TERNITTI dal romanzo di Mario Desiati, drammaturgia Giusy Frallonardo, Paolo Russo, con una ballata di Mario Desiati.

Al Teatro Sannazaro il 24 settembre 2024 per il Campania Teatro festival 2024

Servizio di Rita Felerico

Il Sud, l’estrema punta della Puglia, Capo di Leuca, sfuggire alla povertà, emigrazione, operai sfruttati nell’algida Svizzera, giovani donne divenute  madri. Tornati nelle terre d’origine con ferite che non si rimarginano, trascineranno nelle loro vite i desideri incompiuti, i sogni di un benessere difficilmente raggiungibile. Sul palcoscenico il secondo spettacolo in programmazione per Campania Teatro Festival, Ternitti, che declina la libertà narrando storie di donne e di uomini bruciati dalla povertà, senza dignità di lavoro, costretti a lasciare il loro paese e il loro ritornare vuole sottolineare il riscatto della loro condizione di umani.

Tratto dal romanzo di Mario Desiati, candidato al Premio Strega nel 2021 e vincitore nel 2022 con un altro testo pubblicato da Einaudi, Spatriati, è scrittore sensibile alle tematiche etiche e contraddittorie del sociale (dedicò il premio ai lavoratori del precariato) e il romanzo di amianto ed eternit (Ternitti appunto) è una bella storia di amore e di riscatto. Bella è la descrizione nella quarta di copertina:

“È il 1975. Mimì Orlando ha quindici anni quando è costretta a lasciare la Puglia dorata per seguire il padre nella grande fabbrica svizzera che produce lu ternitti: l'eternit, promessa di ricchezza per migliaia di emigranti. Per Mimì quelli al Nord sono gli anni del vetro, del freddo che ghiaccia le cose e le persone. Ma anche quelli della passione segreta per Ippazio, diciotto anni, tra le dita già corrose dall'amianto un fiammifero acceso nella notte per rubare uno sguardo, un istante d'amore... Anni Novanta. Mimì è di nuovo in Puglia. Ha una figlia adolescente, Arianna, poco più giovane di lei. Ma accanto a loro non ci sono uomini, per Arianna non c'è un padre. Madre anticonformista e leale, compagna indomita per le sue colleghe in fabbrica e per tutti coloro che accompagna fino alla soglia dell'ultimo respiro roso dal mesotelioma da amianto, è una donna che sa parlare con le proprie inquietudini e paure ma anche - ascoltando le voci degli antenati che sempre la accompagnano - guardare al futuro senza piegarsi mai. "Ternitti" in dialetto significa anche tetto, e il destino vorrà che questa parola sia il sigillo di una vita intera: proprio su un tetto, finalmente a contatto col cielo, Mimì saprà riscattare la sua gente e forse anche il suo amore. La vicenda di un popolo tenace, la tragedia del lavoro che nutre e uccide, la meschinità di un uomo e la fierezza di una donna: tutto si compone con la semplice necessità delle umane cose in un romanzo luminoso e maturo”.

La drammaturgia di Giusy Frallonardo ne coglie a pieno il senso e con lei in scena ad interpretare Mimì, prende corpo il dialetto, la lingua madre salentina, ricca di sfumati significati stratificati nel tempo e nell’ anima dei protagonisti. Sono sedie gli ‘altri’ con i quali si dialoga, che vengono mosse nello spazio temporale del palcoscenico, prese da un mucchio accatastato ai margini della storia, ma li immaginiamo i loro visi, i loro sguardi.

Con il dialetto la musica dal vivo dei Radicanto, flauto, chitarra, percussioni, note rincorse e luminosamente formate dalla voce di Maria Giaquinto che fanno da sfondo anche al ribelle desiderio della figlia di Mimì, Arianna, interpretata da Magda Marrone che non vuole essere come la madre e non vuole subire lo stesso destino.

Donne, attraverso le quali aprire nuovi orizzonti di azioni e scelte più libere da schemi, coraggiose nella denuncia delle ingiustizie, che si parano dinanzi agli uomini con sicurezza e nuovi linguaggi di responsabilità.

Si raccontano con estemporaneità, fra loro protagonisti e con il pubblico, i drammi umani, dai quali solo con la volontà ci si può trascinare fuori. Si segue con attenzione e coinvolgimento questo spettacolo, dal giusto equilibrio fra musica e parole e da una segnatura fortemente e piacevolmente femminile.

 


Giusy Frallonardo





 

TERNITTI
Con GIUSY Frallonardo, Maria Giaquinto, Magda Marrone
Musiche dal vivo Radicanto
Scene Francesco Arrivo
Costumi Rossella Ramunni
Movimenti Scenici Roberto Vitelli
Assistente Alla Regia Magda Marrone
Consulente Per La Lingua Salentina Paolo Russo
Foto Di Scena E Visual Designer Mariagrazia Proietto
Regia Enrico Romita
Produzione Alephtheater/Radicanto


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