LA PRIMA LUCE DI NERUDA di Ruggero Cappuccio, regia e adattamento Cesar Brie

Al Teatro Mercadante il 21 e  22  settembre 2024 per Campania Teatro Festival 2024

Servizio di Rita Felerico

Musicalmente e drammaturgicamente poetico, La prima luce di Neruda tratto dal romanzo di Ruggero Cappuccio - pubblicato da Feltrinelli nel 2020 – ha con successo inaugurato il Campania Teatro Festival, dedicato quest’anno al tema della libertà. La vicenda etica, politica del poeta cileno, premio Nobel nel 1971, non poteva che donare respiro e senso alla parola nella quale progettualmente converge il benessere, spirituale e materiale degli individui, libertà.

La storia narrata da Cappuccio pregna di un denso significato storico e ideale in pagine che scorrono piacevolmente alla lettura, vengono trasposte sul palcoscenico con la stessa leggerezza e semplicità di scrittura, grazie anche al regista argentino Cèsar Brie il quale, da tempo in Italia, ha vissuto una vita da esiliato e perseguitato facendo case in ogni luogo e poi costretto a demolirle per la spietata persecuzione.     

La storia di Pablo e Matilde Urrutia, l’amore passionale del poeta, è la trama sulla quale si snoda la vicenda politica, la lotta per la libertà sua e del popolo cileno e oggi nel mentre viviamo momenti di crudo, amaro, violento dolore per guerre sempre più cruente che insanguinano il nostro quotidiano, ricordare e riflettere su vicende del passato - le cui ferite giungono fino a noi - rende ancora più vissuto e sentito emotivamente lo spettacolo.

Prodotto dal Campania Teatro Festival e dal Teatro dell’Elfo – che vanta una programmazione sempre interessante e originale – lo spettacolo, si legge nella home di presentazione, è: “Un volo incrociato di voci che raccontano la storia di uno dei più popolari poeti del mondo, fra la leggenda dell’amore e la crudezza della Storia. Un volo incrociato di artisti, che si sono inseguiti per tanti anni cercando un tempo e un’occasione per ritrovarsi sul palco in una creazione comune. Questi artisti ‘in cerca’ sono César Brie, Cristina Crippa ed Elio De Capitani, amici fraterni da cinquant’anni, dalle prime esperienze degli anni Settanta nei centri sociali milanesi. Da allora sono seguite separazioni e nuovi incontri, secondo le tante odissee d’esule di César Brie e il suo peregrinare nel mondo – nei dieci anni di tour internazionali con l’Odin Teatret e nei venti al Teatro del Los Andes da lui fondato – un peregrinare nel quale rimaneva sempre fermo il legame con l’Italia e con il Teatro dell’Elfo. Quest’anno finalmente si è realizzata l’occasione: grazie alla passione comune per la storia narrata e per il romanzo di Ruggero Cappuccio, La prima luce di Neruda, che con maestria sa (arri)creare il mondo attraverso una scrittura sinestetica, capace di farsi immediatamente teatro nei corpi degli attori”.

Bravi ad interpretare e ad entrare nei ruoli, Elio De Capitani, Cristina Crippa, Silvia Ferretti e Umberto recitano a coppia, Pablo e Matilde da giovani, Pablo e Matilde più maturi; scelti da Brie, uniti oltre che professionalmente da una sincera amicizia, sono accompagnati dalla voce e dalla musica dal vivo di Francesca Breschi alla quale associamo Giovanna Marini, l’artista da non molto scomparsa e con la quale ha più volte collaborato, anche all’Elfo.

La scenografia, essenziale e minimale, è gestita dagli stessi attori che, con pochi movimenti, trasportano gli oggetti da un punto all’altro del palcoscenico segnando con i loro passaggio i tempi e i riferimenti immaginifici della scrittura. Una scrittura che riporta la parentesi caprese del poeta e la nascita de I versi del Capitano, pubblicati anonimi, a Napoli, nel 1952, in edizione limitata di 44 esemplari, solo l’anno successivo il libro fu pubblicato dall’editore Losada di Buenos Aires. 

Nei versi il mare è co- protagonista della vicenda umana e d’amore di Neruda, quel mare davanti al quale sorgeva la sua casa a Valparaiso, quel mare di Capri raggiunto dopo che fu esiliato politico, condizione raggiunta, racconta Cappuccio, dopo la ‘sommossa’ di semplici cittadini e di intellettuali (una volta si sapeva come scendere ‘in piazza’) come Elsa Morante, Moravia, Guttuso e tanti altri che ne impedirono la cattura.
 

“Ma perché chiedo silenzio / non crediate che io muoia: mi accade tutto il contrario: / accade che sto per vivere”, si legge nei suoi versi che rivivono nel libro e nello spettacolo, perfettamente aderenti a questa diciassettesima edizione del Campania Teatro Festival che rischiavamo di veder cancellato e di cui possiamo nutrirci grazie al supporto e al contributo fortemente voluto dal Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
Uno spettatore sugli applausi finali ha gridato: viva Neruda, viva la libertà. Il teatro è anche questo grido, un messaggio libero di impegno civile, politico ed etico.

 

LA PRIMA LUCE DI NERUDA

Con ELIO DE CAPITANI, CRISTINA CRIPPA, SILVIA FERRETTI, UMBERTO TERRUSO
Musiche eseguite dal vivo da FRANCESCA BRESCHI
Luci e scena NANDO FRIGERIO
Suono EMANUELE MARTINA
Video UMBERTO TERRUSO
Costumi ALESSIA LATTANZIO
Assistente alla regia ALESSANDRO FRIGERIO
Produzione TEATRO DELL’ELFO E FONDAZIONE CAMPANIA DEI FESTIVAL

 

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