LA COSCIENZA DI ZENO, con Alessandro Haber, regia di Paolo Valerio

Al Teatro Politeama Pratese - Via G. Garibaldi 33/35, PRATO – il 04 alle ore 21 e il 05 alle ore 16.00 gennaio 2025.

Servizio di Cinzia Capristo

Al Politeama di Prato è andato in scena un adattamento del lavoro di Italo Svevo: La coscienza di Zeno, testo attualissimo per le tematiche trattate e per quelle sottese. A sipario chiuso viene proiettato un occhio a rappresentare colui che scruta gli animi, gli animi del pubblico, dei personaggi che da lì a poco verranno rappresentati, ma soprattutto a scrutare il proprio io interiore, facendo i conti con la propria coscienza per capire chi siamo, se angeli o demoni.

Il sipario si apre e in fondo al palco gli attori sono già presenti tutti rivolti di spalle, quasi nell’impossibilità di agire liberamente aspettando che qualcuno gli dia il via come una orchestra che aspetta il suo direttore. Sul lato sinistro un canuto Alessandro Haber sigaretta in bocca e dal forte carisma siede su una sedia e inizia a raccontare le confessioni di un borghese triestino, un alter ego scrittore.

Un maturo signore che per guarire da una presunta malattia si rivolge ad uno psicanalista. La scrittura come cura per analizzare se stesso e il mondo che lo circonda. Il racconto entra nel vivo e gli attori uno per volta si apprestano ad entrare nei loro ruoli, sul palco solo delle sedie, luci e proiezioni. 

Sullo sfondo un oblò macina ricordi, in esso appare una locomotiva che sbuffa, uno scheletro, una sigaretta, una luna proiettata appare come teste di due amanti che si baciano, uno scrittoio su cui l’autore del romanzo appunta i suoi pensieri, numeri delle quotazioni in Borsa, uno scorcio paesaggistico della città di Trieste, ma all’occorrenza diventa una cornice per una foto di famiglia; insomma un catalizzatore per fermare i ricordi e porre all’attenzione dello spettatore cosa si sta narrando.

Si riavvolge il nastro di una intera esistenza quella di Zeno Cosini, della sua giovinezza, dei suoi conflitti famigliari, dei suoi amori, il tutto scandito da un acronimo: U S, ossia ultima sigaretta, perché è questa che accompagna Zeno nei suoi momenti cruciali.

Un grande Haber in una proiezione dell’io, un osservatore attento e disilluso racconta scandendo in modo chiaro e netto le parole; sostituendosi a volte, con grande ironia, al giovane Zeno, soprattutto, nelle scene dove palesa il suo amore nei confronti delle donne amate, perché egli ama tutte le donne, o quasi tutte. Sentimenti dirompenti e struggenti lasciano un segno profondo nella vita di Zeno e così come egli afferma: “Le cose che non lasciano traccia non esistono”. Il tempo vissuto e quello narrato si confondono in un fluire armonico, i personaggi si avvicendano sul palco in un susseguirsi di accadimenti ed emozioni. Una compagnia quella che contorna Haber di bravissimi attori che hanno saputo far rivivere di nuova luce i personaggi di questa commedia dandogli un giusto tono di ironia legato alla drammaticità di alcuni eventi.

Le musiche di Oragravity si stagliano a chiosa di ogni scena, mentre gli attori volteggiano sul palco come danzatori per ricordare che la vita è una girandola di emozioni, ma anche di conflitti interiori, così in una scena, il volteggiare degli attori sotto la pioggia lava la coscienza dei protagonisti che si trovano loro mal grado a vivere una esistenza fatta di ipocrisie e bigottismo. Il non detto è più forte delle parole e il mondo visto da uno oblò appare diverso, tanto da far dire in una scena ad uno dei personaggi rivolto a Zeno: “Ci vuole una vista che tu ancora non possiedi”, perché le cose vanno viste sotto un’ottica diversa e a lungo raggio.

La vita sa essere dura e come dice Zeno: “La vita non è né brutta né bella, ma è originale”, perché ognuno di noi è diverso dall’altro in una girandola di emozioni. Quanta verità in questa commedia e quanta realtà. Si ode un tuono, la guerra incombe ieri come oggi, mentre un uomo fatto come tutti gli altri, nel segreto di una stanza di questo mondo vivrà la propria esistenza aspettando nuovi eventi così come Zeno.

Le luci di Gigi Saccomandi illuminano in un effetto di chiaro-scuro il palcoscenico mentre i video di Alessandro Papa fanno da scenografia ai tendaggi che tappezzano il palcoscenico. La pièce si chiude così come è iniziata: un occhio proiettato che scruta, quasi a voler incombere sul pubblico. Una compagnia coesa e brillante accanto ad un mattatore come Haber ha fatto rivivere i personaggi di Italo Svevo in una maniera polarizzante, dando spessore ad ogni personaggio. Un’ottima regia quella di Paolo Valerio che ha saputo fondere in modo armonico attori-personaggi, musica, scene, luci, video, come i colori di un quadro dove ogni pennellata e sfumatura del pittore rendono il quadro unico e originale. Il pubblico ha apprezzato questa kermesse tributando lunghi plausi all’intera compagnia e omaggiando uno dei nostri più valenti attori quale è Haber.

 

LA COSCIENZA di ZENO di Italo Svevo
Adattamento di Monica Codena e Paolo Valerio
Con Alessandro Haber
e con Alberto Fasoli, Ester Galazzi, Francesco Godina, Stefano Scandaletti, Meredith Airò Farulla, Valentina Violo, Chiara Pellegrin, Emanuele Fortunati, Caterina Benevoli, Giovanni Schiavo
Scene e Costumi di Marta Crisolini Malatesta
Regia di Paolo Valerio
Movimenti di scena di Monica Codena
Video di Alessandro Papa
Musiche di Oragravity
Luci di Gigi Saccomandi
Produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Goldenart Production

Prima photo Simone Di Luca
Altre foto Silvia Tondelli


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