UN BLUES PER IL DIAVOLO di e con Sergio Di Paola

Al Nouveau Théàtre  de Poche il 14, 15, 20, 21 e 22 gennaio 2023

Servizio di Rita Felerico

Uno spettacolo tutto da godere Un Blues per il Diavolo, ideato e interpretato da Sergio Di Paola sull’originale palcoscenico del Nouveau Théâtre de Poche. Musica, storia e storie, considerazioni, fantasie per il pubblico simpaticamente accolto e fatto accomodare intorno a tavolini sui quali si offrono taralli e birra.  Nella pièce, Sergio è il clown mr. Alone, appassionato di blues, che racconta la storia, ai più sconosciuta, di Robert Johnson considerato una leggenda del Blues. Bravo nel suonare le varie chitarre (appositamente acquistate per lo spettacolo, come il grammofono) Sergio si interroga e ci interroga sul significato del Blues, considerato da molti non solo un genere musicale, ma la musica dell’anima, una sorta di catarsi, come si legge nelle note di regia, dove Sergio scrive: “Per me il Blues è la Poetica della sopravvivenza. I Blues incorporano e trasmettono sofferenza, disagio, dubbio, inquietudine, ma anche scherno, spavalderia, speranza”. Sergio spesso ha vestito gli abiti del clown e in questo monologo è bravissimo a trasferire la sua esperienza nella mimica e nell’abitare la scena con maestria, facendoci ancora cogliere - come bambini in un circo – la meraviglia. 

La meraviglia per la vita e per la vita del nostro Robert,  morto a soli 27 anni e per questo entrato a far parte del club dei 27, insieme a Brian Jones, Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison, Kurt Cobain, Amy Winehouse, un ragazzo di colore, sul quale pesa una identità non riconosciuta, la triste vita di una madre abbandonata, la ribellione alla schiavitù del cotone e l’inquieta ricerca di un senso nei locali della zona del Delta Blues (Mississippi) dove si beve il Moonshine, il Whisky clandestino-artigianale distillato al chiaro di luna. Suona di tutto Robert – e anche Sergio - lo scacciapensieri, l’arpa degli ebrei, come era chiamato al tempo, una chitarra cigar box da lui stesso costruita con una scatola di sigari seguendo le tecniche usate dai musicisti che non potevano permettersi una chitarra vera, una wasboard musicale con i ditali, strumento che una volta era utilizzato per lavare i panni. La magia della musica coinvolge Robert, è unica via d’uscita alla sua ribellione, al suo disagio e dolore, anche e soprattutto dopo essere stato costretto ad abbandonare la famiglia in seguito alla morte per parto – lui era lontano da casa - della giovane, sedicenne moglie. Vagando senza meta, non credeva Robert di poter essere un grande musicista blues, ma per lui c’è l’incontro con il diavolo al Crocevia nell’Hoodoo,  luogo simbolico dove si compiono – nella fantasia- incantesimi,  riti, dove si può anche incontrare la morte e mutare il proprio destino. 

Il richiamo alla storia del Faust che vende la propria anima al diavolo in cambio di ricchezza, potere e desideri avverati, è evidente; ma quale diavolo?  Robert studia, suona si esercita, nella sua breve vita (1911 – 1938) raggiunge una rara perfezione. “Per me Robert Johnson è il più importante musicista blues mai vissuto. [...] Non ho mai trovato nulla di più profondamente intenso. La sua musica rimane il pianto più straziante che penso si possa riscontrare nella voce umana.” Dice di lui Eric Clapton. E il racconto di questa vita vissuta sul filo del possibile, narrata da Sergio riportando anche frasi di altri famosi musicisti come Dylan o Pino Daniele, si chiude tragicamente come la morte misteriosa di Robert. Viene ucciso? questione di donne, gelosia, scontri fra ubriachi? Non si conosce il motivo, si conosce solo lo squallido motel dove fu trovato il suo corpo, come non si conosce il luogo della sua sepoltura (esistono ben tre tombe dove presumibilmente è sepolto il corpo).

Sergio si è calato in Robert, è Robert e la frase detta per definire e per descrivere il Blues, pronunciata più volte Il Blues è un buon Blues se il tuo corpo si muove senza che tu te ne accorga esprime a pieno questa mimesi e la necessità di raccontarla. Suggestivo il gioco delle luci, rosse, blu di Gennaro Madonna, le scene, pienamente descrittive nella loro essenzialità, di Alessandra Avitabile e Salvatore Esposito costruite con pochi elementi (una sedia, una tenda con note musicali, un cavalletto dove si susseguono locandine / immagini della storia)

Incredibilmente bravo Sergio, un pilastro del Nouveau Théâtre de Poche, che con il suo blues apre Effetto Farfalla, la stagione di un luogo che in città rappresenta – ad ampio raggio- una importante realtà teatrale

UN BLUES PER IL DIAVOLO di e con Sergio Di Paola

Elementi di scena Alessandra Avitabile e Salvatore Esposito,

Luci Gennaro Madonna

 





















© Riproduzione riservata  

Post più popolari