EDIPO RE di Sofocle traduzione Fabrizio Sinisi, adattamento e regia Andrea De Rosa
Al Teatro Grande 4 – 6 luglio 2024 per POMPEII THEATRUM MUNDI
Servizio di Rita Felerico
Resta una emozione che, come uno
stretto nodo, non riesce subito a sciogliersi, le domande della e alla vita
sono tutte lì, scoperte o riscoperte, rispolverate da un volontario /
involontario oscuramento. L’ Edipo re, tradotto da Fabrizio
Sinisi adattato e diretto da Andrea De Rosa, il terzo spettacolo in
programma per Pompeii Theatrum Mundi andato in scena al Teatro Grande in
questi giorni, restituisce forti immagini e riflessioni sull’orlo di quelle
gradinate gremite da un pubblico ammutolito, a cui si rivolge alla fine della
tragedia un Edipo fragile e dubbioso, appellandolo con ‘Cittadini’ .
Quanto e cosa possiamo scegliere
della nostra vita? Quanto le nostre azioni possono mutare gli eventi e il
destino che qualcun altro ha scelto per noi? Anche la condivisione finale nell’agorà,
spazio di dialogo e di confronto, non basta per porre a tacere dubbi che
rimarranno per sempre irrisolti. Il senso è questo. Costruite con
ritmo pacato ma incessante le parole - narrate e dette per la ricerca della verità fra Edipo e Tiresia o
Creonte o Giocasta - non danno luce, o meglio rimandano la giusta luce del
dubbio, della paura come l’atmosfera della scena, disegnata da elementi illuminanti (fari, tubi di lampadine o neon)
che non bucano lo spazio (è un’idea del creativo Pasquale Mari), ma si
integrano con gli specchi di plexiglas, sporchi, ombrati da un’aria infetta,
che abitano la cavea, toccati da mani imploranti nei quali si intravedono
riflessi i volti, deformati dal dolore, dei personaggi e del Coro - Francesca
Cutolo e Francesca Della
Monica -.
Parole mozzate da sospiri e da
grida che denunciano fatti e verità inascoltate, intonano ninne nanne,
preghiere. Chi è la divinità? Chi è quell’Apollo obliquo presente nella sua assenza?
Quanto la nostra libertà dipende dalla sua volontà? Tortuoso e doloroso è così il cammino
dell’uomo, come il logos che a dismisura incatena e snatura le vite, al quale
ci siamo lasciati andare, dandogli spazio, nell’ illusione di vivere meglio e
senza oscurità la nostra esistenza. Bravissimo e fortemente appassionato
nella sua umanità Marco Foschi, un Edipo che drammaturgo e traduttore
hanno voluto far sentire più vicino al nostro tempo, o meglio alla verità del
nostro Tempo, della quale abbiamo perso tracce e ogni forma di desiderio.
Apollo / Logos ha ristretto gli spazi dell’incontro e della comprensione
offuscata dalle bugie del potere e, nel caos di un velenoso e falso immaginario,
si muovono e si alimentano i sentimenti di Tiresia (Roberto Latini) di
Creonte (Fabio Pasquini).
Intensi e senza sbavature interpretative hanno
dato prova non solo di una elevata professionalità, ma dimostrato con la loro
partecipata parola teatrale di quanto – da moderni – ci si possa immedesimare
nei fatti, nelle azioni, nelle scelte lontano da noi, sparse in un tempo
remoto. Ancora senza risposta è la nostra relazione con la Storia, la
Religione, i Valori, la Verità. Il senso della tragedia risiede anche in
questo. “E’ difficile guardare la verità
dritto negli occhi. È difficile e anche pericoloso. Aletheia – la verità in
greco – indica l’atto di togliere il velo da qualcosa per scoprirla.
Ma quel
velo che ci impedisce di vedere chiaramente è anche ciò che ci protegge. La
verità può accecare”, scrive De Rosa nel foglio di
sala. Giocasta, Frédérique Loliée, con
il suo accento un po' straniero, la sua erre alla francese, è bravissima e
affascinante nel farci scoprire la verità della tragedia nel ruolo che recita
nella vita, quanto inconsapevolmente? Forse quel tanto che basta per farci ritornare
a parlare di politica, di vita, di pubblico, di privato, per evitare che altri
si ‘impicchino’ in nome della verità. I
suoni e la musica di G.U.P. Alcaro accompagnano tutto il testo; toni
profondi, percussioni che penetrano fin dentro la pelle, nel corpo di questo
spettacolo pensato, realizzato e ideato con grande accuratezza e intensità.
EDIPO RE di Sofocle
traduzione Fabrizio Sinisi
adattamento e regia Andrea De Rosa
con (in o.a.) Francesca Cutolo (coro),
Francesca Della Monica (coro), Marco
Foschi (Edipo), Roberto Latini (Tiresia), Frédérique Loliée (Giocasta), Fabio
Pasquini (Creonte)
scene Daniele Spanò
luci Pasquale Mari
suono G.U.P. Alcaro
costumi Graziella Pepe (realizzati presso Laboratorio
di Sartoria del PICCOLO TEATRO DI MILANO – TEATRO D’EUROPA)
produzione TPE – Teatro Piemonte Europa,
Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, LAC Lugano Arte e Cultura, Teatro
Nazionale di Genova, Emilia-Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale
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