Al Teatro Politeama Pratese - Via G. Garibaldi 33/35, PRATO – il 24 marzo 2023.
Servizio di Cinzia
Capristo
Al
Politeama di Prato è andata in scena una commedia del drammaturgo, regista,
Gabriele Di Luca. La scrittura di questa commedia è stata ispirata da un fatto
di cronaca avvenuto nel 2017, quando un ammasso non ben definito, “fatberg” così
venne denominato, aveva ostruito i condotti fognari della Londra vittoriana nel
quartiere di Whitechapel a Nord-est dalla Torre di Londra. La compagnia
Carrozzeria Orfeo, nata nel 2007, si è focalizzata sull’osservazione dei tempi
moderni. Infatti, in “Miracoli Metropolitani” emergono tutte le contraddizioni
di una società moderna che, al consumismo sfrenato ha posto in second’ordine
questioni di vitale importanza per la vita del pianeta e ha condotto la società
a un disfacimento di valori anteponendo a questi un uso sfrenato della
tecnologia; tutto deve essere visibile al limite dell’impossibile, tutto pur di
apparire, Instagram e blog.

Il
sipario si apre e una scenografia angusta appare agli spettatori. Uno
scantinato adibito a cucina con al centro fornelli e tutto l’occorrente per
cucinare e a destra un piccolo lavabo; in fondo scaffali in acciaio da
ristorazione e vari forni a microonde, una scala e un ballatoio; mentre un ambiente
che avanza e indietreggia, mostra dietro una porta scorrevole, l’intimità di
una dimora a ridosso di un ambiente lavorativo. In questo contesto si muovono i
nostri protagonisti. La storia ha inizio mentre un altoparlante da notizia di
ciò che sta avvenendo fuori, ovvero che il sistema fognario è saltato. Tutta l’intera
kermesse si svolge mentre, notizie che provengono dall’esterno, date in contemporanea,
avvertono di disordini e scontri che avvengono per il ripristino della
normalità: una parte di popolazione chiede a gran voce di essere liberata dal
liquame al grido “Prima la Patria e poi gli immigrati”. Intanto, nella cucina
di questo scantinato, un microcosmo di personaggi vive le proprie vite appese
ad un destino comune. Plinio, interpretato da Roberto Serpi, rabbioso con tutti,
ha dovuto accantonare i suoi sogni di alta cucina, per la preparazione di take-way
e cibi per intolleranti; la moglie di Plinio, Clara, interpretata da una
bravissima Barbara Moselli, ex lavapiatti, ossessionata dai social, intenta a
postare foto e immagini della sua vita su Facebook, al limite del trash, vive un’esistenza di
apparenza dove tutto è frivolo; Igor, interpretato
da Federico Gatti, figlio problematico
della coppia con turbe emotive che gli impediscono di rapportarsi agli altri, trascorre
il suo tempo alla playstation, il suo gioco preferito “affonda l’immigrato”.
Intorno a loro un sottobosco di personaggi: una lavapiatti etiope, Hope, interpretata
da Ambra Chiarello, arrivata su un barcone con il suo compagno morto in mare,
nasconde la gravidanza per paura di essere licenziata; la madre del cuoco, ex
brigatista, interpretata da una esilarante Elsa Bossi, combatte ancora contro
uno Stato che non tutela più i diritti acquisiti; Mosquito, interpretato da un
poliedrico Federico Brugnone, un carcerato che sconta una condanna attraverso
lavori socialmente utili, ambisce a diventare un attore; Cesare, interpretato da
un garbato Massimiliano Setti, ex docente con disturbi psicosomatici, vive in
macchina dopo la morte del figlio non riuscendo a superare il dolore e Mohamed,
rider titolato e sottopagato. Un
simposio platonico in cui ogni personaggio ha il proprio spazio e racconta la
propria storia, dove l’amore vero vede lontano e la diversità diventa un dono. In
questa narrazione, il grido del mito di Sisifo si leva alto nell’interpretazione
di Albert Camus. Una umanità in continuo cammino, nonostante il macigno che
ogni essere umano, come ogni personaggio della commedia, si porta dietro tra le
tante avversità della vita.
In un
continuum, così come l’umanità cerca di migliorare se stessa verso l’arduo
cammino dell’Eros e verso il bello, anche i personaggi della rappresentazione
cercano di affrancarsi da una vita che non risparmia dolori e delusioni: come
dice Camus: “essere privi di speranza non significa disperare” le cose possono
accadere all’improvviso.
“Miracoli
Metropolitani” è una commedia nella commedia, il mondo raccontato da due diverse
angolazioni: da una parte le alte sfere del potere politico che cercano
soluzioni per arginare il problema del liquame che ha invaso la città - una
metafora ai tanti problemi del modo: dall’immigrazione, all’ambiente, alla
qualità del cibo, mentre dall’altra una comunità multiforme e multietnica vive una
quotidianità fatta spesso di poche tutele. La mancata garanzia dei diritti
fondamentali, fa mettere in discussione alla madre di Plinio, interpretata
dalla Bossi, il concetto di Democrazia. I diritti che si pensavano acquisiti e che
andrebbero trasmessi, come una staffetta, consolidati ad ogni passaggio di
generazione, vengono meno, poiché il potere è subordinato alla qualità degli
uomini che lo esercitano.
I richiami
a tutta l’opera di Camus sono evidenti, dal libro Lo straniero, al Mito
di Sisifo, La peste, L’uomo in rivolta, così anche il
richiamo al poeta Fernando Pessoa con il libro dell’Inquietudine e la
poesia “L’amore è una compagnia” quando dice: “anche la sua assenza è
qualcosa che sta con me”, frase che ha un senso per il risvolto finale
della commedia dove alcuni protagonisti tentano di sanare un amore che solo il
tempo può placare. La solitudine fortifica, ma quella infestata da fantasmi,
uccide. Tutta la commedia si snoda intorno
al quesito se la vita vale la pena di essere vissuta o meno, si indaga sulle
inquietudini dell’essere umano posto di fronte alle difficoltà del proprio
destino. L’uomo in questo navigare per mari oscuri è un microcosmo, ma è il
responsabile di un macrocosmo fatto di infinite sfaccettature.
Il ritmo
serrato e le battute dei personaggi rendono la commedia leggera, nonostante i
temi scottanti e la durata di due ore e venti minuti. Tutti gli attori hanno
reso egregiamente e con naturalezza, i rispettivi personaggi. Il pubblico ha
gradito lo spettacolo e nei saluti finali, la Compagnia, nel ringraziare, ha
sollecitato gli spettatori a fare la scansione del QR code all’uscita della
sala, per visionare tutti i retroscena di “Miracoli Metropolitani”, dalla
scrittura, alla recitazione.
MIRACOLI
METROPOLITANI
uno spettacolo di Carrozzeria Orfeo
drammaturgia Gabriele Di Luca.
con Elsa Bossi, Ambra
Chiarello, Federico Gatti, Barbara Moselli, Roberto Serpi, Massimiliano
Setti, Federico Brugnone.
regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi.
Musiche originali Massimiliano Setti
Scenografia e luci Lucio Diana
Costumi Stefania Cempini
Una coproduzione Marche Teatro, Teatro dell’Elfo, Teatro
Nazionale di Genova, Fondazione Teatro di Napoli -Teatro Bellini
in collaborazione con il Centro di Residenza dell’Emilia-Romagna
“L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale”
Foto di Laila Pozzo
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