IL VOLTO di OTELLO, con Mamadou Dioume, Fabrizio Ferrari, Lorenza Sacchetto, Andrea Vellotti e Marco Chiappini, regia di Gina Merulla

Al Mercadante – per Campania Teatro Festival l’8 luglio 2025 alle ore 21.

Servizio di Cinzia Capristo

La kermesse andata in scena al Mercadante è uno dei capolavori di William Shakespeare, la regia di Gina Merulla affronta introspettivamente la parte oscura che abita in ognuno di noi, ma lo fa coniugando spettacolo e danza. Merulla in un progetto più vasto che la vede protagonista del teatro romano “Teatro Hamlet APS” ingloba arte e cultura per parlare tanto alla “Mente” quanto al “Cuore” della gente, ed è questo che traspare in questa pièce. Corpi che parlano senza bisogno di parole, uno Jago che diventa protagonista narrante e che manovra i personaggi che nelle sue mani diventano corpi inermi, creta da plasmare, pupazzi che lui disloca opportunamente. La regia innovativa di Merulla, senza sottrarre, ha avuto il merito di aver portato questa pièce a più livelli di arte, aggiungendo leggerezza e immaginazione a sentimenti reconditi. Un protagonista assoluto sembra pervadere questo riadattamento, ed è Jago, interpretato da un bravo e carismatico Fabrizio Ferrari, che, come Caronte, traghetta i personaggi conducendoli in un Ade di disperazione e sospetti. 

A inizio spettacolo lo spettatore viene proiettato in una scena immaginaria e immaginifica con un sottofondo in musica e avvolto in una danza dai movimenti netti che ricorda molto le danze tribali di popoli primitivi. Con movimenti precisi che ricordano quelli del karate si sguainano spade immaginarie e ci si prepara a combattere. In questo immaginario lo spettatore diventa anch’esso protagonista di una scena da costruire, un viaggio da percorrere insieme agli attori. La musica si placa, la danza smette di parlare e uno Jago narrante presenta i personaggi Cassio e Roderigo, interpretati dai bravi Andrea Velotti e Marco Chiappini, e in una ricostruzione storica li colloca in uno spazio-tempo ben definito, mentre si ode in sottofondo il mare. Onde che si infrangono sulla battigia e gabbiani che preludono a sciagure, entra in scena il Moro. Un Otello, interpretato da Mamadou Dioume, che coniuga quel cuore e mente bramato dalla Merulla. In una sintesi perfetta la drammaturgia della Merulla ci introduce nel vivo della storia narrata da Jago.

Otello ritorna dai mari e racconta le sue gesta affascinando Desdemona, interpretata da una bravissima e poliedrica Lorenza Sacchetto, figlia del nobile veneziano Brabanzio, che si innamora di Otello perché in quei racconti traspare l’anima e la mente dell’uomo Otello, ma questo amore è tenuto segreto, e quando tutto viene alla luce Otello viene accusato di aver raggirato con la stregoneria Desdemona, ma l’unica magia è l’amore che tutto piega. L’entrata in scena di Desdemona è l’entrata in scena di una donna dal volto coperto che cela in se il volto delle tante Desdemone che rappresenta. In un incedere elegante e in un volteggiare armonico Desdemona danza e in una pedagogia del movimento coniuga capacità espressive e spirali di cadute con un ritmo palpitante di un cuore pieno d’amore con l’intento di fermare momenti e gestire emozioni.

Otello deve ripartire, lascia Venezia per combattere contro i turchi e affida Desdemona alla moglie di Jago, ma Jago gli trama contro, sfida Cassio e fa in modo che venga deferito dal suo incarico di luogotenente. In una danza di movimenti inconsulti come un direttore d’orchestra in una composizione musicale Jago dirige burattini ignari di far parte di un disegno orchestrato ad arte. Cassio tramite Desdemona cerca benevolenza per riavere il suo incarico, ma Jago approfitta di questo incontro per instillare dubbi su Otello che in preda alla gelosia accusa Desdemona di adulterio, anche a causa della perdita del fazzoletto che gli aveva regalato e che finisce nelle mani di Cassio. La rete è tratta, una danza suggella gli attimi cruciali, con movimenti che accrescono la consapevolezza corporea, i nostri protagonisti braccati sotto una rete da pesca, sono intrappolati in un destino nefasto con una sequenza di morte che si avventa sulle loro vite. 

Sul finale Desdemona appare col volto svelato e con una rete da pesca in testa, perché solo la morte, dopo essere state intrappolate in un amore crudele, può rendere dignità a un nome e a un volto. Nella scena finale i quattro attori immobili schierati con fierezza e superiorità dominano la scena, mentre una straziante Desdemona a terra con una rete che l’avvolge invoca invano aiuto, quel grido atroce è quello delle tante donne assassinate come Desdemona da uomini che le amavano. La tragedia incombe ieri come oggi e si consuma in nome di un sentimento ostentato, di parole senza significato, mentre corpi inermi giacciono esanimi senza vita. Un adattamento ben concepito quello della Merulla che coniuga danza, musica e teatro facendo rivivere su nuove basi i personaggi shakespeariani, anche grazie alla grande professionalità degli attori.

 

 

IL VOLTO di OTELLO

DA WILLIAM SHAKESPEARE
TRADUZIONE, ADATTAMENTO E REGIA GINA MERULLA
CON MAMADOU DIOUME, FABRIZIO FERRARI, LORENZA SACCHETTO, ANDREA VELLOTTI E MARCO CHIAPPINI
COSTUMI AGNESE PIZZUTI
DISEGNO E LUCI DI MASSIMO SECONDI
PRODUZIONE TEATRO HAMLET APS 

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