PRIGIONI scritto e diretto da Vincenzo Pirrotta
Al Teatro San Ferdinando dal 16 al 26 gennaio 2025
Servizio di Pino Cotarelli
Lo
spettacolo Prigioni scritto e diretto da Vincenzo Pirrotta, con
la particolare e profondità intensità dei temi, scuote, cattura e immerge in crude
e scabrose vicende, fra l’altro vissute davvero, trasportando lo spettatore nel
mondo complesso dei traumi della mente in cui la reclusione indotta appare l’unica
soluzione appagante da cui non si riesce ad evadere. Intercettare le implicite richieste di aiuto, trovare un
modo per scardinare quelle gabbie invisibili, appare un compito arduo ma la
richiesta di comprensione e di amore urlata è evidente, si assimila e si percepisce
ampiamente.
Una magistrale recitazione da parte di tutti gli attori ha riportato
sulla scena: la narcolessia raccontata attraverso le allucinazioni
ipnagogiche, i deliri che richiamano quotidianamente mostri, demoni, alieni, in
una immaginazione che appare sempre più reale e condizionante. Il trauma da hikikomori, con la sua
seduzione per un mondo virtuale che appare autosufficiente anche
se da recluso, fino a non accettare più neanche gli inviti a uscirne che arrivano
anche dagli amici virtuali.
Il fanatismo religioso che spinge ad effettuare
riti di purificazione per scacciare il diavolo che prova a mangiare
la propria famiglia e provvidenziale appare l’aiuto di due adepti che conoscono
il modo di scaracchiarlo; infinite le torture e i rituali, fino ad accorgersi di
aver ucciso moglie e figli. L’attaccamento alla fede che spinge a
resistere alle torture pur di non rinnegare il proprio credo, fino all’immancabile
e insopportabile martirio. Viceversa, l’interpretazione troppo umana
della religione da parte di un cardinale che offre al giudizio divino
l’incapacità di rinunciare ai piaceri della carne, giustificabili per i troppi limiti
umani; dubbi, incertezze e richieste di condanna sono la tortura costante.
L’innocenza
di uno sguardo, rivolto alle bellezze della natura, che troppo presto scorge
anche la brutalità della violenza sulle proprie candide carni. Ma anche la violenza
del branco subita per amore di uno dei componenti; il primo amore che si rivela
fatale, un ragazzo in cui hai creduto, che presta la propria fidanzatina agli
amici per foto da scambiare; una idiozia che ha portato tutti ad essere rinchiusi
nella propria stupidità.
Un lavoro che ha richiesto un notevole impegno
attoriale in recitazione, movenze ritmate e canto, all’intera compagnia, che
non ha evidenziato sostanziali differenze in proporzione al proprio personaggio;
un plauso quindi a tutti: Filippo
Luna, Vincenzo Pirrotta, Manuela Ventura, Anna Bocchino, Nicola Conforto, Eleonora
Fardella, Alfredo Mundo. I pezzi
musicali sono stati eseguiti coralmente dalla compagnia, sulle musiche
originali composte e suonate dal vivo da Serena Ganci, che ha fatto
apprezzare la sua splendida vocalità anche nelle varie esecuzioni eseguita da
solista. Indubbiamente un ottimo spettacolo, ben diretto da Vincenzo
Perrotta che si conferma ottimo autore oltre che attore e regista. Una
scenografia che ha voluto accompagnare e quasi confondere le tante vite raccontate
come i tanti fantasmi presenti non ancora raccontati che vogliono
rispecchiarci.
Uno spettacolo che rimane sulla pelle, come rimane il gesto della
stretta delle mani l pubblico, degli attori che nel finale, scesi dal palco,
provano in un unico grido a chiedere trasmettere il grido di aiuto dei loro rispettivi
personaggi e di tanti altri chissà quanti. Una prova di Teatro Sociale che
attraverso la rappresentazione di fatti reali sensibilizza e scuote fino a suscitare
un senso di colpa; possiamo ancora fare qualcosa noi come società tutta?
PRIGIONI testo e regia Vincenzo Pirrotta
con Filippo
Luna, Vincenzo Pirrotta, Manuela Ventura, Anna Bocchino, Nicola
Conforto, Eleonora Fardella, Alfredo Mundo
musiche originali composte e suonate dal vivo da Serena
Ganci
aiuto regia Nancy Lombardo
spazio scenico Vincenzo Pirrotta, Mauro Rea
costumi Roberta Mattera
disegno luci Ciro Petrillo
direttore di scena Nicola Grimaudo
capo macchinista Nunzio Romano
datore luci Enrico Giordano
fonico Daniele Piscicelli
foto di scena Ivan Nocera
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
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