ARLECCHINO? con Andrea Pennacchi, regia di Marco Baliani

Al Teatro Politeama Pratese - Via G. Garibaldi 33/35, Prato – il 18 alle ore 21 e il 19 alle ore 21.00 febbraio 2025.

Servizio di Cinzia Capristo

Al Politeama di Prato è andato in scena “Arlecchino servitore di due padroni” o come più comunemente si dice, in forma contratta, “Arlecchino”. 
Come diceva Giorgio Strehler nel 1947 “Arlecchino è intramontabile ha il segno della vita che passa e si rinnova” ed è questo che Andrea Pennacchi con la regia di Marco Baliani portano in scena, la vita che scorre con le sue storture di una società in continua evoluzione. Un Arlecchino irriverente, maschera della commedia dell’arte, con canovacci e improvvisazioni, rimaneggiato magistralmente. Un lavoro speculare quello di Marco Baliani, che tra riflessioni drammaturgiche e apologetiche, tra tradizione del passato e modernità del presente, senza perdere la trama originale né la lingua in vernacolo veneto, dimostra una notevole capacità di imbastire situazioni diverse e cesellare passato e modernità senza mai perdere il ritmo, tutto ciò coronato da bravi e valenti attori, attori come artigiani che hanno saputo modellarsi ai vari personaggi.

A sipario chiuso si sente parlare, è il capo di una compagnia un certo Pantalone che sta cercando di mettere in scena la commedia goldoniana “Arlecchino”, si ode vociferare, si sentono rumori di spostamenti di bauli. Ad un tratto il sipario si apre e in uno scenario in allestimento, con lenzuola bianche appese a dei fili che fanno da tendaggi per separare gli ambienti, Pantalone parla al telefonino con un intermediario o come si dice in gergo moderno un impresario, un certo Gennaro Esposito, dando le spalle al pubblico. Ad un certo punto Pantalone si gira e scopre che lo spettacolo è già iniziato, non resta che giustificarsi sostenendo ironicamente che ciò che si sta mettendo in scena è teatro sperimentale; pertanto, rompendo le tradizioni gli attori sono liberi di sperimentare tra tradizione e avanguardia offrendo al pubblico scene inusuali.

Inizia così a prendere forma una commedia tra passato e presente, tra attori che interpretano personaggi e personaggi che escono dal proprio ruolo, con un ritmo incessante. Si narra la storia di Arlecchino interpretata da un divertente e divertito Andrea Pennacchi, ottima la presenza scenica e buoni i tempi teatrali.

Un Arlecchino che porta in scena tutte le brutture dei nostri tempi, con una grande leggerezza, che punta su un Arlecchino in sovrappeso e non certo agile e scattante. Mette in evidenza la crisi economica del teatro, ironizzando sul teatro cosiddetto impegnato e sul metodo Stanislavskij, cita la frase di William Shakespeare “Essere o Non Essere” trasformandola in “Servire o Non servire” e poi continua “Dormire o Morire, ma prima Mangiare” mettendo in evidenza gli stili di vita di una società opulenta che ha puntato tutto sul cibo citando programmi come “Master Chef”, un algoritmo aziendale che punta sui guadagni e non sulla qualità; mette in evidenza stereotipi e l’incapacità di superarli, una società che non accetta l’altro e che lo vede sempre come straniero pur nato e cresciuto in Italia. 

Una Italia che pensa alla crescita del Pil e all’incremento del Reddito, ma che poi non riesce a districarsi sui problemi di una società complessa e multietnica; parla di amori malati e cita “Amore Criminale”, parla di una società fluida citando Zygmunt Bauman e di amore fluido, evidenziando la fragilità dei legami affettivi, della disparità di trattamento nel mondo del lavoro tra uomini e donne.

Un Arlecchino variopinto che ai nostri giorni diventa servitore di molti padroni beffeggiando la politica; gioca con i colori della sua maschera e asserendo del volta gabbano dei politici pur di rimanere attaccati alla poltrona, nota come si passa dal rosso ormai sbiadito, al verde, al bianco e al nero, non mancano stoccate sui vaccini e all’immigrazione.

Insomma, la peculiarità di questo Arlecchino è di portare alla luce i tanti misfatti di una società alla deriva, alla mercé di un destino incerto, che sferra la spada e citando Ufo Robot Goldrake che lascia il proprio pianeta alla deriva per andare in un nuovo mondo, punta sullo smascherare servi e padroni, Scale, scale, chi le scende e chi le sale dice un antico proverbio.


Un gran calderone questa pièce, ma ben congegnata e supportata da intermezzi musicali di Giorgio Gobbo eseguite dal vivo dal duo Matteo e Riccardo Nicolin che in forma di rap si sono introdotti furtivamente nei vari momenti della kermesse evidenziandone i momenti cruciali.

Una compagnia coesa e divertente che ha saputo muoversi con agilità sul palco, bravi e poliedrici Marco Artusi, Maria Celeste Carobene, Miguel Gobbo Diaz, Margherita Mannino, Valerio Mazzucato, e Anna Tringali. Una regia attenta quella di Marco Baliani che ne ha curato anche il testo, Andrea Pennacchi è stato esilarante mostrandosi congeniale al ruolo interpretato. Alla fine, quello che vince sopra ogni stortura sono i sentimenti, è l’amore protagonista di questa storia oggi come ieri, è l’urlo e il furore della vita che si celebra. Un pubblico divertito ha applaudito con entusiasmo l’intera compagnia.

  

ARLECCHINO?
, scritto e diretto da Marco Baliani
con Andrea Pennacchi
e con Marco Artusi, Maria Celeste Carobene, Miguel Gobbo Diaz, Margherita Mannino, Valerio Mazzucato, Anna Tringali 
Scene e costumi Carlo Sala
Luci Luca Barbati
Musiche Giorgio Gobbo
Arrangiate ed eseguite dal duo “I sordi”
Maschere Officine Zorba di Andrea Cavarra
Aiuto regista Maria Celeste Carobene
Assistente scene e costumi Angela Peña Cuevas
Macchinista Francesco Rubinacci
Elettricista Gaetano Napoletano
Fonico Christian Reale
Sarta Gloria Gandini
Amministratore di compagnia Gennaro Staiano
Scenografia F.lli Giustiniani
Costumi Officina Farani

Attrezzeria Rancati
Noleggio luci e fonica Easylight
Trasporti N.S. Trasporti e Logistica
Foto Serena Pea
Progetto grafico Paky di Bitonto
Coordinamento e comunicazione Paola Manetta
Coordinamento e amministrazione Francesca Russo
Produzione Gli Ipocriti Melina Balsamo, TSV – Teatro Nazionale, dedicato a Pierluca Donin
 

Personaggi e interpreti


Arlecchino: Andrea Pennacchi
Beatrice / Fedrigo Rasponi: Maria Celeste Carobene
Brighella / Florindo Aretusi: Marco Artusi
Clarice De' Bisognosi: Margherita Mannino
Pantalone De' Bisognosi: Valerio Mazzucato
Silvio Lombardi / Facchino / Cameriere: Miguel Gobbo Diaz
Smeraldina: Anna Tringali

 

Le ultime sei foto sono di Silvia Tondelli



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