STANZA CON COMPOSITORE, DONNE, STRUMENTI MUSICALI, RAGAZZO di Fabrizia Ramondino, spazio e regia Mario Martone

Al Teatro San Ferdinando di Napoli dal 5 al 14 maggio 2023

Servizio di Rita Felerico 

Lino Musella vola alto in questo spettacolo Stanza con compositore, donne, strumenti musicali, ragazzo che lo vede - insieme ad altri bravi attori come Iaia Forte e Totò Onnis - protagonista delle vicende di un musicista caduto in disgrazia. Cattura il ritmo del suo parlare, non ossessivo né lento, scandito attraverso i gesti di una immaginaria direzione di partitura, quella scritta dai personaggi che popolano e hanno popolato la sua vita, insieme al tono drammatico e ironico del racconto delle sue relazioni. A partire dalla madre, passando per la moglie, andando a sfociare in quello con la figlia sembra dare consistenza a presenze che pesano sulle sue vicende personali, ma che si rivelano nulle nei momenti cruciali delle decisioni. Assenti gli uomini, rappresentati o dal ragazzo in cerca di identità, il fidanzato della figlia, o dall’uomo che lo impoverisce e lo deruba di tutti gli oggetti preziosi della casa, e persino infine del letto, in cambio di strumenti preziosi (magnifiche creazioni di Ernesto Tatafiore).  

Il parallelo fra il linguaggio del teatro – ovvero dell’uomo - e quello della musica insegue le immagini dello spettatore che, spesso, rincorre un pathos che la regia di Mario Martone soffoca in astratto pensare. Manca – mi sento di dire – la Fabrizia Ramondino che spalanca i sensi al paesaggio, sia esso quello naturale o quello dello spirito, la Fabrizia che si sentiva immersa in una larga onda di vita, la cui scrittura possiede “una lingua sicura e ben calibrata, una lingua che procede per ondate e ha i suoi tempi musicali: i presto, gli andanti e i larghi” (le citazioni e il virgolettato sono tratti dalla prefazione di Silvio Perrella a Althénopis ed Einaudi pagg.XII – XIII).

Martone scrive del suo rapporto con la scrittrice: cominciò a frequentare assiduamente il teatro dopo l’esperienza della sceneggiatura di Morte di un matematico napoletano che scrivemmo insieme. Si divertiva moltissimo col mondo dei registi, degli attori, dei nuovi autori che veniva a scoprire. Folgorante fu l’incontro con i testi di Thomas Bernhard, che la spinsero a tuffarsi nella scrittura teatrale. Non per un processo imitativo, ma perché vedeva come quella forma drammaturgica poteva corrispondere al suo bisogno di espressione autobiografica diretta, radicale, anche violenta nel caso, e al tempo stesso consentire l’elaborazione di una lingua immaginifica, colta e complessa, così come le si addiceva”.

Lingua colta, complessa, è vero, ma capace di parlare e dialogare con ogni persona con tutta la luminosità e la semplicità che appartiene solo ai ‘grandi’. “Anch’io al mattino entravo nella folla, nel treno degli studenti. Nessun ponte c’era fra me e quel mondo che mi pareva tirato su dall’oggi all’indomani, come i baracconi di un Luna Park o di una fiera, nel quale avrei dovuto recitare una parte imprecisata che ancora nessuno mi aveva assegnata” (scrive Fabrizia nel libro citato a pag. 233). E’ proprio quello che esprime Lino Musella, che sbalza fuori da vero istrione all’occhio questa volta troppo poco musicale del regista. Il testo inedito di Fabrizia Ramondino (che negli ultimi tempi si dedicò molto alla scrittura teatrale) è un viaggio dentro la mente del compositore: si mettono in scena personaggi reali che da lui vengono  rievocati e il lavoro fatto da Martone e Ippolita di Majo parte da una serie di copioni dattiloscritti dai quali viene tratto il testo di scena, un copione che  ripropone fedelmente ciò che scrive la Ramondino anche nelle note dedicate ai costumi ed alla musica, affidata alla cura di  Pasquale Scialò (sinfonia degli attacchi).

Da non dimenticare i costumi di Ortensia De Francesco e le luci di Cesare Accetta. Lo studio dei testi teatrali della Ramondino è un progetto ideato e voluto da Roberto Andò (nel 2022 è andato in scena Villino bifamiliare affidato ad Arturo Cirillo) e in questa prima nazionale vede rimandare uno vero e proprio studio filologico: un teatro della mente lo definisce Martone. Certo, ma nella stanza alto borghese, ben arredata, man mano defraudata dai debiti, si specchia un mondo e se ne rispecchiano i suoi limiti, ma non risuona l’orchestra che desidera dirigere il compositore affidando alla voce di diversi strumenti il suono delle ‘persone’ della sua vita.

 

STANZA CON COMPOSITORE, DONNE, STRUMENTI MUSICALI, RAGAZZO
testo inedito di Fabrizia Ramondino
regia e scene Mario Martone
con la collaborazione di Ippolita di Majo
con Lino MusellaIaia ForteTania Garribba, Totò Onnis, India Santella, Matteo De Luca

costumi Ortensia De Francesco
luci Cesare Accetta
con i contributi di Ernesto Tatafiore (strumenti musicali), Pasquale Scialò (sinfonia degli attacchi), Anna Redi (tango)

assistente alle scene Mauro Rea
assistente ai costumi Federica Del Gaudio
assistente alla regia tirocinante Università degli Studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa” Sharon Amato
assistente alla regia volontario Gianluca Bonagura
direttore di scena Domenico Riso
macchinista Nunzio Romano
fonico Italo Buonsenso
elettricista Samos Santella
sarta Roberta Mattera
foto di scena Mario Spada
i diritti dell’opera sono concessi da Zachar International, Milano
si ringrazia per la collaborazione Pietro Tatafiore 

produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale

 

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