Ferzaneide – SONO IA! di e con Ferzan Ozpetek

Al Nuovo Teatro Nuovo di Napoli dal 23 al 26 marzo 2023

Servizio di Rita Felerico

I sogni, i desideri di un di un giovane Ozpetek in cerca, a Roma, dei giusti incontri per realizzarli; da giornalista, entrato nel giro del mondo dello spettacolo, riesce ad essere ingaggiato come aiuto regista dal nostro Massimo Troisi. Qui l’inizio di quel sogno che è il suo cinema. Al Teatro Nuovo, dal 23 al 26 marzo 2023, in veste di attore / protagonista, seguendo la trama dei ricordi, Ferzan si racconta: la famiglia, il rapporto con i fratelli, con l’affascinante madre, che fino in tarda età – 85 anni – non rinuncia al suo essere donna, sfidando il tempo e l’amore per un giovanissimo fisioterapista (scoperto in seguito come un esperto di mestiere, fingitore in cerca di soldi e fortuna).

E accenna all’amore della sua vita, Simone, alla famiglia amicale, al suo essere serenamente e felicemente gay, alle relazioni nate sui set, sul palcoscenico dei teatri dove ha diretto opere liriche come l’Aida e La Traviata, quest’ultima in scena anche sul palcoscenico del nostro San Carlo.

Colpisce il forte legame con quello che accade nella sua vita reale, dai piccoli avvenimenti ai casuali incontri, e i suoi film: tutto nasce dalla fantasia che scatta in un preciso momento per prendere la rotta della cinepresa, quando il coinvolgimento è molto forte e Ferzan si distacca per osservare e osservarsi. I suoi racconti e aneddoti sono tessere di un mosaico che è la pellicola, fotogrammi del suo linguaggio di e da regista e mentre racconta si susseguono negli occhi i film che tutti abbiamo a cuore da Bagno Turco con il ricordo di Mario Risi e Goffredo Fofi, interprete Alessandro Gassman a Mine Vaganti, da Saturno contro a Le Fate Ignoranti.

Ci racconta di Istanbul, di Roma, del palazzo dove abita da anni e dei suoi condomini, di Serra Yilmaz, di omosessualità, come fosse tra amici e del suo rapporto con Napoli, di cui è cittadino onorario. Scopriamo una Napoli Velata prima di quella che poi sarà impressa nella pellicola, la case che ha conosciuto, i nuovi amici, il mistero del velo e di Napoli stessa, città magica come il film.  Napoli – dice – è simile a me, nelle sue contraddizioni, nel suo rapporto amorevole e conflittuale con la morte, nel suo essere gonna del Vesuvio, insomma come me impermanente.

 

E confida al pubblico la telefonata ricevuta dal Presidente Napolitano dopo la visione del film, che gli esprimeva le sue sensazioni, dicendo che lui, Ferzan, aveva raccontato e detto della Napoli da lui amata: solo un napoletano può essere sensibile all’ascolto dell’eco dei passi sui basoli nella città silenziosa.


Uno spettacolo / incontro che avvicina gli spettatori al cinema, alla visione in presenza di quella che è una geniale espressione artistica. Questa volta sul palco ci sarò io, io solo, ad incontrare il pubblico con il racconto della mia carriera artistica e del mio sentimento per la vita, la mia e quella degli altri. Nell’amore, nell’amicizia, nello stupore, in tutti quei gesti e luoghi illuminati dalla passione.

Negli anni ho sposato molte cause all’insegna del coraggio. Coraggio. Forse in questa parola è racchiuso il senso di quello che dirò sera dopo sera. Il coraggio di inseguire i propri sogni. Il coraggio di sfidare i pregiudizi. Il coraggio di essere felici. E sperare di tornare, finalmente, ad esserlo di nuovo. A teatro, al cinema, ai concerti, ai musei. Ovunque.” Ferzan Ozpetek












 

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