LA SERVA PADRONA al teatro Trianon Viviani
Al teatro Trianon Viviani il 21 giugno 2024
Servizio di Rita
Felerico
Ho seguito con estrema attenzione la nascita dell’Orchestra
della Sanità e conosco la passione con la quale il Maestro Paolo Acunzo si è
dedicato per realizzare nella nostra città un sogno che il geniale Maestro Josè
Antonio Abreu - con un modello didattico sui generis, “el Sistema” - realizzò
in Venezuela. Era il 1975, insieme alla possibilità di donare ai ragazzi
‘senza speranza’ un modello di vita, el Sistema si è rivelato un
importante volano per l’esercizio della rigenerazione urbana e sociale dei
quartieri più degradati delle capitali, aprendo le porte ad un mondo lavorativo
e formativo fino ad allora mai praticato, senza speculazioni o obiettivi
prettamente economici. L’arte è un diritto di tutti e tutti hanno diritto a
poterne usufruire, da cittadini, in una società che dichiara di voler essere
democratica e assertiva dei diritti civili.
Il Teatro partecipa in questo
modo alla Festa della Musica, con questa nuova produzione di
uno dei capolavori di Giovanni Battista Pergolesi, composto su
libretto di Gennaro Antonio Federico, destinato a divenire un punto
di inizio e riferimento per l’opera buffa napoletana.
Leggiamo. Composta
per il compleanno di Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttel, fu
rappresentata la prima volta al Teatro San Bartolomeo di Napoli il 5 settembre 1733,
quale intermezzo all'opera seria Il prigionier superbo,
dello stesso Pergolesi, destinata a non raggiungere neppure lontanamente la
fama della Serva padrona. Alla prima rappresentazione è attribuita a tutti
gli effetti l'inizio del nuovo genere dell'opera buffa. Lo stesso libretto fu ripreso da Giovanni Paisiello per
l'omonima opera buffa.
La regia di Bauduin, che di intesa
con il direttore Acunzo, inserisce due arie, “Chi disse ca la femmena” e il duetto
finale Per te ho io nel core, rispettivamente tratte dalle opere
buffe Lo frate ‘nnamorato e Il Flaminio, ha inserito così un elemento innovativo nella trama
e come nell’ambientazione, pensata nel ‘salotto di Di Giacomo’.
Questa nuova
produzione del Trianon Viviani vede in scena il soprano Giovanna
Caterina Di Luca e il basso Francesco Auriemma,
rispettivamente nei panni della serva Serpina e del
padrone Uberto. L’attore e baritono Maurizio Murano è
il servo Vespone, tradizionalmente interpretato da un mimo, che
canta l’aria “Chi disse ca la femmena”.
I costumi sono
di Marianna Carbone, le luci di Gianluca Sacco e
l’audio di Daniele Chessa. Il maestro sostituto e al cembalo
è Giuseppe Galiano. La direzione esecutiva dell’Orchestra è
di Maurizio Baratta, quella didattica di Gabriele Bernardo.
Il maestro preparatore del coro è Katia Cherubini.
Un successo non solo di pubblico, partecipato, degno di tanta attenzione, che vede il Teatro e il progetto di Sanitansable effettivi protagonisti di una propositiva rinascita dei territori e di chi vi abita.
Trama
Durante lo
spettacolo e nei giorni successivi, l’Associazione delle Botteghe di San
Gregorio Armeno, presieduta da Vincenzo Capuano, promuove
l’esposizione di una scena della Natività in scarabattola nello stile
settecentesco napoletano, curata dai fratelli Capuano.
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