Al Metastasio di Prato - Via B. Cairoli
59, PRATO – dal 15 al 18 dicembre 2022, 20.45 feriali, 19.30 sabato, 16.30 domenica
Servizio
di Cinzia Capristo
Al
Metastasio di Prato è andato in scena “Ditegli sempre di si” una commedia in
due atti scritta nel 1927 da Eduardo De Filippo. Il sipario si apre e come in una
cartolina o in una foto d’epoca, appaiono gli attori, statici e in posa, le luci
si abbassano, gli attori si allontanano e la commedia di Eduardo ha inizio.
Un’opera divertente, ma che fa riflettere sul
tema della “follia” e sulle sue conseguenze, con un finale malinconico. Mi
viene in mente quanto scritto da Alda Merini sulla lucida follia: “Ero matta in mezzo ai matti, I matti erano matti nel
profondo, alcuni intelligenti”.
Il
protagonista, un pazzo metodico con la mania delle parole appropriate, prende
tutto ciò che gli si dice alla lettera, causando non pochi inconvenienti e
situazioni imbarazzanti. La Compagnia di Teatro di Luca De Filippo, anche
dopo la sua dipartita, ha
dato prova di bravura in netta continuità con il suo maestro, diretti da una
magistrale regia di Andò che ha fatto il resto, rendendo lo spettacolo singolare.
Un bravo Tony Laudadio nel ruolo del protagonista, che fu a suo tempo di
Eduardo, con la sua mimica facciale, le sue movenze, le pause al momento giusto, lo hanno reso perfetto nel ruolo di Michele Murri. Andrea Cioffi nella parte di
Luigi Strada, “guappo” nell’animo, impersona un artista che vuole emergere e vive
di espedienti.

Il personaggio di Luigi si staglia come co-protagonista di
Michele. Luigi ad un certo punto della commedia dice a Michele: “quello che
succede a teatro succede nella vita”, quasi a voler evidenziare che quello che
si sta rappresentando non è altro che la vita stessa. Gli attori, in un passo successivo, riuniti intorno a una tavolata per festeggiare un
compleanno, intonano la canzone “M’aggia curà”, canzone portata al successo da
Nino Taranto, come a voler evidenziare che i protagonisti della commedia
percepivano che nell’aria c’era qualcosa di impercettibile, di folle, ma non
riescono fino alla fine a dipanare le tante situazioni venutesi a creare fino a
quando tutto viene svelato da chi, la sorella di Michele, tentava di nascondere
una verità scomoda: la pazzia di Michele.

Il tema della follia che è stato rappresentato, può apparire agli spettatori
divertente, ma come dice lo stesso protagonista sul finale della commedia in un
riso-amaro, alla fine gli amici, i parenti, di fronte a una tale malattia, prima
provano compassione e poi si allontanano, l’ammalato resta da solo nella sua
solitudine e nella sua follia.
Le scene di Gianni Carluccio sono
essenziali e ben curate, nella scena iniziale si rappresenta una camera da
pranzo con un divano centrale e da un lato un tavolo e tre sedie, da ambo i
lati due balconi, sullo sfondo tre porte con tre camere. A ridosso di questa
cornice un pannello dove il personaggio protagonista passeggia, ed è qui la
maestria del regista: il protagonista c’è ancora prima che entri in scena. Un
pubblico divertito ed entusiasta ha apprezzato con lunghi applausi la commedia
e come disse Alda Merini: “anche la follia merita i suoi
applausi”.
Ditegli sempre di si di Eduardo De Filippo
con (in ordine di locandina)
Carolina Rosi, Tony Laudadio, Andrea Cioffi, Antonio D’Avino, Federica
Altamura, Vincenzo Castellone, Nicola Di Pinto, Paola Fulciniti, Viola
Forestiero, Vincenzo D'Amato, Gianni Cannavacciuolo, Boris De Paola
Regia: Roberto Andò
Scene e luci: Gianni Carluccio
Costumi: Francesca Livia Sartori
Produzione Elledieffe - La Compagnia di Teatro di Luca De Filippo,
Fondazione Teatro della Toscana
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