IO SONO UN ERRORE ideazione, regia, testo Jan Fabre, performer Irene Urciuoli
Alla Sala AssolI 12 e 13 novembre 2024 per il Campania Teatro Festival 2024
Servizio di Rita Felerico
Scritto nel
1988, quando Fabre aveva poco più di trent’anni, il testo fino ad oggi
nella sua revisione non è mai stato rappresentato; dedicato a figure di controtendenza,
come Luis Buñuel e Antonin Artaud, il testo possiede -seppur
datato- una sua forza espressiva, soprattutto merito di Irene
Urciuoli che lo interpreta in prima mondiale sul palco dell’Out Off, come
sua seconda performance compresa nel Festival dedicato quest’anno all’autore e
regista belga. Io sono un errore è un urlo contro il conformismo, è un
monologo / testimonianza della dirompente forza che può possedere un artista,
ovvero un uomo che fa della sua vita un’opera d’arte. Un monologo per “fumatore
incallito” lo definì lo stesso Fabre, che si apre con queste parole:
“Io sono un errore perché
non appartengo a una razza. Io sono un errore perché sono un
movimento solitario. Io sono un errore perché sono ancora
curioso. Io sono un errore perché sono l’acerrimo
nemico di me stesso”.
Bravissima nel
gestire il corpo, con una mimica facciale sempre in movimento, la Urciuoli
vivacizza il ritmo ripetitivo delle parole, il suono di una cantata
intrisa dello stesso ritornello. “Sono un errore
perché plasmo la mia vita e il mio lavoro in modo organico, secondo il mio
giudizio, senza preoccuparmi di ciò che si dovrebbe fare o dire” e/o distesa su di una sedia, avvolta in un lenzuolo bianco, o in piedi
vestita di un nero, semplice ma sensuale tailleur pantalone dimostra di essere
fedele a se stessa, alle sue idee, con una caparbietà che va oltre il male che
l’affligge, un cancro alla gola, comune male dei fumatori incalliti.
Irrispettosa verso qualsiasi regola imposta da
una società falsa ingannatrice, Irene / Fabre si fa tutt’uno con il suo essere errore
muovendo convulsivamente le pupille, facendo linguacce, provocando,
disobbedendo per rincorrere quel piacere che sa essere anche la sua fine. La
tosse le spacca il petto, ma non riesce a rinunciare al desiderio appagante,
anche se effimero, che il fumo le dona.
Le musiche e gli incisivi suoni
che accompagnano ininterrottamente tutta la rappresentazione resi dalla sound
designer Alma Auer rendono la performance molto più vicina alla
sensibilità degli spettatori.
“Io sono
un corpo riempito di calore, che arde come brace che fuma e cova. Io sono un
errore perché il mio desiderio è grande più imperioso persino della fame e di
solito più difficile da soddisfare. L’anarchia del desiderio non si può
conciliare con la vita. Io sono un errore perché sono un movimento solitario. Io
sono un errore perché sono ancora curioso. Io sono un errore perché sono
l’acerrimo nemico di me stesso. Io sono un errore perché diffido della luce del
sole. Io sono un errore”.
L’ossessiva
affermazione porta ad introdurci nel mondo notturno del suo autore, che già
Lino Musella aveva portato alla conoscenza del pubblico con lo spettacolo “The Night Writer”, tratto dal “Giornale notturno”
dell’artista.
Il tabagismo del
quale soffre Fabre e dal quale non vuole liberarsi, per l’effetto che ha sul
corpo, lo assimila a un simbolo di resistenza alle regole, anche della
natura. Unico oggetto scenico è una sedia a rotelle in stile Biedermaier, sulla
quale siede la Urcioli all’inizio completamente avvolta in un sudario, sudario nel
quale alla fine si riavvolgerà, ineluttabilmente.
I temi tipici
di Fabre ci sono tutti: la solitudine, l’inadeguatezza nei confronti delle
aspettative altrui e del mondo, la libertà personale, la malattia, il vizio, la
morte, compresa la grande domanda sull’arte, presenti anche in tutti gli altri
suoi monologhi, tradotti in diverse lingue, che oggi girano il mondo,
pubblicati da diversi editori.
Il festival Amore e bellezza sono i poteri supremi, interamente
dedicato al lavoro teatrale di Jan Fabre (al Teatro Out Off di Milano dal 10
settembre al 13 ottobre) ha messo in scena i cinque monologhi
dell’artista: Simona, the gangster of art con Irene
Urciuoli, Io sono un errore con Irene Urcioli, I’m
sorry con Stella Höttler, Elle était et elle est, même con
Els Deceukelier, I believe in the legend of love con Ivana
Jozić, tutti offrono il campo ad una riflessione sulla linea sottile che esiste tra
la vita e la morte e la metamorfosi interattiva fra animale umano e uomo
animale.
IO SONO UN ERRORE ideazione, regia, testo JAN FABRE
Performer IRENE URCIUOLI
Composizione Musicale ALMA AUER
Drammaturgia MIET MARTENS
Lighting Design E Tecnica WOUT JANSSENS
Troubleyn/Jan Fabre è
supportato da the Flemish Community.
Troubleyn/Jan Fabre è patrocinato da Katoen Natie.
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