Al Teatro San Ferdinando insieme alle donne di EVA

Servizio di Rita Felerico

Questa locandina che ha per sfondo corolle di delicati fiori, dei quali si immagina il trasparente colore, presenta una particolare performance, frutto del laboratorio teatrale ideato da Marina Rippa per l’associazione f.pl. femminile plurale, associazione impegnata in percorsi di formazione e pedagogia teatrale, produzione e organizzazione di eventi. Un appuntamento di teatro particolare perché interpreti sono donne che con coraggio, determinazione e impegno stanno rinascendo, gettando alle spalle un passato di violenza e sconcertanti abusi.

Il laboratorio è attivo nello spazio del foyer del Teatro San Ferdinando dal febbraio 2024 ed è parte di un progetto più ampio ed ambizioso, che ha già raggiunto diversi traguardi, il progetto Rose – Reti per l’occupazione, la salute e l’impowerment, coordinato dalla cooperativa EVA e la Formazione con il Sud, ed è un assaggio – appunto- di un lavoro ancora in itinere che potremo vedere in gennaio. Lo  spiegano bene le parole di Marina Rippa : “Questo è un ‘assaggio’ di quello che sarà un menu teatrale più composito e articolato, che proporremo al pubblico a gennaio e poi a giugno del prossimo anno”, annuncia Marina Rippa, che descrive il laboratorio come “fare un cortocircuito tra la cucina e il teatro, immaginando la Buvette come una cucina di casa accogliente, sapendo bene che la dimora familiare per molte donne non è sempre così... È un lavoro sull’autodeterminazione, che usa la pratica del teatro, che è maieutica come lo era alle origini il teatro greco, per esplorare, conoscere, avere consapevolezza di se stesse ed esprimersi senza giudizi”.

Ed è ciò che abbiamo visto nel pomeriggio di giovedì 25 nel foyer del San Ferdinando. Una commozione sincera ha unito spettatori e ‘attrici’: scavando fra i ricordi di infanzia, fra i gesti delle donne mamme, nonne, madri, adolescenti si è  sfiorata la  magia dei panni stesi al sole o l’alchimia sapiente dei cibi, combinati, cercati, patrimonio di sapori trasmesso fra mura domestiche e giochi all’ombra delle cucine e degli strofinacci.

Con sincerità e spontanea fiducia le coraggiose donne si sono descritte, confidando anche con estrema delicatezza il momento in cui si sono infrante le certezze e i sogni immaginati. Ora, trovano un nuovo respiro. Eva ha già realizzato all’interno del San Ferdinando e del Teatro Mercadante una caffetteria, gestita con qualità e stile, e molte sono le iniziative e i progetti intrapresi per l’inserimento nel mercato lavorativo di queste donne toccate da violenza, per rinnovare la loro dignità e la loro autostima. Spiega Lella Palladino, coordinatrice del progetto per conto di EVA “Vogliamo andare oltre allo stereotipo di vittime, mostrare tutta la potenza delle donne, e insieme rispondere a bisogni essenziali – occupazione, salute, empowerment – perché il loro futuro sia davvero libero dalla violenza”.

Un grazie a Mimmo Basso, Direttore operativo del Teatro Mercadante, che ha sempre creduto nel progetto e aperto le porte del teatro a questo gruppo di donne in cerca di casa. Ma soprattutto grazie a tutte loro, ad Anna Maria Falcone, Filomena Galluccio, Giusy Arrichiello, Giusy Ferri, Margherita Agliarulo, Melania Di Gennaro, Monica Viele, Patrizia Romano, Rita Smeragliuolo, Valeria Senise, perché a fronte di tanti seminari o convegni,  A TAVOLA -storie di donne da raccogliere, raccontare, mangiare- UN ASSAGGIO SCENICO, ci ha donato e insegnato molto di più. Anche questa è la forza del teatro.

 














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