TUTTORIAL - Guida contromano alla contemporaneità di e con Gli Oblivion, regia Giorgio Gallione
Al Teatro Politeama Pratese - Via G.
Garibaldi 33/35, Prato – sabato 16 e domenica 17 novembre
Servizio di Silvia Tondelli

A distanza di due anni dal successo di Oblivion Rhapsody, sono
tornati sul palcoscenico del Politeama Pratese gli Oblivion, il quintetto formato da Graziana Borciani, Davide
Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio
Vagnarelli, con TUTTORIAL - Guida contromano alla contemporaneità. Uno
spettacolo surreale ed esilarante, un luna-park di sketch assurdi e
irriverenti, dove tutto è stravolto, smontato e riassemblato con comicità
travolgente, dai testi delle canzoni, alle serie televisive, dai personaggi
storici, agli attuali, dai Promessi Sposi, alla storia del Rock.
Gli Oblivion
cantano, ballano, interpretano, percuotono, usano le tecniche del mimo e
dell’imitazione, muovendosi sulla scena allestita, con una grande scala di
legno al centro, microfoni e strumenti musicali: dall’ukulele, ai tamburi, alla
chitarra, che richiama, con le luci dall’alto e gli abiti neri in pelle, il
classico ambiente dei concerti rock. Cappelli sempre diversi, indossati di
volta in volta, danno vita ad una strampalata galleria di personaggi.
La contemporaneità degli Oblivion, con la regia di Giorgio Gallione, è un metaverso
atipico, una sorta di macchina del tempo in cui tutti sono comicamente alle
prese con i diversi strumenti della comunicazione odierna, dominata dai social
e dall’Intelligenza Artificiale, e in cui ognuno mette in vendita una parte di
sé stesso, misurando il successo con i followers
e i likes.

Sulle note de “L’ombelico del mondo” di
Jovanotti, il refrain dello spettacolo diventa “questo è il mestiere più
antico del mondo e noi stiamo già incassando”. E così, sulla scena Bell e
Meucci si contendono il primato dell’invenzione del telefono, Galileo Galilei con
le sue teorie diventa star di TikTok, mentre Leonardo da Vinci non riesce a
diventare virale su Instagram; Giacomo Puccini realizza video ASMR, Giuseppe Ungaretti
converte le sue poesie in slogan pubblicitari, D’Annunzio diventa cantante rap,
Nilde Iotti una influencer che mostra i suoi look con la borsa di Pravda,
Mussolini e Claretta sono “Mu’&Pe’”, Carlo e Camilla una serie tv, mentre
Manzoni trasforma i suoi Promessi Sposi in una coppia napoletana prendendo
spunto da fiction di successo come Mare Fuori, Gomorra e La Casa di Carta.

Con la velocità che contraddistingue la nostra
era digitale, gli Oblivion portano
sul palcoscenico un mashup di personaggi, musiche, canzoni, rivisti e “scorretti”
al loro modo, rivelando una comicità mai fine a stessa, capace di far
riflettere sulle contraddizioni della nostra società. Una società raffigurata anche
come una savana metropolitana sulle note del “Re Leone”, dove “l’infaticabile
Rider deliverus” senza contratto, è costretto a lavorare anche il giorno
dell’Assunta, e “il Leone da tastiera” si rivela invece un pavidissimo essere.

E in un mondo dominato dalla tecnologia,
succede anche che Siri, l’assistente digitale, che nello spettacolo risponde
alle richieste degli attori, si ribelli, costringendoli a rivedere in modo improbabile,
ma “politicamente corretto”, i testi delle canzoni più famose; o che la base
musicale “salti”, dando vita ad esilaranti “canzoni interrotte”, e che “Due
vite” di Marco Mengoni diventi la narrazione dell’odissea di un uomo alle
prese col montaggio di un mobile Ikea.
Il quintetto, dando prova di grandi capacità
vocali e strumentali, mimiche, interpretative e comiche, ha incantato gli
spettatori per oltre 80 minuti, scanditi dal continuo alternarsi di risate e
applausi, e ha concluso la serata con il bis, interpretando “The History of
Rock”, brano tratto da “Oblivion Rapsody” in cui remixano a cappella,
parole e musiche dei più famosi brani rock, da Elvis Presley ai Beatles, dai
Rolling Stones agli AC/DC.
Bravi,
bravi, bravi!
--------------

TUTTORIAL Guida contromano alla
contemporaneità
di e con Gli
Oblivion: Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo
Scuda, Fabio Vagnarelli
regia Giorgio Gallione
scene Lorenza Gioberti
costumi Erika Carretta
disegno luci Andrea Violato
produzione Agidi
Prima
foto Laila Pozzo
Altre
foto Silvia Tondelli
© RIPRODUZIONE
RISERVATA