IL SOGNO DI UNA COSA liberamente tratto dal capolavoro di Pier Paolo Pasolini di e con Elio Germano, Teho Teardo
CAPODIMONTE – Cortile della Reggia - 28 giugno - debutto assoluto – nell’ambito del Campania Teatro Festival
Servizio di Rita Felerico
Teho si è già imbattuto
in Pasolini e nella sua poesia, per l’ideazione dell’album Giorni rubati realizzato con il
musicista di fama mondiale Erik Friedlander, mentre con Elio ha realizzato lo
spettacolo Viaggio al termine della notte, ispirato al capolavoro di
Cèline. Fra i due esiste un’intesa quanto mai perfetta: musica, suoni, voce si
rincorrono e si intrecciano facendo sì che il primo romanzo di Pasolini – di
cui ricorre il centenario della nascita – il sogno di una cosa, non sia
solamente letto con maestria, teatralizzato, interpretato con
professionalità e passione. Si va oltre la semplice idea di lettura o
interpretazione.
I sintetizzatori, le percussioni e i vari altri strumenti suonati da Teho insieme alla registrazione di voci dialettali friulane, uomini, donne, ragazzi, di rumori, di echi di feste e balli nei patii di antiche case di campagna, immergono in un’atmosfera che sembra dare vita lì sul palco ad un film, che non si vede ma si immagina, e soprattutto a pensieri e metafore che sembrano da sempre appartenere alla nostra mente, alla nostra memoria.
Bravissimo Elio a teatralizzare, a suonare con
Teho una piccola fisarmonica, a far vibrare una piccola campana, per segnare i
tempi e i ritmi di crescita di una storia che si concluderà nell’armonia del
finale, dove la voce di Elio, le voci degli altri protagonisti assenti e la
musica si silenzieranno su se stessi, lasciando gli spettatori nell’eco di
suoni e rumori quasi soffocati, che molto fanno pensare.on
Interessante è sapere che il titolo dello spettacolo prende spunto dalla
frase scritta in una lettera che da Kreuznach
Marx ancora venticinquenne scrive ad Arnold Ruge a Parigi, nel settembre del
1843. "Si vedrà allora che da tempo il mondo custodisce il sogno di una
cosa, della quale gli manca solo di prendere coscienza, per possederla
veramente”. Pasolini, e la sua
privilegiata vocazione pedagogica Uno spettacolo prodotto da Infinito Teatro di
Pierfrancesco Pisani
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