eccezione: Nada Malanima (Anita), Nino Castelnuovo (Cecco), Gianrico Tedeschi (Ulisse), Renzo Montagnani (Stinchi), Ave Ninchi (Rosa), Daniela Goggi (Ida), Giancarlo Zanetti (Alfredo), Giancarlo Fantini (Sospiro), Lorenzo Logli (Scosse), Guido Verdiani (Fiaccheraio), Bibi Faller (Anna), Liliana Moretti (Teresa), Nella Barbieri (Zaira), Mimmo Craig (Avvocato), Marco Messeri (Cronista).

Nel corso degli anni le varie compagnie sono più volte intervenute sul testo con modifiche e aggiunte nate anche dall’improvvisazione degli attori così come in questa versione, arricchendo la commedia, ma lasciandola però sempre fedele a se stessa. Nella versione di Querci si ride; tante le battute e i doppi sensi, ma si respira anche un’aria di romantiche emozioni, di sentimenti autentici, di un mondo non contaminato che rivendica le proprie radici popolari.

“L’Acqua cheta” ambientata nella Firenze degli anni Venti, racconta la storia di una famiglia e di due sorelle Anita e Ida. Anita, la più esuberante delle due, si innamora di Cecco, un falegname che le lancia occhiate furtive, mentre restaura un mobile per la signora Rosa, madre delle ragazze, che dovrà collocarlo in una camera da fittare. La scena si apre con Anita, Ida e Cecco che discutono dei loro gusti in fatto di spettacoli in una scenografia dove è raffigurata, come un quadro dei macchiaioli, una Firenze dagli antichi mestieri, lavandaie e fiaccherai. Sullo sfondo un paesaggio dove si intravede il Duomo, un’arcata si staglia a dividere la scena principale; ad un angolo è posta una fontana, mentre ragazze volteggiano danzando e cantando mentre si recano alla fontana a lavare i panni.

Rosa entra e si lamenta della lentezza del lavoro di Cecco, sospettando che allunghi i tempi del restauro perché interessato ad Anita e avvisa il marito fiaccheraio Ulisse. Cecco conferma i sospetti e mostra una lettera di Anita in cui ricambia il sentimento. Rosa è preoccupata e si oppone perché Cecco è un socialista, mentre Ulisse cerca di sottrarsi da ogni responsabilità. Intanto arriva il nuovo inquilino Alfredo dai modi distinti, che si spaccia per un giornalista; in realtà è un giovane interessato a Ida, “l’acqua cheta”; egli con diverse bugie si fa benvolere da Rosa

Nel cortile di casa, Alfredo legge a Rosa e alle due figlie, l'episodio di Paolo e Francesca dalla Divina Commedia di Dante e al termine invita Rosa e Ida a mangiare un gelato. Anita resta a casa incredula dell’atteggiamento benevolo della madre nei confronti di Alfredo. Dopo poco giunge Cecco che canta una serenata ad Anita, accompagnandosi con una chitarra, e stufo dell'atteggiamento di Rosa nei suoi confronti, propone ad Anita di fuggire con lui, ma arriva Ulisse e Cecco si nasconde su un albero di fico dell'orto dimenticando la chitarra. Anita cerca di distrarlo perché ha paura che scopra Cecco, ma Ulisse si accorge della chitarra e chiede insistentemente di chi fosse, intanto torna Rosa che riconosce la chitarra di Cecco.  Quando tutti vanno via, Cecco, da un dialogo tra Ida e Alfredo, capisce che stanno progettando una fuga in treno durante la festa della Rificolona, ma Cecco sventa la fuga, con l'aiuto del garzone di stalla Stinchi

L’acqua cheta commette qualche imprudenza, Ida e Alfredo sono scomparsi e Rosa è disperata. Intanto, Ulisse, per paura che la notizia si diffonda, si rivolge all’avvocato Asdrubale per denunciare il rapimento. Nella confusione generale appare Cecco, annunciando di avere sventato la fuga. Alla grande disperazione di Rosa e Ulisse segue un lieto fine, con il ritorno di Ida in lacrime, mentre Stinchi riporta Alfredo che chiede perdono a Rosa e confessa che sta per iniziare un lavoro che pensava fosse sgradito alla famiglia: la guardia comunale. L’unione tra Cecco e Anita viene accettata da Rosa e Ulisse, nella gioia generale, getta i due giovani l'una nelle braccia dell'altro, ma il più felice di tutti resta Stinchi, che può festeggiare due matrimoni in un solo giorno: così "si beve e si ribeve"!

Una storia raccontata in musica, che fa rivivere i menestrelli fiorentini che con i loro canti facevano sognare e innamorare le ragazze. Celebri sono rimasti i canti di questa Operetta: Oh com’è bello guidare i cavalli, Sul carrozzin, Fiorin Fiorello, Su le stelle sorridono quiete, Insiem potrem, "Lieve s'intreccia il fil" "Se la lezione volge al suo fine" "Sciogliam purissime" "Dal dì che t'ho veduta" "No, questa vita no" "Sembreremo quelle vaghe tortorelle" "Il trescon se non sai fare" "Come raggia e splende" "Sora Rosa si consoli" "Lo so che tu sei buono" fino al famoso coro della “rificolona”. Direzione artistica, adattamento, scenografia e regia è del toscano Sandro Querci che con la Compagnia Del Buono porta in scena una versione integrale dell’operetta con brani antecedenti a quelli musicati da Giuseppe Pietri e con un cast tutto toscano. Sandro Querci si ritaglia anche la parte di Stinchi, l'uomo di stalla che dovrebbe governare la cavalla di Ulisse, ma il più delle volte lo si trova a bere. Stinchi personaggio che muove le fila della storia. 

Un poliedrico e bravo Querci ha saputo dare un’anima a questo personaggio buffo, rendendolo umano e a tratti drammatico. L’ottima regia di Querci ha saputo dare colore e tratteggiare con diverse sfumature i vari personaggi, dal simpatico e maldestro avvocato interpretato da Roberto Andrioli a un bravissimo Alessandro Calonaci, nelle vesti di Ulisse, che ha saputo mettere in risalto la figura del padre che si barcamena tra il giudizio della moglie Rosa e la gestione delle figlie, ormai donne, tanto che ad un certo punto con fare ironico dice: “io meglio di così il padre non riesco a farlo”. Struggente il canto della signora Rosa, interpretata da una brava Silvia Querci, preoccupata per la figlia Anita perché teme una delusione amorosa. Bravi tutti gli attori della Compagnia del Buono, da Roberto Andrioli, Andrea Bacci, Alessandro Calonaci, Fabrizio Checcacci, Camilla Gai, Antonio Lanza, Francesca Nerozzi, Sandro Querci, Silvia Querci, Elena Talenti.

Uno scenario di altri tempi si è vissuto con la festa della Rificolona, festa popolare dei quartieri di Firenze, una festa di colori e suoni; gli attori sono scesi dal palco e a loro si sono uniti un nutrito numero di bambini che cantando la canzone della Rificolona hanno volteggiato tra il pubblico con lanterne colorate, a voler dimostrare che le tradizioni, in una società moderna e tecnologica, possono essere recuperate; il passato per vivere il presente. Interessante far rivivere e portare a conoscenza delle nuove generazioni il mestiere del fiaccheraio, quasi scomparso con l’avvento delle automobili, con gli sciucaren Aldo Bartolucci e Thomas Stefanelli che hanno fatto volteggiare le fruste dei cavalli. Alla fine, Querci ha ringraziato nelle vesti della padrona di casa Beatrice Magnolfi il teatro Politeama tutto e la città di Prato che lo ha sempre accolto come il ventre di una madre che si appresta alla gestazione. Il pubblico ha gradito lo spettacolo tributando all’intera compagnia lunghi applausi.

 

Commedia musicale di Augusto Novelli
musiche di Giuseppe Pietri
inserto musicale di Riz Ortolani
Direzione artistica, adattamento scenografia e regia di Sandro Querci
con Roberto Andrioli, Andrea Bacci, Alessandro Calonaci, Fabrizio Checcacci, Camilla Gai, Antonio Lanza, Francesca Nerozzi, Sandro Querci, Silvia Querci, Elena Talenti
e con Agata Biondi e Camilla Valentini
e gli Sciucaren Aldo Bartolucci e Thomas Stefanelli
produzione Compagnia del Buono

 Foto di Silvia Tondelli

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