IFIGENIA IN TAURIDE di Euripide, traduzione Giorgio Ieranò, regia Jacopo Gassmann

TEATRO GRANDE 15 luglio 2022 16 luglio 2022

Servizio di Pino Cotarelli

Pompei – Quello che risulta evidente nella messa in scena del regista Jacopo Gassman di Ifigenia in Tauride di Eurtipide, nella traduzione di Giorgio Ieranò, è l’equilibrio fra rappresentazione classica, che, come è noto, viene preferita da un pubblico più esigente e rappresentazione contestualizzata, realizzata spesso per avvicinare il pubblico più giovane. In questa versione prodotta da INDA – Istituto Nazionale del Dramma Antico, è evidente la volontà di far prevalere il classico, anche se si è ricorsi ad elementi moderni, nella scenografia di Gregorio Zurla, come gli schermi movibili per proiettare immagini e scritte, ma anche per scoprire quando previsto, ulteriori scene. Poche le parti contestualizzate, quindi, che sono risultate in sintonia con l’insieme dello spettacolo tutto, che, tra l’altro, ha mostrato nel finale, i tre protagonisti seduti su poltrone all’interno di un teatro, quasi assopiti, un singolare e ironico messaggio che questa volta, non può riguardare il numeroso pubblico, a prevalenza di giovani, che ha mostrato notevole interesse per l’intera rappresentazione, tributando solo alla fine ripetuti applausi meritatissimi, all’intera compagnia. 


Obiettivo quindi centrato per questa rappresentazione di circa due ore, che ha applicato la giusta formula per rendere la tragedia greca di Euripide, fruibile e piacevole anche oggi; la conferma, il notevole richiamo di pubblico. È la storia della prima figlia di Agamennone, Ifigenia, creduta da tutti morta, condotta a Tauride dalla dea Artemide come sacerdotessa e costretta ai sacrifici umani degli stranieri che approdano in quella terra. La dea l’aveva sostituita con una cerva nell’attimo in cui il padre la stava sacrificando. Il fratello Oreste, in fuga dalle Erinni, approda proprio in Tauride con Pilade e riesce a sfuggire al sacrificio facendosi riconoscere dalla sorella che lo aveva lasciato quando era adolescente. I tre riescono a beffare il re locale Toante fuggendo per mare con una statua sacra. Un racconto in cui i temi religiosi e della morte sembrano costanti, il presunto sacrificio di Ifigenia è la causa che scatena una serie di morti: Clitennestra la madre, uccide il marito per vendicare la figlia Ifigenia, a sua volta con il suo amante Egisto vengono uccisi dall'altro figlio Oreste per vendicare il padre. Oreste è perseguitato dalle Erinni per questo delitto e non trova pace ma Apollo lo incarica di rubare una statua sacra ad Artemide e di portarla ad Atene per liberarsi per sempre da ogni tormento. Appare quindi finalmente una sorta di lieto fine perfino in una tragedia, con i tre: fratello, sorella e cognato, che tornano a rivivere dopo aver appagato gli dèi.


IFIGENIA IN TAURIDE di Euripide
traduzione Giorgio Ieranò
regia Jacopo Gassmann
con Anna Della Rosa, Ivan Alovisio, Massimo Nicolini, Alessio Esposito, Stefano Santospago, Rosario Tedesco
coro di schiave greche Anna Charlotte Barbera, Brigida Cesario, Gloria Carovana,  Roberta Crivelli, Caterina Filograno, Leida Kreider, Giulia Mazzarino, Daniela Vitale
coro dei tauri Guido Bison, Domenico Lamparelli, Matteo Magatti, Jacopo Sarotti, Damiano Venuto
scene Gregorio Zurla
visual designer Luca Brinchi, Daniele Spanò, costumi Gianluca Sbicca
musiche di scena G.U.P. Alcaro, disegno luci Gianni Staropoli
maestro del coro Bruno De Franceschi, movimento e coreografie Marco Angelilli

Le foto sono di Salvatore Pastore – ag Cubo.





 






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