LA TEMPESTA di William Shakespeare traduzione e adattamento di Alessandro Serra

Al Teatro Bellini di Napoli dal 31 gennaio al 5 febbraio 2023

Servizio di Rita  Felerico

Quando ho cominciato a tradurre il testo, a riscriverlo in italiano, mi sono reso conto della sua impressionante forza politica che, in questi giorni, mi sembra ancora più attuale, perché le guerre sono sempre fratricide. Questa terra è la mia! C’ero prima io! La Palestina, l’Ucraina, il mondo intero, ogni confine, il recinto della nostra villetta a schiera… L’isola di Prospero è il mondo, uno spazio sterminato e minuscolo circondato da un Mediterraneo, ancora oggi pieno di cadaveri, che tutti vogliono conquistare, possedere e distruggere”.

La Tempesta di Alessandro Serra diviene così un’esperienza non solo di teatro, perché è nel gioco del teatro che sa parlare al presente. In una esplosione di diverse forme espressive, che a volte sembrano essere completamente staccate fra loro, si intersecano e sovrappongono livelli di vissuto e di fantasia, mondi freddamente crudi nella loro realtà e spazi di colorata immaginazione, dove la speranza del cambiamento trova la sua strada.

Il troppo nero delle scene quasi inquieta, sembra aderire al tragico messaggio dell’ultimo Shakespeare, il quale con colorate diversità, anche quelle più spinte (penso ad alcune espressioni linguistiche, ai nudi), apre alla comprensione di visioni prospettiche e utopiche. Il regista le ha sapute cogliere. Belli i punti di fuga, piccoli punti luminosi e attrattivi, laterali e alle spalle degli attori dai quali il regista inghiotte e restituisce agli spettatori gli attori per catapultarli sulle assi del palco. Il pubblico viene stupefatto e meravigliato dalle iniziali movenze dell’attrice ballerina, Ariel, sinuose e magicamente a cerchio come onde in tempesta. Una pagina che raggiunge livelli alti di recitazione ed emozione. Con lei si penetra nella tempesta, nello sconvolgimento e si plana sull’isola dei naufraghi dove vive Prospero. Ed è da questo momento in poi che si vive il teatro nel teatro, lì dove l’immaginazione viene cesellata dalle parole e da trovate da sogno, come i costumi di scena che planano dall’alto con turbinio di vento o il costume / maschera del selvaggio Calibano.

Confronto di linguaggi che è anche precisa indicazione di percorsi di conoscenza, nel tentativo di conciliare la frattura fra il reale e il desiderato, un conflitto che nel teatro ricerca e trova la sua fragile ricucitura.

Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, e nello spazio e nel tempo d’un sogno è raccolta la nostra breve vita”. E qui, nel famoso monologo di Prospero, il misterioso mago che riesce a mutare il rancore in perdono, si racchiude il senso della positività, reso esplicito dall’amore fra sua figlia Miranda e Ferdinando, il nobile napoletano, il nemico. “Su quest’isola- palcoscenico – scrive Alessandro Serra nelle note di regia – tutti chiedono perdono e tutti si pentono ad eccezione di Antonio e Sebastiano, non a caso gli unici immuni dalla bellezza e dallo stato di estasi che pervade gli altri”. E con Shakespeare il regista ci suggerisce che il rito del teatro è l’unico a poterci trasportare oltre i nostri confini: “L’uomo avrà sempre nostalgia del teatro perché è rimasto l’unico luogo in cui gli esseri umani possono esercitare il loro diritto all’atto magico”.    

Uno spettacolo da godere, anche nei suoi momenti meno luminosi, un invito ad immergersi nei cuori secondo i caleidoscopi del Bardo e del grande Eduardo De Filippo -che tradusse La Tempesta in napoletano seicentesco - anche lì dove il confronto e la dialettica fra i linguaggi ricercata dal regista diviene più spinosa e quindi meno accogliente al suono di un ‘orecchio pensante” e di un occhio in cerca di armonia.


         

LA TEMPESTA di William Shakespeare

Traduzione e adattamento Alessandro Serra

Con (in ordine alfabetico) Fabio Barone, Andrea Castellano, Vincenzo Del Prete, Massimiliano Donato, 

Paolo Madonna, Jared McNeill, Chiara Michelini, Maria Irene Minelli, Valerio Pietrovita, Massimiliano Poli, Marco Sgrosso, Bruno Stori
Regia, scene, luci, suoni, costumi Alessandro Serra
Collaborazione alle luci Stefano Bardelli
Collaborazione ai suoni Alessandro Saviozzi
collaborazione ai costumi Francesca Novati
Maschere Tiziano Fario

Fotografie di scena di Alessandro Serra

Coproduzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale / Teatro di Roma – Teatro Nazionale / ERT – Teatro Nazionale / Sardegna Teatro
In collaborazione con Fondazione I Teatri Reggio Emilia / Compagnia Teatropersona

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA