MEDEA di Euripide secondo Federico Tiezzi, traduzione di Massimo Fusillo, con protagonista nel ruolo della figura tragica Laura Marinoni
Al Teatro Grande del sito di Pompei - sabato 1 e domenica 2 luglio 2023 - per la rassegna Pompeii Theatrum Mundi 2023 - terzo appuntamento della Stagione estiva del Teatro di Napoli-Teatro Nazionale con Parco Archeologico di Pompei.
Servizio di Rita Felerico
Federico
Tiezzi, che aveva debuttato al Teatro greco di Siracusa nel 2015 con Ifigenia
in Aulide, ritorna nel tempio della tragedia con questa nuova sfida: Medea
di Euripide con Laura Marinoni, splendida interprete di una Donna
che parla a tutte le donne, con fermezza, senza incertezze, iconicamente
avvolta in abiti e tuniche che ne risaltano la personalità.
Medea rifiuta
la violenza che si perpetra sul mondo, sugli uomini in nome del potere, è una barbara
che difende con tutta se stessa sé e la parte più ‘umana’ del mondo, anche se
questo la porterà alla scelta più orribile. Ma Medea ha veramente ucciso i suoi
figli o è la città di Corinto – che non ha mai gradito la sua diversità, la sua
estraneità – a volere uccidere i suoi figli, per emarginarla per scacciarla?
Come sostiene Christa Wolf.
Definita in un bellissimo articolo di Filippo Brunamonti la sciamana novecentesca, la Medea di Marinoni / Tiezzi introduce tutte le doti magiche e primordiali della cultura d’origine per lottare contro la violenta, vuota superiorità morale e culturale di un Giasone post- industriale e mette in atto il suo piano sfoderando gli strumenti di morte, misteriosi e magici che le appartengono.
Laura Marinoni, foto di Ivan Nocera per Teatro di Napoli
Spesso i protagonisti indossano maschere: quelle da coniglietto i figli di Giasone e Medea (animali sacrificali) da coccodrillo – animali feroci - i servi di Creonte e Medea quando compare per la prima volta in scena con la maschera di un corvo. La Marinoni qui è in uno dei suoi momenti di alta espressività. Il corpo viene prima di ogni metafora dichiara Tiezzi e alla violenza simbolica del potere, risponde con la violenza reale e vissuta di una società che dimentica l’umano.
Molto si è
ispirato il regista al cinema di Dreyer - che compose un bellissimo
scritto su Medea - di Pasolini, di Lars von Trier.
Foto di Ivan Nocera per Teatro di Napoli
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