I PROMESSI SPOSI ALLA PROVA, di Giovanni Testori, adattamento e regia Andrée RUTH SHAMMAH.

Al Teatro Mercadante di Napoli, il 26 giugno 2023, per il Campania Teatro Festival 2023.

Servizio di Rita Felerico

Gli attori entrano ed escono dai personaggi con disinvoltura, usano le parole affidate ai loro ruoli e quelle suggerite dal maestro, intrecciandole, per narrare la storia di Renzo e Lucia, quasi ad interpellare con i loro gesti, toni e movimenti il pubblico, a chiedere se poi quella ‘classica’ vicenda possa ancora appartenerci, essere – anche se con diverse modalità - dell’oggi e descrivere i nostri tempi. La ‘prova’ è a scena aperta e gli stessi attori ne mutano, spostando pochi oggetti, la collocazione e la spazialità, a dimostrare che i due piani in scenografia uniti da una scala e i punti di fuga di due vetrate e di una porta centrale, un panno di velluto rosso sono strumenti – anche se minimali - utili a costruire le differenze di atmosfera e di senso. Belle le sedie – alcune ricordano quelle dei banchi di scuola – spostate o accatastate, usate per sospendere e girare pagina.

Tratto da un testo di Giovanni Testori, una delle più importanti registe alla quale si riconosce bravura e alta professionalità Andrée Ruth Shammah fondatrice e direttrice del Teatro Franco Parenti, porta al Campania Teatro Festival I promessi sposi alla prova. “E’ una emozione pazzesca portare in scena a Napoli questo spettacolo incentrato sulla necessità di ritornare alla ‘’parola’ e riportare la parola a teatro – ha detto rivolgendosi al pubblico la regista prima dell’inizio dello spettacolo e, ricordando il suo legame con Eduardo De Filippo così continua - Giovanni Crippa oggi riveste il ruolo del Maestro, quello che nel 1984 (data del debutto dello spettacolo) era di Testori, lui era Renzo. Oggi il Maestro è lui”. Nel segno dunque della continuità, del consegnare una eredità: “Se c’è un maestro veramente puoi diventare un maestro e se no tutto vale tutto e non è così”.

Una lettura particolare di un romanzo che tutti – bene o male – conosciamo e che portiamo nei nostri ricordi, di studenti, di genitori; Testori con sguardo critico ed analitico ne scava tutta la paticità, il dramma, le inquietudini e le linee caratteriali dei personaggi entrano nell’ immaginario collettivo del nostro oggi: la monaca di Monza, Don Abbondio, Rodrigo, l’Innominato, padre Cristoforo e poi la pacata semplicità di Renzo, Lucia, Agnese ‘vittime’ di un potere fine a se stesso. Le loro vite si incrociano agli accadimenti della Storia, la peste, e al rapporto difficile con la religione. Molti sono gli spunti di dialogo e di riflessione. Gli attori hanno donato tutti una ‘prova’ recitativa di alto livello, e la vena ironica, il rapporto con il pubblico, gli elementi innovativi si sono ben legati alla vicenda ‘classica’ che si svolgeva sulla scena.

E che dire della regista ? mi piace riportare ciò che di lei si è scritto in una recensione del 2019 – lo spettacolo è stato ripreso più volte nell’arco dei 40 anni - apparsa su delteatro.it di Maria Grazia Gregori: “Ho l’impressione che Andrée Ruth Shammah, mettendo in scena di nuovo, dopo decenni, I promessi sposi alla prova di Giovanni Testori, nel momento della sua vita in cui – come dice Shakespeare – “la maturità è tutto”, abbia voluto fare i conti con se stessa, con i traguardi raggiunti ma anche con quelli che, come capita a tutti, ci sono sfuggiti di mano per un soffio. Sì, mi piace pensare a questo spettacolo come a un bilancio dove ci si voglia fermare, confrontare per capire quale sarà la nuova strada da percorrere. Del resto, nella vita della regista questo testo la pone, di nuovo, di fronte alle persone che più hanno contato, non solo teatralmente, per lei: Giovani Testori e Franco Parenti che, insieme a lei, con un coraggio pari alla sfida, decisero di camminare insieme per un lungo periodo fondando il Pierlombardo, da anni ormai per Milano “il” Franco Parenti”.

I PROMESSI SPOSI ALLA PROVA

DI GIOVANNI TESTORI
ADATTAMENTO E REGIA ANDRÉE RUTH SHAMMAH
CON GIOVANNI CRIPPA, FEDERICA FRACASSI
E CON TOBIA DAL CORSO POLZOT, RITA PELUSIO, AURORA SPREAFICO, VITO VICINO
E LA PARTECIPAZIONE DI CARLINA TORTA
SCENA GIANMAURIZIO FERCIONI
COSTUMI ANDRÉE RUTH SHAMMAH
LUCI CAMILLA PICCIONI
MUSICHE MICHELE TADINI E PAOLO CIARCHI
PRODUZIONE TEATRO FRANCO PARENTI, FONDAZIONE CAMPANIA DEI FESTIVAL
CON LA COLLABORAZIONE DI FONDAZIONE TEATRO DELLA TOSCANA, ASSOCIAZIONE GIOVANNI TESTORI

 

Un po' di storia

In occasione del centenario della nascita di Giovanni Testori e dei 150 anni dalla scomparsa di Alessandro Manzoni, lo storico spettacolo di Andrée Ruth Shammah – giunto alla sua terza edizione – arriva a Napoli e per la prima volta sul palcoscenico del Piccolo 12 - 22 ottobre 2023 Teatro Grassi.

Era il 1984 e, nel teatro che allora si chiamava ancora Salone Pier Lombardo, debuttava – con la regia di Andrée Ruth Shammah – l’ultimo lavoro di Giovanni Testori: una rilettura critica dei Promessi sposi di Alessandro Manzoni, una “messa alla prova”, da parte di una piccola compagnia di paese, guidata da un Maestro d’arte e di vita. A quasi quarant’anni di distanza, in occasione della duplice celebrazione dei due autori milanesi, lo spettacolo torna nuovamente in scena. «Ci sono momenti storici in cui alcuni testi ci sembrano necessari – commenta la regista –. La prima volta che ho messo in scena I Promessi sposi alla prova con Franco Parenti ne sentivo la necessità e la sento oggi, come e forse più di allora. Testori ha accolto, tradito o tradotto le parole di Manzoni in una nuova forma che rende contemporanee e facilmente comunicabili verità antiche di cui abbiamo nuovamente bisogno. Con questo spettacolo, non solo si vuole restituire al pubblico uno dei capisaldi della letteratura italiana e far conoscere e amare la riscrittura di Testori, ma si intende esortare a camminare con una nuova consapevolezza nel nostro tempo e a riscoprire i fondamenti del Teatro, come lo intendo io, ancora e sempre di più.»
Qui si rappresentano dunque “I promessi sposi”, quelli del Manzoni, ma rivisti da Testori che intitolerà il testo I promessi sposi alla prova con l’intento di portarlo giù dall’empireo delle scuole e dei grandi letterati e con linguaggi e comportamenti nuovi, renderlo più vicino alla gente comune. Un linguaggio, insomma, che doveva assai più del suo modello rispecchiare la piccola, modesta gente prevaricata dai nobili e dalla loro violenza. 

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