TESTIMONE D’ACCUSA (Agata Christie), con Vanessa Gravina, Giulio Corso e la partecipazione di Paolo Triestino, regia di Geppy Gleijeses

Al Teatro Politeama Pratese - Via G. Garibaldi 33/35, Prato – il 2 alle ore 21, il 3 ore 16, dicembre 2023.

Servizio di Cinzia Capristo

Al Teatro Politeama Pratese è andato in scena l’adattamento teatrale, diretto da un’attenta e curata regia di Geppy Gleijeses, del testo scritto nel 1925 di Agatha Christie, pseudonimo di Agatha Miller, una tra le più famose gialliste al mondo. Testimone d’accusa, Witness for the Prosecution, è un giallo giudiziario che fin dalle prime scene introduce lo spettatore nel vivo della tematica. Nel 1957, la versione cinematografica, rimasta nella storia, era stata diretta dal regista Samuel Billy Wilder, con un cast d’eccezione da Charles Laughton, graffiante avvocato inglese, alla misteriosa e gelida Marlene Dietrich nelle vesti di Christine, a Tyrone Power nelle vesti di Leonard Vole accusato dell’omicidio di Emily French.

La versione presentata al Teatro Politeama Pratese diretta da Geppy Gleijeses ha il merito di aver curato i dettagli sia della scenografia che della performance degli attori; la fisicità degli interpreti ha reso la narrazione veritiera tanto, da aver non solo reso omaggio ad Agatha Christie, ma non ha fatto rimpiangere la versione cinematografica del 1957 di Billy Wilder, considerata termine di paragone di tutte le successive versioni cinematografiche e teatrali. La storia si dipana su due scene principali: la prima che appare aprendo il sipario, è quella di un salotto di una casa di un arguto e perspicace avvocato di lungo corso, Sir Wilfrid Robarts, interpretato da un magistrale Paolo Triestino. Al centro della sala un camino acceso, due poltrone e un tavolino, sulla mensola del camino un telefono che squilla e annuncia la visita di un collega con un probabile cliente, un giovane di nome Leonard Stephen Vole, interpretato da Giulio Corso, una sorta di “Dolos” greco, ingannatore, dai modi gentili, ma squattrinato, che coltiva l’amicizia con una nubile e ricca signorina di 56 anni Emily French, che vive in solitudine con al seguito una governante. 

Leonard apprende dai giornali che Emily French è stata assassinata in circostanze misteriose e che la polizia lo cerca per interrogarlo, egli si presenta spontaneamente a dare informazioni, ma viene incriminato per omicidio. Emily, che non sa che Leonard è sposato, lo ha lasciato erede dei suoi beni e questo ne fa l’imputato principale, ma Sir Wilfrid Robarts, le cui intuizioni sembrerebbero poter scagionare il giovane, ne assume la difesa.  La storia, poi, si sposta sulla seconda scena, un tribunale dove su uno scanno centrale presiede il giudice con il pubblico ministero, a destra i giurati scelti tra gli spettatori, al di sotto siedono gli avvocati della difesa, a destra lo scanno dove è collocato l’imputato, in basso seduto c’è l’avvocato dell’accusa.

L’unica testimone che potrebbe discolpare Leonard è sua moglie Romaine Heilger, interpretata da una valente Vanessa Gravina. Romaine però ha reso vana la difesa degli avvocati essendo testimone d’accusa. Tutto il processo è scandito dal ticchettio dello stenografo che scrive i verbali del processo su una macchina stenografica autentica del 1948. Mentre, una musica in sottofondo, in alcuni frangenti, calibra la perfetta tensione di suspense derivata dagli avvenimenti che si susseguono.  Le schermaglie legali durante le udienze del processo condurranno lo spettatore a un ritmo serrato fino a un clamoroso finale con un colpo di scena. In realtà, la testimonianza di Romaine fa parte di un complicato piano per far assolvere Leonard. Infatti, prima fornisce all’accusa le prove per la colpevolezza, poi crea nuovi indizi che discreditano le proprie dichiarazioni. Alla fine, Leonard viene assolto ma, si scopre, che in realtà egli ha commesso davvero il delitto per cui era stato portato a processo.

Se la sceneggiatura e l’intrigo della trama sono il successo del libro di Agatha Christie, che parte da una sua vicenda personale di tradimento da parte del marito, in questa pièce la personalità degli attori, la loro fisicità, il piglio usato hanno reso questo spettacolo un vero capolavoro. Al centro degli avvenimenti troviamo una donna Romaine e l’avvocato Sir Wilfrid interpretati da due attori di grande spessore: Vanessa Gravina che ricorda molto la Marlene Dietrich, misteriosa, affascinante, seducente, lui, Paolo Triestino ha impersonato alla perfezione la parte dell’avvocato di lungo corso, dando al personaggio quell’autorevolezza che il ruolo gli impone. Strepitosa la prova di tutti gli attori, da Giulio Corso che ha impersonato la parte di Leonard a tutti gli altri attori, undici nel totale, che hanno ricoperto le varie figure di questo Legal thriller ante litteram, che abbina tensione e colpi di scena, inganni ed equivoci.

Una performance ad alti livelli quella che è stata rappresentata; il pubblico ha apprezzato rendendo omaggio all’intera compagnia con lunghi applausi.    

 

TESTIMONE D’ACCUSA

Testo: di Agatha Christie
Traduzione: Edoardo Erba

Regia: Geppy Gleijeses

Con Vanessa Gravina, Giulio Corso e la partecipazione di Paolo Triestino

Con Michele Demaria, Antonio Tallura, Sergio Mancinelli, Bruno Crucitti, Paola Sambo, Francesco Laruffa, Erika Puddu, Lorenzo Vanità

Scene: Roberto Crea 
Costumi: Chiara Donato
Luci: Luigi Ascione
Musiche: Matteo D’Amico










































Prima foto di Tommaso Lepera

Altre foto di Silvia Tondelli


 

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