RE CHICCHINELLA scritto e diretto da Emma Dante, libero adattamento da Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile

Al Teatro Mercadante dal 29 ottobre al 10 novembre 2024

Servizio di Rita Felerico

Più che una rilettura Re chicchinella di Emma Dante è una vera e propria riscrittura della favola di Giambattista Basile La papara, primo racconto della quinta giornata del Pentamerone , scritto fra il 1634 e il 1636, raccolta di novelle pubblicata dalla sorella dopo la sua morte. Con questo lavoro la drammaturga siciliana completa la trilogia dedicata allo scrittore campano (dopo La Scortecata e Pupo di zucchero)  unico nel particolare linguaggio poeticamente barocco, unico nel suscitare immagini grottesche, comiche e ironiche. 

"La morte è la cosa che lega le tre fiabe. La morte in Basile non è mai la fine di qualcosa, ma è una trasformazione- dichiara Emma Dante in una intervista a Rai3 -. Questo spettacolo è una fiaba danzata e attraverso la fiaba racconti la verità, ma non dai meno schiaffi se stai raccontando una fiaba!”


C’è tutta una passionalità, una genialità tipicamente siciliana nel descrivere il tormento per questa vita, e la scrittura drammaturgica dell’autrice non si distacca mai dal movimento dei corpi, neanche tutti bellissimi, dei suoi attori. Sembrano generarsi in empatica sintonia e quei corpi li fa ruotare danzare e cantare intorno alla figura di un sovrano/ re ormai chiuso nella sua solitudine e nel suo dolore, privo ormai di un qualsivoglia potere. Descrive l’assurdo e il limite della vita, una situazione di esistenza dalla quale si osserva con delusa tristezza la piccolezza umana, la sua ingorda corsa verso il denaro, la sua incapacità di distaccarsi dai pregiudizi e dalle bugie per poter vivere e l’incapacità di potersi opporre.


Un viaggio / spettacolo per gettare in faccia la terribile oscura profondità dell’animo umano, in quel nero che avvolge i personaggi e il palcoscenico; una terribile verità rotta da misteri incomprensibili, come quello della morte, della anaffettività; quel re  …”dopo tredici giorni d’inedia, quel Re Carlo III d’Angiò, re di Sicilia e di Napoli, principe di Giugliano, conte d’Orleans, visconte d’Avignon e di Forcalquier, principe di Portici Bellavista, re d’Albania, principe di Valenzia e re titolare di Costantinopoli, entrerà nella sua nuova esistenza e, appollaiato sul trono, solo allora  riceverà il plauso di tutta la Corte”. Il potere così veste gli stessi abiti della caducità ed è debole, fragile dinanzi alla ferocità e alla forza di una natura che non guarda in faccia a nessuno, debole, fragile dinanzi al male umano.


Carmine Maringola il re, è bravissimo nei movimenti, nei gesti, nelle parole nel convincere il pubblico di essere davvero abitato dalla gallina, una prova maiuscola d’attore. Il suo corpo riesce a far trapelare dai muscoli ben movimentati le mosse della gallina che si è insinuata nelle sue viscere, che si nutre del suo corpo e che regala uova d’oro, quelle che aspirano possedere i parenti, i sudditi, la moglie, la figlia.  In questo progetto, affiatata e unita si mostra la squadra degli attori, composta da Annamaria Palomba nei panni della regina, Angelica Bifano nel ruolo della principessa, Davide e Simone Mazzella, Stephanie Taillandier, Viola Carinci, Davide Celona, Roberto Galbo, Enrico Lodovisi, Yannick Lomboto, Samuel Salamone, Marta Zollet e Odette Lodavisi.


Ed è nelle danze chiassose e scomposte, nell’osceno turpe vorticare di questa corte intimamente indifferente alle sorti del sovrano che il teatro di Emma Dante esplode dirompente, come in un rito barocco che cattura, spiazza, diverte e insieme crea una terribile vertigine, aderendo allo spirito della favola secentesca e al contempo arricchendola con nuovi esiti, narrativi e immaginifici, facendosi strada dal buio dello spazio scenico.

Indimenticabile l’immagine iniziale, quelle galline dai tratti antropomorfi, singhiozzanti, vestite di nero, surreali, in veste satirica, onirica, a segnare il limite fra sacro e profano. Attraverso un linguaggio affabulatore - dialetto napoletano seicentesco - Emma Dante incontra il reale, descrive come nelle intenzioni del Basile (che aveva realizzato il testo per una lettura di gruppo, teatralizzata) le trasformazioni possibili che possono avvenire nel tempo performatore della scena, ed anche della vita? Il testo della canzone finale di Battiato – le musiche sono scelte con molta cura e sensibilità - sembra suggerirlo.

 

Scrive Emma Dante:

“La verità di questa novella – che ho riscritto, puntando l’attenzione sul personaggio del re, circondato dalla famiglia e dalla corte – ha a che fare con l’avidità, l’anaffettività, la mancanza di empatia che, a volte, si trova all’interno delle famiglie. Si ha sempre un po’ paura a parlare delle famiglie, dei loro segreti, della loro intimità… qui si descrive in maniera spietata questa casata reale, la cui storia è ambientata in un palazzo nobile, all’interno di una corte aristocratica. Eppure, pur essendo altolocata, anche questa famiglia ha le sue miserie – prima di tutte la solitudine – all’interno di una comunità così apparentemente felice nel benessere. ….. Di sicuro si parla anche della solitudine del potere, della sua ottusità che instupidisce – e quindi bisogna guardarsi dal desiderarlo e dal conquistarlo, perché di sicuro non è sano… Senza dubbio, il potere, per come lo si racconta in questa favola, è qualcosa di patologico, che non produce bellezza, ma odio, distanza e morte..”

 

RE CHICCHINELLA
scritto e diretto da Emma Dante
libero adattamento da Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile
con Carmine Maringola ReAnnamaria Palomba ReginaAngelica Bifano PrincipessaDavide Mazzella PaggioSimone Mazzella PaggioStephanie Taillandier Dama d’onoreViola Carinci Dama di corte / InfermieraDavide Celona Dama di corteRoberto Galbo Dama di corteEnrico Lodovisi Dama di corteYannick Lomboto Dama di corteSamuel Salamone Dama di corte / DottoreMarta Zollet Dama di corte / InfermieraOdette Lodovisi Gallina

elementi scenici e costumi Emma Dante
luci Cristian Zucaro

ph. Masiar Pasquali

produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Atto Unico / Compagnia Sud Costa Occidentale, Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale, Carnezzeria, Célestins Théâtre de Lyon, Châteauvallon-Liberté Scène Nationale, Cité du Théâtre – Domaine d’O – Montpellier / Printemps des Comédiens.


Emma Dante. Nata a Palermo nel 1967, esplora il tema della famiglia e della emarginazione attraverso una poetica di tensione e follia, nella quale non manca una punta di umorismo. Drammaturga e regista, si diploma a Roma nel 1990, all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico. Nel1999 costituisce a Palermo la compagnia Sud Costa Occidentale, con la quale vince i premi Scenario 2001 per il progetto mPalermu e Ubu 2002 come novità italiana. Nel 2001 vince il premio Lo Straniero – assegnato da Goffredo Fofi – come giovane regista emergente, nel 2003 il premio Ubu, con lo spettacolo Carnezzeria, come migliore novità italiana e nel 2004 i premi Gassman, come migliore regista italiana, e della critica (Associazione Nazionale Critici del Teatro) per la drammaturgia e la regia. Nel 2005, per Medea, vince il premio Golden Graal come migliore regista. Successivamente pubblica Carnezzeria. Trilogia della famiglia siciliana con una prefazione di Andrea Camilleri (Fazi 2007) e il romanzo Via Castellana Bandiera (Rizzoli 2008), vincitore dei premi Vittorini e Super Vittorini 2009. Nell’ottobre del 2009 le viene assegnato il premio Sinopoli per la cultura. Il 7 dicembre dello stesso anno inaugura la stagione del Teatro alla Scala con la regia di Carmen di Bizet, diretta da Daniel Barenboim. Sono stati in repertorio, dal 2000 al 2010, in Italia e all’estero, mPalermu, Carnezzeria, Vita mia, Mishelle di Sant’Oliva, Medea, Il festino, Cani di bancata, Le pulle e tre favole per bambini e adulti pubblicate da Dalai editore con il titolo Le principesse di Emma. Nel 2011 è in tour in Italia e all’estero con lo spettacolo La trilogia degli occhiali, pubblicato da Rizzoli, costituito da tre capitoli: Acquasanta,Il castello della Zisa e Ballarini. Nell’aprile 2012 debutta a Parigi, all’Opéra Comique, La muta di Portici di Auber, diretta da Patrick Davin, ripresa, con grande successo di pubblico e critica, nel marzo 2013, al Petruzzelli di Bari, con la direzione di Alain Guingal. Lo spettacolo vince il premio Abbiati nel 2014. Nell’ottobre 2012 debutta, al Teatro Olimpico di Vicenza, verso Medea, da Euripide, con musiche e canti composti ed eseguiti dal vivo dai fratelli Mancuso. Nel 2013 presenta in concorso alla 70a edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia il film Via Castellana Bandiera, dall’omonimo romanzo, per il quale Elena Cotta vince la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile. Il film ottiene anche i premi Soundtrack alla miglior colonna sonora, Navicella, attribuito dalla Rivista del Cinematografo, e Lina Mangiacapre. Il 18 gennaio 2014 inaugura la stagione del Teatro Massimo di Palermo con Feuersnot di Richard Strauss, con la direzione di Gabriele Ferro. Nello stesso anno riceve l’incarico biennale di direttrice artistica del 67° ciclo di spettacoli classici al Teatro Olimpico di Vicenza e debutta al Mercadante di Napoli con Le sorelle Macaluso, coprodotto da Teatro Stabile di Napoli, Festival d’Avignon, Théâtre National-Bruxelles, Folkteatern Göteborg, nell’ambito del progetto Cities on stage. La produzione vince i premi Le Maschere (migliore spettacolo dell’anno), della critica 2014 e due Ubu (regia e migliore spettacolo dell’anno). Debutta al teatro Kismet di Bari con Operetta burlesca, prodotto dalla compagnia Sud Costa Occidentale, quindi diventa regista principale del Teatro Biondo di Palermo e direttrice della Scuola dei Mestieri dello Spettacolo, costituita all’interno della stessa istituzione. A conclusione del primo corso di questa scuola, nasce lo spettacolo Odissea A/R, in tournée nei più importanti teatri d’Italia. Vince il premio De Sica per il teatro e il Premio Ipazia all’eccellenza femminile. Nel 2015 inaugura la stagione del Teatro Massimo con Gisela! di Hans Werner Henze. Nel 2016, al Teatro dell’Opera di Roma, firma la regia de La Cenerentola di Rossini, diretta da Alejo Pérez. Nel 2017 inaugura la stagione del Teatro Massimo di Palermo con Macbeth di Verdi, diretto da Gabriele Ferro. Successivamente debutta al Teatro Strehler con Bestie di scena, coprodotto da Piccolo Teatro di Milano–Teatro d’Europa, Atto Unico/ Compagnia Sud Costa Occidentale, Teatro Biondo di Palermo e Festival d’Avignon. Quindi allestisce al Teatro Comunale di Bologna il dittico La Voix Humaine e Cavalleria Rusticana, con la direzione di Michele Mariotti. A Spoleto, per la 60a edizione del Festival dei 2Mondi, propone La scortecata, da Basile, coprodotto da Fondazione Festival dei 2Mondi – Atto Unico/Compagnia Sud Costa Occidentale – Teatro Biondo di Palermo. Eracle di Euripide, con la sua regia, nella traduzione di Giorgio Ieranò, inaugura nel maggio 2018 il 54° Festival del Teatro Greco di Siracusa. Nel 2019 debutta al Teatro dell’Opera di Roma L’angelo di fuoco di Prokof’ev. Alla fine del secondo corso della Scuola dei Mestieri dello Spettacolo del Biondo di Palermo, nasce Esodo, che debutta nel luglio 2019 a Spoleto, per il 62° Festival dei 2Mondi, e viene rappresentato a Palermo, Mosca e Parigi. Chiude il 2019 debuttando a Parigi, a La Colline Théâtre National, con Fable pour un adieu, liberamente ispirato alla fiaba La Sirenetta di Hans Christian Andersen. Nel 2021, ha debuttato con il suo nuovo lavoro Pupo di zucchero.


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