ERACLITO E L’OROLOGIAIO da ALDO MASULLO a cura di CLAUDIO DI PALMA e VESUVIOTEATRO

Al TEATRO NUOVO il 23 GIUGNO 2023 per la sezione SPORTOPERA, nell’ambito del CAMPANIA TEATRO FESTIVAL 2023 Battiti per la bellezza.

Servizio di Rita Felerico

Emozionante lo spettacolo Eraclito e l’orologiaio in scena al Teatro Nuovo nell’ambito della rassegna Sportopera, sezione del Campania Teatro Festival, sempre seguitissima e curata con attenzione e passione da Claudio Di Palma e Vesuvioteatro. Soprattutto per chi lo ha sentito parlare in convegni, seminari– anche per una sola volta, entrava nel cuore il prof. Aldo Masullo – e per chi è stato suo allievo o un suo semplice ‘ammiratore’, ma anche per coloro che di filosofia non si sono mai interessati.

Il testo del prof. Aldo Masullo – infatti -   tratto dalla raccolta Piccolo teatro filosofico, pubblicato nel 2012 da Mursia, offre la possibilità di mettere in campo e ragionare su concetti oggetto di studio e ricerca filosofica con un approccio linguistico semplice e con toni quasi di affabulazione. E’ un dialogo tra Eraclito ed un venditore di orologi, un pretesto per parlare del Tempo, del come lo patiamo e lo percepiamo, se insomma ne sappiamo cogliere il significato e il senso. “All’uomo che vendeva strumenti di misurazione del tempo, “l’oscuro” (ovvero colui che pone i dubbi filosofici) insegnava che il vivere è patire, sentire, provare e che il segreto è l’azione; obiettivo: la scoperta di un senso nascosto.  Nella trasposizione scenica il testo originale trova nuova collocazione simbolica nei corpi di un nuotatore ed un cronometrista” - si legge nelle note di regia.

Intensa, corposa, carica di emozioni l’interpretazione di Claudio Di Palma – il saggio Eraclito – e bravissimo nel seguirlo e controbattere Francesco Roccasecca, nei panni del giovane venditore di orologi e strumenti di misurazione che prima del dialogo filosofico con il vecchio saggio ingenuamente e serenamente credeva di aver risolto i suoi problemi di lavoro e sostentamento.  Non sarà più lui alla fine del dialogo e metterà in dubbio e sul tappeto della discussione tutte le scelte della sua vita.

Il luogo del confronto è uno stabilimento termale, la materia per la quale si innesca il dialogo è l’acqua e lì a bordo vasca si parla di divenire, di essere, di vita, di morte. “L’acqua è lì, i suoi reverberi in scena ne confermano il moto e giustificano la più nota affermazione di Eraclito: panta rei. L’acqua resta probabilmente la destinazione finale del pensatore/nuotatore, il suo scorrere sotto le bracciate di uno stile libero rappresenta forse la più giusta testimonianza del farsi e disfarsi nel medesimo istante della vita, e, perché no, dell’assoluta simultaneità di nascita e morte” si legge ancora nelle note.

Il dialogo fra i due è serrato, il ritmo trascina lo spettatore e l’attenzione non si distoglie anzi si fa più stretta intorno ai dubbi, alle domande poste dal vecchio nuotatore /Eraclito ed alle risposte del giovane che quasi non crede alla sua possibilità – essendo non un grande studioso - di seguire con il pensiero i concetti posti dal pensatore.  Un testo ed una messa in scena aderente allo spirito di Sportopera; si legge nel dépliant che illustra tutte le rappresentazioni della sezione: “Chi si applica alla scienza deve anche esercitare i movimenti del corpo facendo ginnastica, e così chi alleva il corpo deve farvi corrispondere i movimenti dell’anima, giovandosi della musica e della filosofia”, affermava Platone. “Platone certifica l’esistenza di una complementarità fra filosofia e atletismo. La conferma probabilmente in base alla sua esperienza non tanto di pensatore quanto di lottatore, pare fosse cultore ed interprete del pancrazio. Elegge in questo modo l’agón, cioè il confronto, la disputa, a misura identificativa sia della lotta che del dialogo, ovvero dello strumento ideale della conoscenza filosofica. Così, proprio il dialogo, diventa la cifra espressiva comune alle tracce drammaturgiche di Sportopera23”.


La vita è “paticità” – concetto sul quale Masullo ha molto meditato - e il segreto è agire, darsi uno scopo profondo che coinvolga non solo il nostro io ma tutti gli abitanti del Tempo. Fa dire all’Oscuro: “Vogliamo, senza piangere sulle perdite né consumarci in illusioni, scoprire possibilità di senso nascoste, allestire scene nuove di mondo, delineare orizzonti di non confliggenti ma solidali libertà?”. Alla fine del dialogo, fatto anche di incursioni tratte dai pensieri quotidiani, dall’esperienza dei proverbi e dalla sapienza del dialetto, l’uomo/orologiaio avrà scoperto la bellezza della differenza, il filosofo proseguirà il suo viaggio con la meridiana che il mercante gli ha donato.

Con Eraclito e l’orologiaio la filosofia irrompe con stile, competenza e semplicità sulla scena, nel segno della condivisione e della conoscenza e questo non deve sorprendere, perché la filosofia è nel cuore di tutti.

 

ERACLITO E L’OROLOGIAIO

Liberamente ispirato al Dialogo di Eraclito L’Oscuro e di Uno Sveglio Orologiaio di Aldo Masullo
Con Claudio Di Palma E Francesco Roccasecca
Assistente alla regia Antonio Elia
Adattamento e regia Claudio Di Palma

 

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