LA VOCE A TE DOVUTA, da un’idea di Anna Bocchino ed Ettore Nigro, testi Sharon Amato, regia e drammaturgia Ettore Nigro.

Al Teatro Sannazaro di Napoli dal 25 al 26 novembre 2025

Servizio di Pino Cotarelli

Napoli – Al teatro Sannazaro di Napoli, originale e interessante operazione teatrale ideata da Anna Bocchino ed Ettore Nigro, con i testi di Sharon Amato, che apre uno squarcio nelle difficoltà delle relazioni sentimentali che degenerano e portano spesso le coppie a conseguenze irrimediabili. Un esperimento di teatro sociale, che cade proprio nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che oltre alla disamina del fenomeno sociale con le sue fredde e preoccupanti statistiche, che rischiano peraltro di creare improbabili categorie e allarmismi che allontanando dalla realtà, offre uno strumento di collegamento e di comunicazione per chi vuole raccontare o raccontarsi, in maniera esplicita o attraverso foglietti anonimi raccolti all’ingresso del teatro, esaminati e letti durante la rappresentazione. Ottima l’idea di sdoppiare il fenomeno per offrire più punti di vista all’esame approfondito e alla possibilità di focalizzarsi meglio sulle soluzioni possibili. 

L’impiego quindi delle due talentuose attrici, sorelle gemelle, Anna (Nina) e Clara Bocchino (Cloe), facce della stessa medaglia, una sulla difensiva, arrendevole, rassegnata alla vita, che giustifica e considera i soprusi fatali, da sempre esistenti e tollerati dalle società, insomma un male trascurabile, l’altra combattiva, sempre pronta a sollecitare il prossimo a denunciare, ad intraprendere opportune azioni e necessarie reazioni. Geniale l’utilizzo del Podcast per offrire anche alle fragilità nascoste, una modalità di comunicazione gratuita, anche anonima, uno strumento di comunicazione a chi vuole denunciare, chi vuole fare i primi passi, a chi vuole esporre la propria storia, il proprio tormento anche in maniera anonima, senza esporsi. 

Un lavoro che conduce lo spettatore all’interno del fenomeno e lo rende partecipe e protagonista delle proprie opinioni, dei propri racconti, sollecitato dalle attrici che scendono fra il pubblico per dare voce ai suggerimenti, ai pareri, alle testimonianze. Nina e Cloe discutono, si confrontano, litigano persino, ognuna con la personale visione, a rappresentare le tante facce della società contemporanea, anche attraverso uno spazio di telecomunicazione, per raccogliere le storie, le lamentele, le testimonianze; una opportunità offerta come àncora di salvezza per andare incontro alle fragilità e accompagnarle verso le possibili soluzioni. 

Uno spazio radiofonico denominato Universo25 per richiamare l’esperimento raccontato da Nina, sui topi che dopo un periodo di estremo benessere, stava portando alla loro completa estinzione; un monito per la razza umana. Una rappresentazione che ha richiamato anche le scolaresche accorse numerose e partecipanti, in particolare nei dibattiti con le attrici su queste tematiche molto sentite dalle giovani generazioni. Alla fine della rappresentazione, puntuale un prosieguo con dibattito col pubblico con l’alternarsi sul palco di avvocati, psicologi, associazioni, impegnati tutti nel combattere la violenza sulle donne attraverso le attività di propria competenza finalizzate al recupero psicologico anche con il supporto economico, che possa accompagnare le donne che vogliono essere aiutate, nell’individuare una soluzione alle loro tragedie familiari. Una modalità teatrale innovativa bella e utile allo scopo sociale, ben resa dalla prestazione attoriale delle due ottime attrici Anna e Clara Bocchino, ben dirette dalla oculata opera registica di Ettore Nigro.

 

NOTE DI REGIA Immaginare di poter sviscerare la “questione femminile” nella porzione di tempo di uno spettacolo è sicuramente impresa folle e impossibile; tuttavia, questa impossibilità non deve essere una scusa per rimandare un appuntamento così importante. Questa è stata la mia premessa quando decisi di incamminarmi lungo questo il percorso tortuoso. Immediatamente mi è apparso il titolo di una celebre raccolta poetica di Pedro Salinas – “La voce a te dovuta”, lo spettacolo non intende essere né un j’accuse diretto, né una relazione sociologica, ma è un atto d’amore, amore come reale e unico antidoto ad ogni forma di discriminazione. Le due sorelle (gemelle) interrogandosi, interrogano il pubblico sia in sala, che quello immaginato nel loro podcast, aprono uno spazio interiore dal quale fare uscire un amorevole coraggio di esporsi, non di imporsi, l’intervento della parola poetica funge da motore maieutico per intenerire la spessa “scorza” frapposta tra la volontà di “essere accettate” e la società odierna che le vorrebbe ancora in una certa misura, non dico prigioniere, ma sicuramente sopite. Ci troviamo quindi di fronte ad un gigante, contro il quale sembra che si sia ancora fatto poco; forse perché intimoriti dalla sua vastità? Ma questo gigante è composto da milioni di silenzi, di storie piccole e personali, di tragedie accettate perché non percepite come tragedie. Le due sorelle attraverso il dar voce e accogliendo le storie singole dissolvono il gigante facendocelo vedere per quello che è: un mostro composto da milioni di piccole storie, ecco allora che il gigante si smembra e tutto diventa alla nostra portata. Come uomo, ed anche per questo ho deciso di intraprendere questo processo, voglio incidere una strada, per comprendere se anche in me possano esserci echi di una discriminazione indotta da anni e anni di “educazione” che hanno favorito lo status in cui siamo immersi. Ettore Nigro

  

LA VOCE A TE DOVUTA

Da un’idea di Anna Bocchino ed Ettore Nigro

testi Sharon Amato

regia e dramaturg Ettore Nigro

con Anna Bocchino, Clara Bocchino

scene Giancarlo Minniti

costumi Giuseppe Avallone

musiche a cura di Antonio Bocchino

foto di scena Mariacarla Ponticelli

 ass. alla regia Giovanni Sbarra

produzione Piccola Città Teatro

 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA 

 

Post più popolari