Per Pompeii Theatrum Mundi 2024, a Pompei
Teatro Grande 27 - 29 giugno 2024
Servizio di Rita Felerico
Questo lavoro è dedicato alla memoria di una studiosa,
un’importante botanica, una persona a me molto cara, strettamente legata a
questo luogo: che mi ha insegnato ad amare e per cui ho immaginato sin da
subito il progetto. Ma anche, idealmente, con molte scuse e molta ammirazione,
alle ragazze e ai ragazzi che animano i tanti movimenti di impegno ecologico,
sociale, civico, nei territori più diversi. Al loro grido appassionato e
“imperioso”, contro le incoerenze e le ingiustizie, alle loro ‘battaglie’ per
il proprio futuro, con la certezza, non poco vacillante in questi tempi di
guerra, che <<I movimenti della
distruzione non possono prevalere per sempre, non possono seppellire in eterno
la vita>> (Davide Iodice)

I sei episodi che compongono lo
spettacolo, frutto della collaborazione – già a suo tempo collaudata – fra Davide
Iodice e Fabio Pisano, DE
RERUM NATURA [There is no planet B], è
il secondo all’interno della settima edizione di Pompeii Theatrum Mundi,
ogni anno molto attesa e amata dal pubblico, un progetto a cura del Teatro
di Napoli-Teatro Nazionale e del Parco Archeologico di Pompei. I
temi proposti dall’azione scenica, che si avvale di una bella scenografia che
da sola potrebbe bastare a raccontare, a tratti anche ironici e surreali,
denunciano con forza le ferite di una Natura che disperatamente ci chiama a
rivedere il nostro rapporto con lei, ormai consumato, e a porre immediate
soluzioni prima di una definitiva catastrofe.

Il richiamo al discorso pronunciato
all’Onu da Greta Thunberg, al cinismo che permea la macchina economica e
del mercato lavorativo che, senza scrupoli, schiacciano la dignità delle
persone uccidendole e violentandole spiritualmente e fisicamente, pone il
nostro ascolto in un’ottica che dal richiamo all’universalità dei temi proposti
sfocia nel mettere in causa il nostro personale peso di responsabilità. Pullulano di simboli i gesti, le
parole, gli oggetti, gli abiti e i segni cabalistici scolpiti dalle donne con
nodose mazze nella terra che copre l’area della cavea.

Un albero che ricorda
quello del peccato originale, i resti di una barca che si apre, ormai sfasciata,
alle tragedie del mare, pecore che cercano di sopravvivere e imporre la loro
vita alla indifferenza degli uomini, una capanna che ricorda la precarietà
dell’abitare, in ogni luogo, anche nei passaggi trasversali di una natura nuda
e senza difese, macchiata a volte di sangue. Di forte intensità la scena del
lavoratore, un contadino sfruttato che richiama al bisogno di acqua e di una
complicità nel relazionarsi alla terra ormai persa. C’è tutto Davide Iodice in questi quadri che –
a volte pregni di un tocco in più di didascalia-riescono a porci ko rispetto
alle coscienze. Si può ancora fare qualcosa? Cosa si potrà salvare di questo sfacelo?
“Non volete ascoltare quello che chiede la natura e con il suo grido
imperioso?”, traduce così il poeta Milo De Angelis un verso di Lucrezio, tratto
dal De rerum natura a cui si ispirano regista e drammaturgo. E la musica popolare delle
processioni, il richiamo ai riti pagano/ sacri di santi, madonne e per un
Cristo / sofferente ed inascoltato, dà ritmo a quella banda di giovani e di
diversi che verso la fine invadono la cavea a percuotere con forza e
convinzione – non avendo più tamburi o vere percussioni di pelle – giganti
lattine di plastica, accompagnandosi con un muto coro di speranza, che è rabbia
e volontà di agire, nonostante la distanza della natura da qualsiasi tipo di
aiuto.

La Natura va per la sua strada, e noi siamo Natura e vano è e sarà qualsiasi
tentativo di dominarla o piegarla ai nostri oscuri bisogni. Piuttosto che
pronunciare vani bla, bla, bla è necessario così ripercorrere la strada
del desiderio. Bravissimi i giovani attori, fra i
quali emerge Wael Habib nel ruolo del bracciante, belle le musiche originali
di Lino Cannavacciuolo e la partecipazione di Orchestrìa, nata
all’interno del progetto della Scuola Elementare del Teatro.

DE RERUM NATURA
[There is no planet B]
liberamente ispirato al De Rerum
Natura di Tito Lucrezio Caro
adattamento e regia Davide
Iodice
drammaturgia Fabio Pisano
con (in o.a) Aida Talliente (La Natura/Prima Donna di Lesbo/Mamma
Orsa),Ilaria Scarano (Seconda donna di Lesbo/Emilia), Carolina
Cametti(Terza donna di Lesbo/La donna sull’albero), MariaTeresa
Battista (Venere),Greta Domenica Esposito (Ragazza), Sergio
Del Prete (Ministro/Pacific Lumber), Wael Habib (Bracciante/altre
figure), Giovanni Trono (Padrone/altre figure), Marco
Palumbo (Striato, altre figure), Emilio Vacca (Protele,
altre figure)
e con la partecipazione straordinaria di ORCHESTRÌA Marco
Fuccio, Giancarla Oliva, Chiara Alina Di Sarno, Giuseppina Oliva, Tommaso
Renzuto Iodice, Simone Rijavec, Laura Errico, Alessandro La Rocca, Paola
Gargiulo, Antonella Esposito, Massimo Renzetti, Guglielmo
Gargarella, Dmitry Medici, Nicolas Sacrez, Lucrezia Pirani, Melina
Russo, Giulio Sica, Francesco Cicatiello, Alina
Shost, Giulia Caporrino, Daniele Rensi, Ilaria
Giorgi, Giulia Albero, Giorgio Albero
[progetto speciale di musica inclusiva
dell’associazione FORGAT ODV all’interno della Scuola Elementare del Teatro –
Conservatorio Popolare per le arti della scena, a cura di Francesco Paolo
Manna, Antonio Fraioli, Eleonora Ricciardi]
scene maschere e pupazzi Tiziano Fario
costumi Daniela Salernitano
luci Loic Francois Hamelin
musiche originali Lino Cannavacciuolo
assistente alla regia Carlotta Campobasso
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
questo spettacolo è dedicato alla memoria della Dott.ssa Annamaria
Ciarallo, botanica.
Foto di Ivan Nocera
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