IN THE SOLITUDE OF COTTON FIELDS di Bernard-Marie Koltès, con Ingeborga Dapkunaite e John Malkovich, regia Timofey Kulyabin.
Al
Teatro Politeama l’8 luglio 2023 ore 21.00 e il 9 luglio 2023 ore 19.00, per Il
Campania Teatro Festival 2023, in prima nazionale.
Servizio di Pino Cotarelli
Lunghe file al botteghino
del teatro Politeama di Napoli, per accaparrarsi gli ultimi biglietti della
celebre opera teatrale di Bernard Marie Koltes, scritta nel 1985, dove
due icone del cinema, quali John Malkovich e Ingeborga
Dapkunaite, per la prima volta a Napoli e per il Campania Teatro
Festival 2023, interpretano due entità dello stesso uomo, interscambiabili e in
lotta fra loro, in un processo di intensa introspezione che ha proiettato, con
sofferenza e tensione psicologica, una inconfessabile e prepotente tendenza alla
perversione sessuale di sicura natura criminale. Ogni tentativo di orientarla,
di limitarla o di combatterla, risulta vano. Una violenta lotta intestina nel tentativo
di venire a patti con se stessi, che allo spettatore appare sotto forma di una
disputa fra due personaggi, un venditore e un acquirente che si
incontrano in una strada buia; il venditore cerca di vendere “qualcosa”
che l’acquirente “conosce”, ed evidentemente “desidera”, ma che non
vuole riconoscere né vuole pronunciarne il nome, anzi, con parole fuori
contesto e spesso senza senso, rifiuta tutti i tentativi fatti dal venditore,
probabilmente per sfuggire a se stesso. Un linguaggio al limite dell’assurdo che
continua a parti invertite e che evidenzia che nessuno dei due vuole identificare
l’oggetto da acquistare o da vendere. Acquistare implicherebbe
riconoscere e accettare le proprie devianze? la propria lussuria? i propri
desideri reconditi?
Un confronto serrato, fatto a tratti, di parole senza senso
che si intersecano con i gesti che diventano fin troppo espliciti, poi la
presenza sulla scena di una scarpa da adolescente, un invito alla
riflessione su devianze da baratro? un grido? una denuncia? una tendenza grave
o l’insorgenza di una perversione nell’adolescenza? Spettatori proiettati quindi,
in un incubo, nello svelamento di una natura che non po' essere rinnegata, un insano
desiderio sessuale, spaventoso e pericoloso. Una continua violenta immersione
in quell’abisso di solitudine che l’autore Koltes ha dovuto sperimentare
di persona, avendolo indagato come problema della vita contemporanea, nel razzismo,
nella violenza contro il diverso, nella questione omosessuale, nell'emigrazione,
nella lotta di classe, nel pacifismo; tutti temi che risentono profondamente della
tragedia della solitudine. Un duro dialogo con se stessi nella speranza di
individuare una via di uscita che spesso sfocia nella tragedia. La solitudine
dell’impossibilità di rivelarsi, in una società apparentemente ‘aperta ed
evoluta’, che spesso porta all’annientamento di sé e al conseguente suicidio. Tematiche, purtroppo, ancora attuali, che richiedono linguaggi e approcci sempre più contemporanei e contestuali.
Già agli inizi del Novecento, le Avanguardie
artistiche inglobano il linguaggio del cinema mentre il surrealismo trova il suo massimo esponente in Luis Buñuel che, nelle sue opere, afferma la dimensione dell’immaginario, lo spazio dell’inconscio, il cinema come
strumento straordinario per rivelare il mondo del sogno, delle situazioni di
forte delirio racchiuse nella parte più buia di noi, voce dell'irrazionale,
della sessualità umana e della critica anti-borghese e anti-clericale. Mentre il pensiero di una certa cultura francese, viene influenzato da tematiche sulla ricerca dell’erotismo e della trasgressione di Georges Bataille.
Su
tutto comunque, ha spiccato la prestigiosa resa attoriale, in linea con la fama dei grandi attori
in campo, esaltata ulteriormente dalla regia di Timofey Kulyabin che
ha utilizzato il supporto tecnico di videografi on-line e gli effetti video,
con primi piani dei volti degli attori. Una doppia visione per lo spettatore, in
cui nella parte superiore sono state proiettate le riprese delle telecamere, con
i visi degli attori in primo piano, nella parte sottostante, in una moderna
scenografia di Oleg Golovko, gli attori hanno rappresentato l’opera teatrale.
La traduzione della recitazione fatta in
inglese è stata riportata su l’apposito display posto in alto. Questo doppio
piano di visione, seppur spettacolare, ha potuto limitare e distratto chi avrebbe
voluto godere della sola parte teatrale degli attori, avendone già apprezzato le
loro varie prestigiose produzioni cinematografiche.
IN THE SOLITUDE OF COTTON
FIELDS DI BERNARD-MARIE
KOLTÈS
CON INGEBORGA DAPKUNAITE E JOHN MALKOVICH
REGIA TIMOFEY KULYABIN
DRAMATURG ROMAN DOLZHANSKY
COPRODOTTO DA DAILES THEATRE LATVIA E EKATERINA
YAKIMOVA
SCENE E COSTUMI OLEG GOLOVKO
VIDEO DESIGNER ALEXANDER LOBANOV
SOUND DESIGNER TIMOFEI PASTUKHOV
DISEGNO LUCI OSKARS PAULINS
COREOGRAFIA ANNA ABALIKHINA
PRODUZIONE VIDEO ANASTASIA ZHURAVLEVA
DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA VLADIMIR BURTSEV
PRODUTTORE ESECUTIVO E DIRETTORE AMMINISTRATIVO IRINA PARADNAYA
PRODUTTORE ESECUTIVO YARA ZIVA-CHERNOVA
ASSISTENTE DI PRODUZIONE ELIAS KUZNETSOV
DIRETTORE DI PRODUZIONE SIARHEI RYLKO
TECNICO SUONO FILIPPOS KARETSOS
TECNICO LUCI ALEXANDROS IOANNIS HILL
MEDIA SERVER OPERATOR ANTON RODIONOV
VIDEO PRODUCTION OPERATOR ANDREI MYTNIK
OPERATORI VIDEO FROL PODLESNYI, ALIAKSANDER RAZUVALAU, PAVEL MINARSKII
DIRETTORE DI SCENA KSENIIA VINICHENKO
TOUR MANAGEMENT FLOW PROJECTS E BORMIO
CON IL SOSTEGNO DI BLAVATNIK FAMILY FOUNDATION
ph GioKardava
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